Coronavirus, Osservasalute: contagi in decrescita ma la diminuzione è lenta

Rapporto sulla gestione del Covid-19 nelle varie regioni italiane. In lombardia letalità al 18% e 80% di ospedalizzati. Il Veneto è la regione che ha effettuato più tamponi. Nel Lazio azzeramento dei casi intorno a metà luglio

Coronavirus, Osservasalute: contagi in decrescita ma la diminuzione è lenta

Contagi da Coronavirus in decremento in tutta Italia ma la diminuzione procede molto lentamente. E’ quanto rivela il rapporto Osservasalute 2019 sulla gestione del Covid-19 nelle varie regioni italiane. Secondo il rapporto

Molte regioni sono ormai nella fase finale dell'epidemia, si tratta della PA di Bolzano, Umbria, Calabria, Sardegna, Valle d'Aosta, Sicilia, PA Trento, Puglia, Abruzzo e Basilicata. In queste zone si alternano giorni senza contagi ad altri con un basso numero di nuovi casi.

Altre regioni si trovano in una fase appena precedente a quella del primo gruppo, sono il Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Campania, Toscana e Molise, per le quali ci si attende, secondo le proiezioni effettuate, l'inizio della fase di azzeramento dei nuovi contagi a partire dalla terza decade di giugno. Piemonte, Liguria e Lazio mostrano andamenti molto altalenanti nell'ultimo periodo, frutto di nuovi focolai improvvisi, ma forse anche irregolarità nella rilevazione dei nuovi contagi. Pertanto, la previsione dello sviluppo della pandemia ha un elevato grado di incertezza, comunque la fase di azzeramento potrebbe iniziare tra la prima e la seconda decade di luglio. Più regolare l'andamento dei nuovi casi in Emilia-Romagna, per la quale si prevede l'inizio della fase di azzeramento nella seconda decade di luglio.

La Lombardia, invece, mostra una dinamica dei contagi ancora molto sostenuta, con un andamento estremamente variabile, ma con un trend di discesa molto lento.

Nel Lazio azzeramento dei casi intorno metà luglio

Secondo il rapporto Osservasalute sulla gestione del Covid-19 nelle varie regioni italiane, il Lazio - come il Piemonte e la Liguria - mostra andamenti molto altalenanti nell'ultimo periodo, frutto di nuovi focolai improvvisi, ma forse anche irregolarità nella rilevazione dei nuovi contagi. Pertanto, la previsione dello sviluppo della pandemia ha un elevato grado di incertezza, comunque la fase di azzeramento potrebbe iniziare tra la prima e la seconda decade di luglio.

Il Veneto è la regione che ha effettuato più tamponi

E’ il Veneto ad aver effettuato il numero più alto di tamponi in rapporto alla popolazione, circa 50 ogni 100.000 abitanti all'inizio del periodo, fino a punte superiori a 400 agli inizi di giugno. La Puglia è la regione con il numero minore di tamponi effettuati, meno di 100 ogni 100.000 abitanti. Colpisce la variabilità nel tempo fatta registrare da tutte le regioni, in particolare il Veneto e le Marche.

In lombardia letalità al 18% e 80% di ospedalizzati

Tasso di mortalità da Coronavirus ancora alto in Lombardia, che raggiunge quota 18% a fine marzo e inizio aprile e resta su questi livelli anche al 15 giugno.

Secondo l'indagine, il tasso di letalità cresce costantemente anche in Veneto e raggiunge il 10% nell'ultimo periodo, mentre nelle altre regioni si osservano andamenti molto differenziati, dipendenti anche dallo sfasamento temporale dell'insorgenza, ma la letalità non raggiunge mai i valori della Lombardia. Emilia-Romagna, Marche e Liguria sono le altre regioni con la letalità più elevata, tra il 14-16%. Non è chiara la spiegazione a questo dato, le interpretazioni più verosimili la attribuiscono alla sotto stima del numero di contagiati (il denominatore del rapporto con il quale si misura la letalità), cioè mancherebbero alla conta i contagiati asintomatici.

E ancora, il Veneto ha la quota più bassa di ospedalizzati e quella più alta di coloro che sono stati posti in isolamento domiciliare. La dinamica osservata mette in luce che all'inizio della pandemia questa regione aveva in isolamento domiciliare circa il 70% dei contagiati all'inizio del periodo, nell'ultimo periodo oltre il 90%. Lombardia e Piemonte hanno percentuali di ospedalizzazione tra il 50-60% all'inizio della pandemia, per poi crescere e oscillare tra il 70-80% nella prima metà di marzo, quando nelle altre regioni diminuisce; infine, scendono sotto il 20% a partire dalla fine di aprile, primi di maggio.

Toscana e Marche hanno approcci simili, entrambe ospedalizzano oltre il 60% dei contagiati fino ai primi di marzo, scendono sensibilmente a meno del 30% alla fine di marzo e sotto il 20% dalla seconda metà di aprile. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)