Dichiarazione dei redditi. La precompilata è più completa

Redditi ma anche tutti i dati forniti da studi medici, farmacie, banche, assicurazioni, università e da quest’anno le spese su parti comuni condominiali. Un miliardo di numeri già inseriti

Dichiarazione dei redditi. La precompilata è più completa

Anche quest’anno ci siamo: dal 15 aprile è possibile visionare online la dichiarazione dei redditi precompilata. Dal 2 maggio al 23 luglio è invece possibile integrare o accettare sempre via internet il modello precompilato.

È una dichiarazione dei redditi sempre più puntuale, quella che l’Agenzia delle entrate mette a disposizione del contribuente, dove oltre ai dati già in possesso dell’erario sono stati aggiunti quelli forniti da soggetti terzi come gli studi medici, le farmacie, le banche, le assicurazioni e le università.

«Quest’anno la dichiarazione è ancora più completa – spiega l’Agenzia delle entrate in una nota – Alle informazioni presenti gli scorsi anni, infatti, si aggiungono le spese su parti comuni condominiali che danno diritto al bonus verde e le somme versate dal 1° gennaio 2018 per assicurazioni contro le calamità, stipulate per immobili a uso abitativo. Complessivamente, il paniere dei dati precompilati raggiunge quota 960 milioni e supera del 3,8 per cento il totale dei dati caricati nel 2018».

Dei 960 milioni di dati che sono passati dai server dell’Agenzia, il 78 per cento riguardano le spese sanitarie, in aumento del 4,7 per cento rispetto all’anno precedente. Al secondo posto per numero di dati si trovano le polizze assicurative e all’ultimo – con poco più di 3,2 milioni di informazioni a disposizione dell’Agenzia – i contributi per i lavoratori domestici.

Per spiegare al contribuente come far tesoro dei dati che lo riguardano, dall’Agenzia hanno deciso di fare le cose in grande: si comincia con un breve video esplicativo su You Tube, si prosegue con un sito internet dedicato – infoprecompilata.agenziaentrate.gov.it –  per finire con un call center specializzato che risponde al numero 800909696 o, da mobile, allo 0696668907 .

Come fare per visualizzare la propria dichiarazione precompilata? «Per prima cosa, occorre essere in possesso delle credenziali di accesso – spiega l’Agenzia delle entrate – Le porte della dichiarazione si aprono tramite Spid, il sistema unico di accesso ai servizi online della pubblica amministrazione, ma anche tramite le credenziali fornite da Fisconline, quelle rilasciate dall’Inps e attraverso la Carta nazionale dei servizi. Una volta entrati nella propria area riservata sarà possibile controllare nel dettaglio tutti i dati e, dal 2 maggio, accettare la dichiarazione così com’è o integrarla prima dell’invio. Per queste operazioni resta la possibilità di rivolgersi a un Caf o delegare un professionista».

Chi sceglie di accettare la dichiarazione così come proposta dall'Agenzia sa di non andare incontro a nessuna forma di controllo successivo e di non dover più esibire le ricevute in futuro. Una bella comodità, non c'è che dire, che libera il contribuente dal fardello di dover dimostrare la congruità della propria posizione fiscale magari a distanza di anni.

Per chi decidesse di non avvalersi di un esperto contabile, è poi importante sapere che da quest’anno è possibile scegliere la modalità di compilazione semplificata: un sistema facilitato che permette, ad esempio, di aggiungere un onere detraibile o deducibile che non compare tra quelli già inseriti dall'Agenzia o modificare gli importi delle spese sostenute che danno diritto agli sconti fiscali per ristrutturazione, risparmio energetico e simili. Una volta fatte le modifiche, sarà il sistema a ricalcolare in automatico gli oneri detraibili e deducibili, sulla base dei nuovi dati e di eventuali limiti previsti dalla legge, e a inserire il totale nei campi del quadro E del modello 730.

Per quest'anno l'Agenzia delle entrate stima in 3 milioni il numero di dichiarazioni fai da te effettivamente inviate: un obiettivo minimo a detta di molti osservatori, considerando che nel 2018 erano circa 2,8 milioni e che nel 2016 se ne stimarono a pieno regime 4,5 milioni. Una rivoluzione che, nonostante tutto, stenta a decollare, complice anche la farraginosità del sistema fiscale nazionale.

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