Droghe: 8152 accessi al pronto soccorso per patologie correlate (+31%). 127.365 persone assistite dai Serd

I dati 2022 della Relazione al Parlamento. Il 12,4% degli accessi droga-correlati è sfociato in un ricovero ospedaliero. Serd: per il 13,6% si tratta di nuovi utenti e per l’86,4% di utenti già in carico. Analizzando la sostanza primaria di trattamento, il 60% dell’utenza risulta in carico per eroina, il 23% per cocaina e l’11% per cannabinoidi. Sono 16.315 gli utenti presenti nelle 803 strutture riabilitative del privato sociale

Droghe: 8152 accessi al pronto soccorso per patologie correlate (+31%). 127.365 persone assistite dai Serd

Nel 2022 gli accessi al Pronto Soccorso (PS) per patologie direttamente droga-correlate sono stati 8.152 (+31% rispetto ai 6.233 accessi del 2021), con un’incidenza dello 0,05% sui complessivi 17.183.763 accessi avvenuti a livello nazionale nel corso dell’anno. Il 62% degli accessi con diagnosi principale droga-correlata è avvenuto nei PS della macroarea geografica settentrionale, il 23% e il 15% in quelle rispettivamente centrale e meridionale-insulare.
L’impatto degli accessi al PS per patologie droga-correlate sulla popolazione residente, che a livello nazionale corrisponde a 14 ogni 100.000 residenti, mostra un’elevata variabilità interregionale con valori inferiori a 5 nelle regioni Puglia, Calabria e Sardegna e nella provincia di Trento, e superiori a 25 nelle regioni Piemonte ed Emilia Romagna e nella provincia di Bolzano.
II 66% e il 33% degli accessi hanno riguardato rispettivamente uomini (5.400) e donne (2.688) (per l’1%, 64 casi, l’informazione non risulta disponibile), pari rispettivamente a 18,8 e 8,9 accessi ogni 100.000 residenti di genere maschile e femminile. Il 42% degli accessi direttamente droga-correlati è riferito a persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni, il 23% tra i 45 e i 64 anni e quasi il 10% a minorenni, con rilevanti differenze di genere: il 71% degli accessi maschili ha riguardato 25-64enni, mentre il 13% e il 19% di quelli femminili si riferiscono rispettivamente a minorenni e over 65enni.
Il 59% degli accessi al PS (4.820 casi) è avvenuto a seguito di intervento sanitario richiesto al 118, il 35% (2.883) su decisione propria e poco più dell’1% (105 casi) su invio medico-specialistico (medico di medicina generale/pediatra libera scelta, medico di continuità assistenziale, medico specialista); per il restante 4% (344) si è trattato di altro inviante.
La diagnosi principale attribuita al 51% degli accessi droga-correlati è stata psicosi indotta da droghe, al 42% abuso di droghe senza dipendenza, al 6% dipendenza da droghe e, in percentuali minori, avvelenamento da sostanze psicotrope (0,7%) e avvelenamento da analgesici, antipiretici e antireumatici (0,3%), con sensibili differenze di genere.
Per il 48% degli accessi maschili la diagnosi principale è stata di abuso senza dipendenza e il 44% di psicosi indotta, le medesime diagnosi sono state attribuite rispettivamente al 30% e al 65% degli accessi femminili. Inoltre, la diagnosi di dipendenza da droghe negli accessi maschili corrisponde al 7% circa, mentre in quelli femminili al 4%.

La psicosi da droghe caratterizza la maggior parte degli accessi direttamente droga-correlati riferiti ai minorenni e ai 45-64enni, soprattutto di genere femminile, così come ad oltre l’80% degli accessi delle persone di 65 anni e più; la diagnosi di abuso senza dipendenza e quella di dipendenza riguardano rispettivamente la metà e il 7% degli accessi di 18-24enni e 25-44enni, in particolare di genere maschile.

Il 12,4% degli accessi droga-correlati è esitato in un ricovero ospedaliero (1.010), più specificatamente, il 18% e il 13% di quelli con diagnosi principale rispettivamente di psicosi indotta da droghe e avvelenamento da sostanze psicotrope, così come l’8% e il 7% di quelli per dipendenza e per abuso. La maggior parte delle ospedalizzazioni (72%) ha riguardato i casi con diagnosi principale di psicosi indotta da droghe e il 24% quelli con abuso di droghe senza dipendenza. Il 34% delle ospedalizzazioni è avvenuto nel reparto di psichiatria, il 15% in quello di medicina generale e un ulteriore 15% in terapia intensiva; per il 5% e il 2% degli accessi al PS l’esito è stato il ricovero nel reparto rispettivamente di pediatria e di neuropsichiatria infantile.
Oltre il 94% dei casi ha avuto un solo accesso al PS durante l’anno, il 5% almeno ne ha avuti due e l’1% tre o più, presentando un’elevata variabilità territoriale: per le regioni meridionali il tasso di accessi multipli risulta inferiore al valore medio nazionale.

Persone assistite dai Servizi pubblici per le dipendenze

Nel 2022 le persone tossicodipendenti assistite dai SerD sono state 127.365 (dato aggiornato al 4 maggio 2023): per il 13,6% si tratta di nuovi utenti e per l’86,4% di utenti già in carico dagli anni precedenti. L’86% delle persone trattate è di genere maschile, con un rapporto di genere M/F pari a 6. Tale numero di assistiti non coincide con la totalità degli utenti in trattamento presso i SerD in quanto, nella maggioranza dei casi, risultano anche utenti in trattamento per alcol, tabacco, gioco d’azzardo e altre condizioni, così come per accertamenti e consulenze.
In Italia, nel corso del 2022, sono state assistite circa 216 persone ogni 100.000 abitanti con un range di valori compreso tra 69 e 335 ogni 100.000 residenti rispettivamente nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Marche.

Nella popolazione maschile il tasso di assistiti è di 380 persone in trattamento ogni 100.000 abitanti, mentre nella popolazione femminile tale valore risulta pari a 61; le persone assistite di 35-44 anni risultano quasi 480 ogni 100.000 residenti della stessa età, valore che risulta pari a 812 e a 143 se si considera la popolazione rispettivamente maschile e femminile.
La quota di utenti trattati per la prima volta dai SerD risulta in un intervallo di valori inferiori al 6%, registrati nelle regioni Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania e Sardegna, e superiori al 15%, nelle regioni Lombardia, Marche e Lazio.
Focalizzando l’analisi sull’utenza totale per classi di età, il 67% ha un’età compresa tra 30 e 54 anni, il 14% ha meno di 30 anni, in particolare l’utenza femminile (19% contro il 14% dei coetanei) e il 19% ha più di 54 anni. Nelle regioni dell’area geografica nord-orientale, la quota di utenti di età fino a 29 anni risulta pari al 19%, valore che risulta superiore a quello nazionale (14%).
Analizzando la tipologia di utenza, si osserva che i nuovi utenti sono più giovani: il 74% ha tra i 20 e i 49 anni, il 18% ha più di 49 anni e l’8% ha meno di 20 anni, contro rispettivamente il 63%, 36% e 1% circa degli utenti già in carico. Nel corso degli anni, in Italia si registra un progressivo invecchiamento degli utenti in trattamento presso i SerD: aumenta la quota degli assistiti di oltre 39 anni di età che dall’11% del 1999 passa al 63% nell’ultimo anno, e parallelamente diminuisce quella riferita agli utenti più giovani.
Nell’ultimo anno, l’età delle persone in trattamento risulta pari a 42 anni, con quella riferita all’utenza femminile che risulta inferiore di circa 2 anni rispetto a quella maschile (41 contro 43 anni). I nuovi utenti risultano essere mediamente più giovani di 7 anni rispetto a quelli già in carico (rispettivamente 36 e 43 anni), differenza che risulta sostanzialmente la medesima considerando il genere. Le tendenze evidenziate dall’analisi dell’età media confermano il progressivo invecchiamento delle persone in trattamento: tra i nuovi utenti l’età media è aumentata di circa 8 anni (da 28 a 36 anni dal 1999 al 2022) e tra gli utenti già in carico di circa 12 anni (da 31 a 43 anni).

“Se si considera l’età media di primo uso della sostanza per la quale gli assistiti sono in trattamento, indicatore che tuttavia non può essere rappresentativo dato il numero preponderante di dati mancanti (65%), dal 2014 si osserva una sostanziale invariabilità, mantenendosi intorno ai 21-22 anni in entrambi i generi – si legge nella Relazione -. Pur con i limiti sopra evidenziati, risulta altresì in aumento l’età di primo trattamento che nel corso degli ultimi 9 anni è passata da 27 a 29 anni, con un tempo di latenza tra il primo consumo e il primo trattamento che nel 2022 ha raggiunto mediamente i 7,4 anni (nel 2014 era pari a 5,9 anni)”.

Sostanze primarie e secondarie

Nel 2022, analizzando la sostanza primaria di trattamento, il 60% dell’utenza risulta in carico per eroina, il 23% per cocaina e l’11% per cannabinoidi; per quanto riguarda, invece, l’uso secondario, le sostanze assunte più frequentemente sono cocaina (16%), cannabinoidi (15%) e alcol (9%). Considerando gli assistiti in trattamento per singola sostanza primaria o secondaria il quadro muta rispetto all’analisi per sola sostanza primaria: cocaina e cannabinoidi aumentano rispettivamente a 39% e al 27%; non si modifica la quota dei soggetti in trattamento per eroina, che si mantiene al 62%.
Le quote di assistiti per consumo primario di oppiacei e di cocaina risultano superiori nell’utenza rispettivamente di genere femminile e maschile, differenze che si mantengono considerando la tipologia di presa in carico. La quota di utenza trattata per utilizzo primario di cannabinoidi, che risulta ampiamente superiore tra i nuovi utenti, non si differenzia a livello di genere.

La maggior parte dei nuovi utenti di genere maschile è entrato in trattamento per uso primario di cocaina, con un range di valori percentuali compreso tra 29% della macroarea geografica centrale e 61% dell’area insulare; nelle regioni Lombardia, Campania, Sardegna e Sicilia tale quota supera il 50%. Un terzo dei nuovi utenti risulta in trattamento per uso primario di oppiacei, incidenza che risulta inferiore al 18% nelle macroaree geografiche nord-occidentale e insulare, e superiore al 51% nell’area centrale del Paese, in particolare nelle regioni Toscana e Lazio, alle quali si aggiungono Molise, Basilicata e Calabria.
Oltre il 40% dei nuovi utenti in carico ai SerD delle regioni Friuli Venezia Giulia e Marche e della provincia di Trento risultano in carico per uso primario di cannabinoidi. “Tra l’utenza già nota, non si evidenziano rilevanti differenze interregionali, fatta eccezione per la quota di utenti in carico per uso primario di oppiacei presso i servizi delle regioni meridionali (escludendo la Puglia) che supera l’80%, a fronte del valore nazionale pari al 66%”, si precisa nella Relazione.

Il 62% dei nuovi assistiti in carico per uso primario di oppiacei ha 40 o più anni di età, quota che tra gli utenti già noti corrisponde al 76%. Per quanto riguarda le persone in carico per uso primario di cocaina, il 58% dei nuovi utenti ha tra i 20 e i 39 anni, quota che tra gli utenti già noti corrisponde al 45%; tra questi ultimi un ulteriore 45% è rappresentato dai 40-54enni. Il 56% delle persone in trattamento per consumo primario di cannabinoidi ha meno di 30 anni di età, quota rappresentata prevalentemente da nuovi utenti (71%; utenti già in carico=50%).
Nel corso degli anni, la quota di utenti in carico per uso primario di oppiacei è costantemente diminuita, mentre è gradualmente aumentata quella riferita alle persone trattate per uso primario di cocaina così come di cannabinoidi.
Rispetto all’andamento temporale delle persone in trattamento per sostanza, primaria o secondaria, se dal 2015 al 2017 si registra una diminuzione della quota di utenti in carico per uso di oppiacei e un aumento di quella riferita a coloro che usano cocaina/crack, per gli anni successivi si osserva una sostanziale stabilità. Nell’ultimo anno, risulta una diminuzione delle quote di utenti in trattamento per entrambe le tipologie di sostanza. Si osserva un andamento lievemente decrescente dal 2017 per la percentuale di persone in carico ai SerD per uso di cannabinoidi.
Relativamente ai nuovi utenti, se per gli anni dal 2015 al 2021 si registra un consistente aumento della quota di persone che usano cocaina, a fronte della diminuzione di quella riferita a coloro che usano oppiacei, nel 2022 il quadro risulta in mutamento: aumenta la percentuale di nuovi utenti utilizzatori di oppiacei e diminuisce quella riferita ai consumatori di cocaina. La quota di nuovi utenti in trattamento per uso di cannabinoidi, dal 2018 risulta in costante decremento. Il 34% degli utenti totali almeno una volta nella vita ha assunto sostanze per via iniettiva (per il 22% l’informazione non risulta disponibile), valore che raggiunge il 51% tra gli utilizzatori di oppiacei.

Analizzando le persone in trattamento sulla base della sostanza primaria si osserva che, tra i consumatori di cannabinoidi, il 62,2% ne fa un uso esclusivo, il 13,9% assume anche un’altra sostanza e il 23,8% almeno altre due sostanze. Tra gli utenti in trattamento per uso primario di cocaina, invece, il 50,1% non ha assunto altre sostanze, il 18% associa un’altra sostanza e il 31,9% almeno altre due sostanze. Infine, sono il 46,7% gli utenti in trattamento per uso primario di oppiacei a non aver assunto altre sostanze, il 17,7% ne ha consumato anche un’altra e il 35,5% almeno altre due.

Trattamenti

Nel 2022, il 55% degli utenti in trattamento per uso di sostanze illegali e/o psicofarmaci non prescritti ha ricevuto prestazioni farmacologiche (circa 173 prestazioni per utente), il 73% prestazioni psicosociali (con una media di 12 prestazioni per utente) e il 79% prestazioni sanitarie non farmacologiche (mediamente 19 prestazioni per utente). Inoltre, il 72% delle persone trattate ha ricevuto prestazioni di tipologia diversa da quelle sanitarie e psicosociali (mediamente 9 prestazioni per utente) e poco meno del 3% è stato inserito in percorsi terapeutici residenziali. Quest’ultimo dato risulta molto sottodimensionato rispetto alla realtà dei pazienti inseriti nel percorso. Il 76% e il 12% delle prestazioni erogate sono state di tipo rispettivamente farmacologico (somministrazione di farmaci e vaccini) e sanitario (visite, interventi di prevenzione delle patologie correlate, esami e procedure cliniche); il 7% circa, invece, è stato di tipo psicosociale.

Nel 2022 è stata registrata almeno una patologia psichiatrica in 8.772 assistiti (8.052 nel 2021), pari al 7% dei trattati: nel complesso, il 63% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento, il 15% da sindromi nevrotiche e somatoformi, il 14% da schizofrenia e altre psicosi funzionali, il 3% da depressione e il 2% da mania e disturbi affettivi bipolari, percentuali che risultano simili a quelle registrate nel 2021.

Persone in carico ai servizi del privato sociale

Il Ministero dell’Interno svolge annualmente due rilevazioni puntuali (al 30 giugno e al 31 dicembre) sulle persone tossicodipendenti presenti nelle strutture riabilitative del Privato Sociale: il flusso informativo, basato su dati aggregati inviati alle Prefetture territorialmente competenti, ha rilevato una presenza media giornaliera di 14.904 persone, mostrando un aumento pari al 8% rispetto alla media del biennio 2020-2021. “L’aumento è attribuibile al consistente numero di utenti presenti il 31 dicembre 2022 (+15% circa rispetto agli utenti presenti il 31/12/2021), in parte dovuto al graduale e progressivo superamento, avvenuto durante l’anno, delle restrizioni emanate per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19”, si legge nella Relazione.

Dei 16.315 utenti presenti il 31 dicembre 2022 nelle 803 strutture riabilitative rispondenti alla rilevazione puntuale, il 66% risulta in carico presso i servizi residenziali, l’8% in quelli semi-residenziali e il 26% in quelli ambulatoriali. Il 49% degli utenti risulta in trattamento presso strutture riabilitative presenti nelle regioni settentrionali, in particolare in quelle delle regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, il 35% in quelle centrali, prevalentemente presso i servizi ambulatoriali della Regione Lazio, e il 16% in quelle meridionali-insulari.
Il 31 dicembre 2022 nelle strutture riabilitative del Privato Sociale risultano presenti mediamente 37 utenti ogni 100.000 residenti di 15-74 anni (il 31 dicembre 2021 risultavano 32 utenti), con un intervallo di valori compreso tra un minimo di 7 utenti/pro-capite e un massimo di 106, rilevati rispettivamente nella provincia di Bolzano e in regione Umbria, ascrivibili agli utenti in carico ai servizi ambulatoriali nel primo caso e a quelli residenziali nel secondo caso.

Nel corso dell’anno 2022 le persone complessivamente trattate sono state 25.633 (+7% rispetto ai 23.959 utenti del 2021), soprattutto di genere maschile (84%): a livello nazionale corrispondono a 58 utenti ogni 100.000 residenti di 15-74 anni, con valori superiori a 100 nelle regioni Emilia Romagna, Umbria e Lazio.
Il 44% dell’utenza in trattamento ha più di 40 anni, con una percentuale che tra gli utenti maschili risulta superiore a quella delle coetanee (46% vs 37%), mentre il 29% ha tra i 31 e i 40 anni e il 14% tra i 25 e i 30 anni, senza alcuna differenza di genere. I giovani di età inferiore a 25 anni rappresentano il 9% delle persone trattate durante l’anno presso i servizi per le dipendenze del Privato Sociale, percentuale che tra l’utenza femminile raggiunge il 13% (in quella maschile è pari al 9%).

Il 37% dell’utenza risulta in trattamento per uso primario di cocaina, in particolare quella maschile, il 29% e l’8% per oppiacei/eroina e cannabinoidi rispettivamente, senza distinzione di genere; il 19% per uso primario di alcol, con percentuali che, in questo caso, risultano superiori nel genere femminile. Al 4% dell’utenza non risulta attribuita alcuna sostanza principale responsabile della presa in carico, da attribuirsi probabilmente all’utenza trattata presso i servizi ambulatoriali. Per quanto riguarda le sostanze secondarie, il 25% e il 21% degli utenti risultano in trattamento anche per uso di cocaina/crack e di alcol, senza differenze di genere, così come il 15% per cannabinoidi e il 12% per eroina/altri oppiacei. Al 22% circa dell’utenza in carico, in particolare a quella femminile, non è stata attribuita alcuna sostanza secondaria.
Considerando esclusivamente il numero delle persone trattate con attribuita la sostanza primaria responsabile del trattamento, nel corso del triennio 2020-2022 si rileva un aumento della quota di persone trattate per consumo primario di cocaina, a fronte del decremento dei trattati per eroina/altri oppiacei.

Daniele Iacopini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)