Epatite C, Federserd: lo screening oscilla dal 20 al 50%, obiettivo l'80%

Così il presidente di Federserd, Guido Faillace, intervenendo alla web conference dal titolo "Eliminazione dell'infezione da Epatite C nei Ser.D. e nelle carceri: il progetto della Rete Hcv Sicilia"

Epatite C, Federserd: lo screening oscilla dal 20 al 50%, obiettivo l'80%

"A livello nazionale lo screening per l'epatite C oscilla, nelle varie regioni, dal 20 al 50%. Questa percentuale deve essere incrementata e portata, per raggiungere i risultati previsti dal decreto Speranza, almeno all'80% della popolazione Pwid (People who inject drugs) in carico ai Ser.D. e ai detenuti con problematiche di dipendenza". Così il presidente di Federserd, Guido Faillace, intervenendo alla web conference dal titolo 'Eliminazione dell'infezione da Epatite C nei Ser.D. e nelle carceri: il progetto della Rete Hcv Sicilia', organizzata e promossa dal Provider Letscom E3 nell'ambito di 'Hand-Hepatitis in Addiction Network Delivery', il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (Simit, Federserd, Sipad e Sitd), che coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i relativi Centri di cura per l'Hcv afferenti a diverse città italiane. L'appuntamento, che si è svolto oggi, è stato organizzato in collaborazione e con il patrocinio delle Rete Hcv Sicilia. "Lo screening- spiega Faillace- è una informazione/formazione/attuazione capillare su tutto il territorio nazionale per intervenire sul gap iniziale legato alla mancata effettuazione da parte dei Servizi per le Dipendenze".

In merito alle iniziative e alle attività che Federserd sta attuando a livello nazionale per favorire lo screening e la terapia dell'Hcv, Faillace fa sapere: "La Federserd ha programmato per il 2021 dei corsi specifici online e non di presenza, viste le criticità dovute al Covid-19, che tratteranno gli aspetti clinici per un intervento definitivo atto a favorire l'eradicazione dell'epatite C sulla popolazione speciale Pwid e darà il proprio supporto ai progetti, nazionali, riguardanti sempre l'eradicazione dell'Hcv. La Federserd partecipa insieme a società scientifiche del settore, come la Simit, associazioni di volontariato, Iss (Istituto superiore di sanità) e ministero della Salute a costruire percorsi specifici (Pdpa) atti a raggiungere l'obiettivo. In qualità di presidente di Federserd, società scientifica accreditata dal ministero della Salute, sono stato coinvolto a produrre linee guida per interventi nell'ambito delle dipendenze patologiche e patologie correlate previste dai Lea (Livelli essenziali di assistenza), compresa la riduzione del danno. Inoltre, sono stato invitato con il professor Nava, presidente del Comitato scientifico della Federazione, in audizione dalla Commissione Affari Sociali della Camera ad esprimere un parere sulla necessità di effettuare le procedure per uno screening per individuare soggetti affetti da Hcv sulla popolazione Pwid afferente ai Ser.D., per inviarli alle Reti regionali per i trattamenti farmacologici e per intervenire sulle problematiche dovute alla loro condizione".

E sempre come Federserd "abbiamo partecipato, su invito del ministero della Salute, al Tavolo tecnico per la stesura del decreto Speranza- fa sapere ancora il dottor Faillace- per definire le modalità per effettuare gli screening nei Servizi per le Dipendenze e nelle carceri su tutto il territorio nazionale. Con i componenti referenti di tutte le regioni sono stato, inoltre, chiamato ad esprimere parere sul decreto Speranza per un intervento strutturato nell'ambito dei Ser.D. per l'anno 2021-2022, al fine di effettuare gli screening per la ricerca di soggetti Pwid affetti da Hcv con il personale medico ed infermieristico". Federserd partecipa infine a vari progetti nazionali tra cui il progetto 'Hand', che di fatto, basandosi su pareri espressi da esperti di vari ambiti specialistici di fama nazionale, delinea "in maniera precisa" su come assolvere i compiti assegnati con interventi idonei per la formazione degli operatori, attraverso il supporto di Reti territoriali per la prevenzione e la cura dell'Hcv. Per gli aspetti tecnici sono stati coinvolti i Ser.D., i reparti di Malattie Infettive, di Gastroenterologia e i reparti ospedalieri di Medicina che si occupano di epatopatie. "Vista la complessità dell'intervento multiprofessionale è necessaria la formazione e il supporto tecnico da parte di professionisti qualificati- conclude il presidente Faillace- per poter assolvere appieno il compito assegnato".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)