Gaza, “vitale il lavoro di Unrwa per la vita dei palestinesi. No ai tagli”

Save the Children e altre organizzazioni esortano i Paesi donatori a confermare il sostegno: “Per far fronte alle necessità della popolazione, servono molti più aiuti, non meno”. Medici senza Frontiere “profondamente allarmata”

Gaza, “vitale il lavoro di Unrwa per la vita dei palestinesi. No ai tagli”

Da una parte c'è la Corte dell'Aia, che chiede di garantire aiuti umanitari a Gaza. Dall'altra ci sono otto Paesi dell'Onu, tra cui l'Italia, che decidono di sospendere il sostegno all'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi . Medici senza Frontiere di dichiara “profondamente allarmata” per la “decisione di alcuni paesi di sospendere i finanziamenti all'UNRWA, i cui aiuti sono un’ancora di salvezza per milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e nella regione. A Gaza, la crisi umanitaria ha raggiunto livelli catastrofici e ogni ulteriore limitazione degli aiuti si tradurrà in più morti e sofferenze. Le organizzazioni umanitarie stanno già lottando per soddisfare anche solo una parte dei bisogni umanitari più urgenti. “Per far fronte alle necessità della popolazione sono necessari molti più aiuti, non meno. Le conseguenze che i tagli ai finanziamenti avranno contraddicono le misure emesse dalla Corte internazionale di giustizia, che prevedono azioni immediate per garantire l’ingresso di un flusso sufficiente di aiuti umanitari a Gaza”. Per questo, Medici senza Frontiere “continua a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo e di facilitare un maggiore e continuo afflusso di aiuti umanitari”.

Link 2007: “Decisione sbagliata”

Anche Link 2007, la rete di Ong di solidarietà e cooperazione internazionale, chiede al Governo italiano di rivedere la sospensione dei finanziamenti all’Unrwa. “Di fronte alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza e all’urgenza, sottolineata anche dalla recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aia, di garantire l’accesso e l’implementazione degli aiuti umanitari nell’area della Striscia, la sospensione dei finanziamenti rischia di avere un impatto durissimo sulla popolazione già allo stremo. Con circa un milione di persone sfollate e accolte all’interno o nei pressi dei 154 centri protetti allestiti dall’Unrwa, l’agenzia svolge un ruolo insostituibile nel garantire accesso a beni essenziali a partire da cibo e acqua potabile. Va sottolineato inoltre che, dall’inizio del conflitto, l’Unrwa ha pagato un prezzo altissimo e senza precedenti, con 152 dipendenti uccisi e 141 strutture danneggiate dai bombardamenti. Rivolgiamo il nostro appello al Governo italiano e ai Governi donatori, chiedendo di non chiudere gli occhi sul dramma della popolazione di Gaza e di premere perché sia garantito il pieno rispetto dei principi umanitari e del diritto umanitario internazionale”.

Precisa la rete di Ong: “Senza in alcun modo minimizzare l’assoluta gravità delle accuse nei confronti di alcuni dipendenti dell’Unrwa, su cui le Nazioni Unite hanno immediatamente avviato una indagine adottando giustamente misure severe, invitiamo ad un ripensamento rispetto alla decisione della sospensione dei fondi, che appare sproporzionata e sbagliata, perché colpisce chi attende aiuti umanitari in una situazione che la cui gravità richiede interventi urgenti per la stessa sopravvivenza delle persone, a partire dalle molte estremamente vulnerabili”.

Save the Children: “Allibiti: si taglia ancora di salvezza”

Anche Save the Children e altre organizzazioni umanitarie si dicono “profondamente preoccupati per il fatto che alcuni dei maggiori donatori abbiano deciso di sospendere i finanziamenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (Unrwa), il principale fornitore di assistenza per milioni di palestinesi a Gaza e nella regione, proprio nel momento in cui si sta verificando un rapido peggioramento della catastrofe umanitaria nella Striscia. La sospensione dei finanziamenti da parte dei Paesi donatori avrà un impatto sugli aiuti salvavita per oltre due milioni di civili, di cui più della metà sono bambini, che dipendono dal sostegno dell'Unrwa a Gaza. La popolazione rischia di morire di fame, di affrontare una carestia e di essere colpita da epidemie, a causa dei continui bombardamenti indiscriminati di Israele e della privazione degli aiuti a Gaza”.

Da un lato le organizzazioni sono favorevoli alla “rapida indagine dell'Unrwa sul presunto coinvolgimento di alcuni membri del personale delle Nazioni Unite negli attacchi del 7 ottobre”; dall'altra, però, “siamo allibiti di fronte alla decisione sconsiderata di tagliare un'ancora di salvezza per un'intera popolazione proprio da parte di alcuni dei Paesi che avevano chiesto di intensificare gli aiuti a Gaza e di proteggere gli operatori umanitari mentre svolgono il loro lavoro. Questa decisione arriva mentre la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato un'azione immediata ed efficace per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili di Gaza”.

Quanto gli operatori di Unrwa siano in prima linea nella crisi drammatica nella Striscia, lo dimostrano i numeri: “152 membri del personale Unrwa sono già stati uccisi – ricordano le organizzazioni - e 145 strutture Unrwa sono state danneggiate dai bombardamenti. L'Unrwa è la più grande agenzia umanitaria a Gaza – rammentano le organizzazioni - e il suo lavoro non può essere svolto da altre agenzie che operano a Gaza. Se le sospensioni dei finanziamenti non saranno revocate, rischiamo di assistere al completo collasso della già limitata risposta umanitaria a Gaza”.

Non solo: “Si stima che siano oltre un milione gli sfollati palestinesi che si rifugiano[3] nei 154 centri di accoglienza dell'UNRWA o nei dintorni, per i quali l'agenzia e le organizzazioni umanitarie hanno continuato a lavorare in circostanze quasi impossibili per fornire cibo, vaccinazioni e acqua potabile. I Paesi che sospendono i fondi rischiano di privare ulteriormente i palestinesi della regione di cibo, acqua, assistenza e forniture mediche, istruzione e protezione”. Per questo, le organizzazioni sollecitano i Paesi donatori a “confermare il sostegno al lavoro vitale che l'Unrwa e i suoi partner svolgono per aiutare i palestinesi a sopravvivere a una delle peggiori catastrofi umanitarie dei nostri tempi. Li esortiamo a revocare le sospensioni dei finanziamenti, rispettare i loro doveri nei confronti del popolo palestinese e aumentare l'assistenza umanitaria per i civili in grave difficoltà a Gaza e nella regione”.

L'appello è firmato da: Save the Children, War Child Alliance, ActionAid, Norwegian Refugee Council, Diakonia, Oxfam, Première Urgence Internationale, Médecins du Monde France, Spain, Switzerland, Canada, Germany Danish Refugee Council, Johanniter International Assistance. The Association of International Development Agencies – Aida, Humanity & Inclusion/ Handicap International (HI), INTERSOS, CCFD-Terre Solidaire, International Council for Voluntary Agencies, Norwegian People's Aid, Plateforme des ONG françaises pour la Palestine, Norwegian Church Aid, DanChurchAid, American Friends Service Committee, Caritas Internationalis.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)