Giornata rifugiati, in Italia più respingimenti e accoglienza in calo

A tracciare il quadro della situazione è un rapporto di Aida (Asylum Information Database). “Uso sproporzionato e scorretto di decisioni manifestamente infondate, che compromette i diritti di difesa e protezione dei richiedenti asilo”

Giornata rifugiati, in Italia più respingimenti e accoglienza in calo

Porti chiusi e respingimenti indiretti in Libia, con almeno 8.406 persone rintracciate dalla guardia costiera libica e riportate a Tripoli. E poi, progetti di accoglienza progressivamente svuotati e richieste d’asilo in calo. A fare il quadro del diritto d’asilo in Italia nel 2019 è Aida (Asylum Information Database). 

“Nonostante l'opposizione di numerose associazioni tra cui l'Asgi e l'appello del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, il protocollo d'intesa tra Italia e Libia, giudicato non conforme alla Costituzione italiana e alle leggi internazionali da un tribunale penale, è stato rinnovato nel febbraio 2020 - ricorda il report -. Nel 2019 il Tribunale civile di Roma ha consentito l'accesso alla procedura di asilo dall'estero ad alcuni eritrei che erano stati illegalmente rimpatriati in Libia nel 2009. In altri due casi, ha ordinato di rilasciare visti umanitari per consentire l'ingresso di minori, uno dei quali era in Libia”.

A seguito di un decreto ministeriale, poi, è stata introdotta una procedura di frontiera, presente dallo scorso anno nel quadro giuridico e ora applicabile nelle zone di confine e nelle zone di transito. Questo decreto identifica le aree di confine e di transito in cui si applica la procedura accelerata per l'esame delle domande di asilo quando una persona elude o tenta di eludere i controlli alle frontiere. Le prime applicazioni del decreto hanno già rivelato la controversia del concetto di "evasione dei controlli alle frontiere". È stato inoltre adottato un elenco di 13 paesi di origine sicuri. “È inoltre documentato che tra le domande di asilo esaminate nell'ambito di procedure accelerate sussiste un uso sproporzionato e scorretto di decisioni manifestamente infondate, il che compromette i diritti di difesa e protezione dei richiedenti asilo” spiega il report.

Meno persone in accoglienza ma aumentano i grandi centri

Il rapporto sottolinea come i nuovi  regimi di capitolato d'oneri adottati dal Ministero dell'Interno abbiano portato a una progressiva chiusura dei piccoli centri di accoglienza e ad un consistente coinvolgimento nel sistema di accoglienza di grandi organizzazioni a scopo di lucro. “Le prefetture sono state autorizzate ad adeguare le basi d'asta per i costi di locazione e sorveglianza, ma senza un miglioramento della scarsa qualità dei servizi offerti ai richiedenti asilo nei centri di accoglienza. Nonostante il calo degli arrivi, la maggior parte delle strutture di accoglienza sono ancora centri di accoglienza d'emergenza - spiega Aida -. Alla fine del 2019, il numero di richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale nel sistema di accoglienza era di 67.036, distribuiti tra 10 centri di accoglienza e hotspot governativi e 6.004 in Cas (Centri di accoglienza straordinaria). Rispetto al 2018, il numero di Cas è diminuito del 33% ma le modifiche imposte dal capitolato d'oneri hanno portato alla chiusura di molti Cas di piccole dimensioni e alla distribuzione di migranti in grandi centri con pochi, se non nessun servizio. Con decreto del 18 novembre 2019, sono state emesse nuove linee guida per il sistema Sprar /Siproimi, tra cui nuovi servizi per i minori non accompagnati.

Inoltre, le modifiche introdotte dal decreto legislativo 113/2018, in particolare il divieto della registrazione all'anagrafe, hanno reso estremamente difficile l'accesso ai servizi territoriali per i richiedenti asilo. Tuttavia, molti tribunali hanno ritenuto illegale l'esclusione dei richiedenti asilo dalla registrazione della residenza.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)