Gli esodi forzati aumentano: +1,6 milioni di persone costrette a fuggire rispetto al 2020

Nel 2021 sono state più di 84 milioni le persone costrette a fuggire. Gli sfollati interni 51 milioni, in maggioranza da Africa, Myanmar e Afghanistan. Conflitti, Covid-19, povertà, insicurezza alimentare ed emergenza climatica, una combinazione letale. Il rapporto Mid-Year Trends dell'Unhcr

Gli esodi forzati aumentano: +1,6 milioni di persone costrette a fuggire rispetto al 2020

Nel primo semestre del 2021 sono state più di 84 milioni le persone costrette nel mondo a fuggire a causa di violenze, insicurezza e degli effetti dell'emergenza climatica. Rispetto alla fine del 2020, si registra un aumento di 1,6 milioni di persone. E' quanto emerge dal rapporto Mid-Year Trends pubblicato oggi dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l'Unhcr.

Stando a quanto riporta l'ente dell'Onu in una nota, l'incremento rispetto alle 82,4 milioni di persone che erano state costrette a fuggire riscontrato alla fine dell'anno scorso "deriva in larga parte dall'aumento di sfollati interni, con sempre più persone in fuga dai molteplici conflitti in tutto il mondo, specialmente in Africa".

Il rapporto, inoltre, prosegue il comunicato, "osserva come le restrizioni ai confini imposte dal Covid-19 abbiano continuato a limitare l'accesso all'esercizio del diritto di asilo in numerose parti del mondo".

"La comunità internazionale sta venendo meno alla responsabilità di prevenire violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, fattori che continuano a costringere le persone a fuggire dalla propria terra", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario Onu per i rifugiati. "Inoltre, gli effetti dei cambiamenti climatici stanno aggravando le vulnerabilità esistenti in numerose aree che accolgono le persone costrette a fuggire".

Stando a quanto si evidenzia nel rapporto, nella prima metà del 2021 il numero di sfollati interni ha quasi raggiunto quota 51 milioni, per lo più a cause di violenze e conflitti. La maggior parte dei nuovi esodi interni, si legge nella nota, "si è verificata in Africa, come in Repubblica Democratica del Congo (1,3 milioni di persone sfollate) e in Etiopia (1,2 milioni). Le violenze in corso in Myanmar e in Afghanistan hanno parimenti costretto persone a fuggire durante i primi sei mesi dell'anno".

Dal documento dell'Unhcr emerge inoltre che "anche il numero di rifugiati è continuato ad aumentare nella prima metà del 2021, portandone il totale a quasi 21 milioni. La maggior parte dei nuovi rifugiati - si apprende dal comunicato - proviene da cinque Paesi: Repubblica Centrafricana (71.800 persone), Sud Sudan (61.700), Siria (38.800), Afghanistan (25.200) e Nigeria (20.300)".

L'Unhcr afferma che "la combinazione letale di conflitti, Covid-19, povertà, insicurezza alimentare ed emergenza climatica ha aggravato la difficile situazione umanitaria delle persone in fuga, la maggior parte delle quali è accolta in aree geografiche in via di sviluppo".

L'agenzia Onu denuncia nella nota che "le soluzioni in loro favore continuano a scarseggiare. Nei primi sei mesi del 2021, meno di un milione di sfollati interni e solo 126.700 rifugiati hanno potuto fare ritorno a casa".

"La comunità internazionale deve fare di più per ristabilire la pace e, allo stesso tempo, assicurare che vi siano risorse a disposizione delle persone costrette a fuggire e delle comunità che li accolgono", ha aggiunto Filippo Grandi. "Sono le comunità e i Paesi dotati di meno risorse a continuare a farsi maggiormente carico dell'onere di assicurare protezione e assistenza alle persone in fuga, ed è pertanto necessario che siano sostenuti in modo più efficace dal resto della comunità internazionale".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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