Guerra in casa. Sofia in fuga da Crimea e Ucraina: “I miei genitori sostenitori di Putin rifiutano la realtà”

REPORTAGE. La donna ha passato la frontiera con la Romania e ora è diretta in Spagna. “Non perdonerò mai la Russia per questa guerra: i nostri amici e i loro figli stanno morendo. Questo spargimento di sangue e l'uccisione di bambini non è la salvezza dei russofoni”

Guerra in casa. Sofia in fuga da Crimea e Ucraina: “I miei genitori sostenitori di Putin rifiutano la realtà”

La macchina è carica, le valigie stracolme faticano a chiudersi. Nel vano posteriore ci sono le buste con i viveri, il trasportino del cane e due grosse taniche di benzina, usate per scappare via e passare il confine. Sofia e suo marito sono arrivati solo ieri a Radauti, cittadina rumena a pochi chilometri dalla frontiera con l’Ucraina, ma sono già pronti a ripartire. Li attendono migliaia di chilometri in macchina per arrivare in Spagna dove sono già al sicuro i loro due bambini, di 8 e 5 anni.
La storia della loro famiglia non è una storia come le altre. La guerra per loro si vive anche in casa e ha già prodotto spaccature, esodi forzati e continue fughe verso un posto più sicuro. E mentre Sofia scappa di paese in paese i suoi genitori, sostenitori di Putin, non capiscono le sue scelte e continuano a sostenere la guerra in Ucraina.

Prima che la regione venisse annessa dalla Russia nel 2014, Sofia viveva in Crimea, poi insieme al marito ha deciso di trasferirsi in Ucraina. “Non perdonerò mai la Russia per la Crimea occupata, Donetsk e Luhansk e questa guerra, in cui i nostri amici e i loro figli stanno morendo. Nel 2014 con mio marito siamo andati via dalla Crimea perché non volevamo vivere sotto l’occupazione e ora ci ritroviamo nella stessa situazione a dover ricominciare da zero, con una nuova vita - racconta -. Sto piangendo da giorni, non solo per me ma per i nostri figli. Devono poter andare a scuola, avere la loro vita, perché non possono farlo nel loro paese? Mio marito è riuscito a uscire dal paese perché è esentato dal fare il militare ma i miei amici stanno combattendo per noi. E così i loro figli, noi siamo orgogliosi di loro. Siamo sicuri che presto vinceremo e potremo tornare a casa”.

Convinta che il conflitto si concluderà a breve, Sofia pensa che il soggiorno in Spagna durerà molto poco. “Vogliamo andare a prendere i bambini e poi tornare a casa. Forse andremo in Bulgaria ma poi di certo torniamo in Ucraina - aggiunge -. Siamo stanchi di cambiare paese, magari fra un mese, magari in estate ma torniamo a casa, lo faremo anche se la guerra non sarà finita. Abbiamo una fattoria da gestire, ricominciare tutto è impossibile. Eravamo in vacanza con le nostre nonne in Crimea, quando è iniziata la guerra. Per la sicurezza dei bambini, abbiamo deciso di lasciarli lì e di non riportarli a casa in Ucraina. Poi la madre di mio marito è partita con loro verso la Spagna. Per i nostri figli è stato un viaggio difficile, Sebastopoli, Mosca, Riga e poi la Spagna. Ora l’importante è che ora siano al sicuro”.

Sofia ci tiene a dire che la sua famiglia “parla fluentemente russo in Ucraina e non ha mai avuto problemi. La Russia deve sapere che i russofoni non hanno bisogno di essere salvati in Ucraina - aggiunge -. Questo spargimento di sangue e l'uccisione di bambini non è la salvezza dei russofoni”. Ma da mesi, proprio per queste sue posizioni, non parla più coi suoi genitori, sostenitori di Putin. “Non mi credono, non ci credono - ripete -. Hanno vissuto l’intera vita in Russia, guardano le news ma non capiscono. Ho smesso di parlare con loro, sono in grande difficoltà perché sono i miei genitori e sono scioccata anche per questo” dice mentre chiude gli ultimi pacchi. Poi prima che il sole tramonti, sale in macchina e ricomincia il suo lungo viaggio.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)