Iraq. Raid Usa uccide Gassem Soleimani, alto generale iraniano

Era stratega nei conflitti in Medio Oriente. Festeggiano centinaia di iracheni contrari alle ingerenze dell'Iran. Ma il primo ministro uscente teme il rischio di "una guerra devastante". Fassino (Pd): fermare subito la spirale di violenza

Iraq. Raid Usa uccide Gassem Soleimani, alto generale iraniano

ROMA - È rimasto ucciso in un raid aereo delle forze statunitensi Qassem Soleimani, uno tra i principali generali dell'Iran impegnati nei vari conflitti in Medio oriente. L'attacco è avvenuto in Iraq ieri notte, nei pressi dell'aeroporto di Baghdad e ad ordinarlo è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come ha riferito il Pentagono. "L'esercito americano - come hanno spiegato dal dipartimento della Difesa in una nota- uccidendo Qassem Soleimani, ha assunto delle misure difensive decisive per proteggere il personale americano all'estero". 

Secondo il Pentagono Soleimani "stava progettando dei piani per attaccare dei diplomatici e dei soldati americani nella regione".

Il raid americano è stato ordinato tre giorni dopo una grande manifestazione che si è svolta davanti l'ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad, a cui hanno partecipato centinaia di iracheni filo-iraniani. In molti hanno bruciato le bandiere americani e intonato slogan come "morte all'America", in seguito vari facinorosi hanno anche vandalizzato la sede diplomatica. All'origine delle proteste, gli attacchi condotti dagli Stati Uniti contro una milizia paramilitare irachena, Hashd al-Shaabi (le Forze di mobilitazione popolare, Pmf), in cui hanno perso la vita circa 25 combattenti. Alla fine a convincere i dimostranti a interrompere la protesta sono stati proprio i vertici delle Forze di Hashd al-Shaabi.

Nell'attacco di ieri non solo è stato colpito il convoglio in cui è rimasto ucciso il generale iraniano, ma anche miliziani di Hashd al-Shaabi. Ha così perso la vita anche Abou Mahdi Al-Mouhandis, il numero due di questa milizia che risulta integrata nell'esercito iracheno. Dopo l'annuncio della morte di Al-Mouhandis e Soleimani, centinaia di iracheni contrari alle ingerenze dell'Iran nel Paese hanno festeggiato tra le strade del centro, come testimoniano vari video che stanno circolando in internet.

Qassem Soleimani era il generale a capo di un reparto speciale dei Guardiani della rivoluzione iraniana, le forze 'Al-Quds'. Prossimo alla Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, questo stratega di 62 anni era incaricato di rafforzare l'influenza dell'Iran in vari teatri di conflitto, in particolare sostenendo gruppi paramilitari che si definiscono espressione degli interessi delle comunità sciite: non solo Iraq quindi, ma anche Siria e Libano. Ali Khamenei ha commentato la notizia dichiarando che "una severa vendetta attenderà ora i criminali".

Il primo ministro uscente iracheno ha contestato l'aggressione, definendola un attacco "contro l'Iraq, lo Stato, il suo governo e il suo popolo", quindi ha paventato il rischio che l'iniziativa "scatenerà una guerra devastante". Appello alla calma e ad evitare l'escalation giunge anche da Russia, Cina e Francia.

Fassino: fermare subito la spirale di violenza

"Fermare la spirale di conflitti e violenze che attanaglia Mediterraneo e Medio Oriente. In queste ore è la assoluta priorità a cui devono dedicare tutte le loro energie le Nazioni Unite, l'Unione Europea e ogni governo che voglia bloccare la drammatica corsa a nuove sofferenze e tragedie". Lo ha dichiarato in una nota Piero Fassino della Direzione PD e Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera. "Gli eventi drammatici delle ultime settimane in Iraq, fino al raid aereo americano di questa notte- sottolinea Fassino- rischiano infatti di aprire un nuovo fronte di conflitti e violenze in una regione, dal Golfo Persico a Gibilterra, già pesantemente colpita dalle guerre in Yemen, Siria, Libia e dalla instabilità che affligge molti altri paesi. L'Italia assuma insieme all'Unione Europea tutte le iniziative necessarie a evitare altri drammatici conflitti".

"Le notizie che arrivano dall'Iraq e dalla Libia impongono a tutta la politica italiana un salto di qualità, oltre le beghe da cortile. Italia ed Europa agiscano per evitare ogni drammatica escalation". Cosi' su Twitter l'ex Segretario del Pd, Maurizio Martina.
"Grande preoccupazione per l'altissimo livello di tensione in Iraq dopo le violenze dei giorni scorsi contro l'ambasciata Usa e l'eliminazione di Soleimani. L'Italia e l'Europa assumano tutte le iniziative utili per scongiurare un'escalation incontrollabile nell'area". Così, su Twitter, il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)