Joy, Jawad e Nazifa, rifugiati del Centro Astalli, incontrano il presidente Mattarella

La visita è avvenuta in occasione del 40° anniversario di attività che ricorre il prossimo 14 novembre. Padre Ripamonti “Accogliere e integrare i rifugiati è la cosa giusta da fare. Preoccupazione per i migranti ai confini d’Europa”

Joy, Jawad e Nazifa, rifugiati del Centro Astalli, incontrano il presidente Mattarella

Joy, Jawad e Nazifa, una giovane rifugiata nigeriana e una coppia di coniugi afgani accompagnati da padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, sono stati ricevuti dal Presidente della Repubblica. L’incontro è avvenuto in occasione del 40° anniversario di attività che ricorre il prossimo 14 novembre, nel giorno della nascita del fondatore padre Pedro Arrupe.

I tre rifugiati, che sono sostenuti dal Centro Astalli nel loro percorso di integrazione in Italia, hanno avuto modo di raccontare al Capo dello Stato la loro storia personale, i motivi della fuga dai loro Paesi di origine e il percorso di inclusione in Italia. Joy, in particolare, ha raccontato al Presidente la condizione di violenza e persecuzione cui sono sottoposte in Nigeria le persone albine come lei. Ma soprattutto ha voluto condividere la gioia della laurea arrivata il mese scorso e l’amicizia che la lega al Centro Astalli, che l’ha accompagnata ogni giorno del suo percorso a Trento, dove ha vissuto dal suo arrivo dalla Libia a Lampedusa.

Jawad e Nazifa hanno riferito al Presidente la grande preoccupazione per le loro famiglie di origine, bloccate a Kabul. Fratelli, sorelle e nipoti cui non riescono a far arrivare viveri e beni di prima necessità, ormai irreperibili in Afghanistan. I familiari non escono di casa dal giorno dell’attentato all’aeroporto di Kabul, perché sono di etnia hazara e hanno lavorato per anni con la cooperazione allo sviluppo italiana.

I rifugiati che hanno lasciato il loro Paese per mettersi in salvo da guerre e persecuzioni e che hanno fatto il loro percorso di accoglienza e integrazione in Italia sono stati ricevuti dal Capo dello Stato al Quirinale. Un momento bello e ricco di significati - sottolinea Ripamonti -. Noi ne vogliamo sottolineare in particolare uno: il Presidente, accogliendoci, ha mostrato il volto di un’Italia solidale e aperta. I rifugiati sono parte delle nostre comunità, contribuiscono alla nostra crescita umana e culturale e rappresentano il volto del futuro”. Durante l’incontro Ripamonti ha voluto condividere con il Presidente la preoccupazione per i migranti alle frontiere d’Europa: “Al confine polacco si sta consumando l’ennesima tragedia in cui le vittime sono uomini e donne vulnerabili e in cerca di salvezza. Molti di loro sono afgani e scappano dal regime talebano".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)