La Tunisia reprime se stessa

Lo sguardo al Paese nordafricano di due volontarie appena rientrate: il rischio della svolta autoritaria, sindaci deposti, sale la disoccupazione e aumenta l’odio verso gli stranieri

La Tunisia reprime se stessa
«Rammentiamo alle autorità pubbliche e alla collettività tunisina il rispetto dei diritti umani e il loro dovere di ospitalità e di protezione dei non cittadini. È ora che la Tunisia sia all’altezza della sua gloriosa storia: una terra africana di accoglienza e di diversità». È l’appello lanciato da 40 organizzazioni di attivisti e 160 personalità nella crisi innescata dal presidente Kaïs Saïed. Raccontano Silvia Di Meo e Ludovica Alberti, volontarie appena rientrate dall’ultima “missione” del progetto...