La sanità in Veneto sempre più "ibrida"

La sanità veneta? Sempre più ibrida: all’«eccellenza» punta dell’iceberg corrisponde la vocazione a privatizzare.

La sanità in Veneto sempre più "ibrida"

Se con le giunte Galan si promuoveva l’edilizia sanitaria (i nuovi ospedali di Mestre, Santorso e Schiavonia con il progetto miliardario a Padova senza esito) – la presidenza Zaia fa i conti con le “vacche magre” e il pressing della concorrenza privata. Lo conferma la delibera del 31 luglio scorso che contiene la “Relazione socio sanitaria 2023”, che a pagina 357 certifica i quasi 2 miliardi di euro erogati ai privati accreditati

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Statisticamente, l’anno scorso il 16,6% dei costi di produzione del Servizio sanitario regionale è stato assorbito dai privati… Numeri eloquenti che la Regione, in base agli accordi sottoscritti, dovrebbe verificare insieme all’erogazione dei soldi pubblici. I privati contabilizzano 90.712 ricoveri di residenti: il 16,4% del totale. Hanno erogato 9.056.677 prestazioni di specialistica ambulatoriale sempre ai veneti (il 13,7%) più altre 491.517 per extra Veneto. Ancora: 147.041 accessi ai Pronto Soccorso privati, cioè l’8,3% del totale.

Nella relazione si legge: «E’ stato assegnato un budget di 628 milioni di euro a privati accreditati per erogare attività a cittadini regionali, di cui 383 milioni di euro per ricoveri, 124 milioni di euro per specialistica erogata da strutture private ospedaliere e 121 milioni di euro per specialistica erogata da strutture esclusivamente ambulatoriali. Inoltre è stato assegnato nel 2022 un budget aggiuntivo per recuperare le prestazioni sospese per la pandemia da Covid pari a 14 milioni di euro per le strutture esclusivamente ambulatoriali e 16 milioni di euro per ricoveri e prestazioni ambulatoriali per gli erogatori ospedalieri». Questo il quadro dettagliato nel periodo pandemico:

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Fonte: Comunicato stampa