Le famiglie ripartono, la disuguaglianza resta. Il rapporto Istat-Banca d'Italia sul patrimonio alle famiglie italiane

Permane l’abitudine degli italiani a voler soprattutto conservare i loro risparmi o metterli nel cassetto del fondo pensione o assicurativo

Le famiglie ripartono, la disuguaglianza resta. Il rapporto Istat-Banca d'Italia sul patrimonio alle famiglie italiane

Dopo tre anni di contrazione, la ricchezza netta delle famiglie italiane nel periodo 2016-2017 è cresciuta. Si tratta di un capitale imponente a quanto rileva un’indagine integrata Istat-Banca d’Italia che parla de “La ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie in Italia”.

Il totale calcolato è pari a 9743 miliardi di euro: il risultato è dato dalla somma del patrimonio abitativo e delle attività finanziarie al netto delle passività (composte da prestiti e mutui ad esempio). La quota più consistente della ricchezza familiare è data dalle abitazioni (il 49%). È sempre stato così d’altronde, si ricorda nel rapporto di ricerca che nel 2011 il valore delle abitazioni copriva il 54% della ricchezza familiare. Dopo una contrazione il valore delle case è tornato a salire. Invece dal lato delle attività finanziarie è salita la quota dei depositi, mentre è scesa la porzione di investimenti in azioni o titoli. Questo dimostra una certa sfiducia nei mercati, mentre permane l’abitudine degli italiani a voler soprattutto conservare i loro risparmi o metterli nel cassetto del fondo pensione o assicurativo per cercare di prevedere il futuro e i rischi. Da questi comportamenti deriva un atteggiamento di prudenza dei nuclei familiari.

Dal rapporto si apprende anche una seconda informazione: la ricchezza netta delle famiglie italiane è superiore a quella degli altri Paesi, anche se la differenza con gli altri paesi nel periodo preso in considerazione è diminuita. In particolare segnala il rapporto è il reddito ad essere stagnante: infatti si legge “Se misurata in rapporto alla popolazione, in Italia la ricchezza netta familiare è risultata superiore agli altri paesi nel 2008 e nel 2009; negli anni successivi essa si è mantenuta su valori stabili, mentre negli altri paesi è aumentata. Alla fine del 2017 il valore della ricchezza pro capite delle famiglie italiane si è collocato leggermente al di sopra di quello delle famiglie tedesche”, “tutti gli altri paesi hanno un reddito pro-capite familiare superiore».

Si sottolinea così un elemento trascurato nel rapporto: la difficoltà a combattere le disuguaglianze che sono cresciute negli ultimi dieci anni, perché – come segnala l’Asvis (alleanza italiana per gli obiettivi di sviluppo sostenibile formulati dall’Onu) – sebbene il reddito sia aumentato nell’ultimo periodo, ancora il 20,6% delle famiglie italiane vive con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano, mentre la distanza tra il reddito disponibile del 20% della popolazione più ricca e il 20% di quella più povera è aumentata dal 5,2% al 6,3% tra il 2007 e il 2016.

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Fonte: Sir