Libia, si rinnova il Memorandum. In sei anni 124 milioni di euro per fermare i migranti

Secondo l’osservatorio “The big wall” di ActionAid l’Italia ha destinato più di 100 milioni di euro alla Libia per mezzi navali e terrestri, strumentazioni satellitari e corsi di formazione per fermare i flussi migratori verso l’Unione Europea. Contro il rinnovo le ong in piazza a Montecitorio

Libia, si rinnova il Memorandum. In sei anni 124 milioni di euro per fermare i migranti

Oltre 124 milioni di euro in sei anni per fermare i migranti. Si rinnova oggi per altri tre anni il Memorandum di Intesa tra l’Italia e il Governo di accordo nazionale libico, firmato nel 2017 dall’allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e Fayez Mustafa Serraj, presidente del Consiglio Presidenziale. Un'intesa (mai ratificata dal Parlamento) che ha come obiettivo il rafforzamento della cooperazione tra i due paesi al fine di aumentare la capacità del paese nordafricano di fermare i flussi migratori verso l’Unione Europea. E che in questi anni ha previsto un ingente investimento di risorse. Secondo  un monitoraggio dell’osservatorio “The big wall” di ActionAid dal 2017 a oggi l’Italia ha destinato poco più di 124 milioni di euro per la fornitura di mezzi navali e terrestri, di motori, di strumentazione satellitare, di corsi di formazione, oltre che per la rimessa in efficienza di imbarcazioni e la fornitura di moduli abitativi per la creazione di un sistema integrato di controllo delle frontiere marittime e terrestri in Libia. 

“Si tratta di una stima al ribasso - spiegano i ricercatori -. Una spesa difficile da monitorare, sia per la complessità nelle modalità di gestione, sia per i continui silenzi e dinieghi che le Pubbliche Amministrazioni coinvolte, in particolare Ministero dell’Interno e Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, antepongono alle continue richieste di accesso alla documentazione di dettaglio relativa ai progetti. Sullo sfondo un Parlamento che non ha mai svolto quella necessaria funzione di controllo sulla spesa che, secondo ActionAid, andrebbe estesa anche al merito delle attività finanziate, in particolare con riferimento alle conseguenze sui diritti umani delle persone migranti”.  

Un tragico bilancio

Stando ai numeri tra il 2017 e la fine del 2022, sono state 100.000 le persone intercettate in mare e riportate in Libia. La maggior parte è finita  in centri di detenzione controllati dalle milizie subendo sequestri, torture e violenze. Non solo, secondo gli esperti, è quasi raddoppiato il tasso di mortalità in mare – vale a dire la percentuale di persone annegate e disperse sul totale - che ha raggiunto il suo picco nel 2019, quando un migrante ogni dieci che “prendeva il mare” è annegato o è finito disperso. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni dal 2016 ad oggi sono state quasi 14000 le persone morte o disperse nel Mediterraneo Centrale. 

Le politiche di esternalizzazione delle frontiere vengono finanziate con centinaia di milioni di euro di risorse provenienti dal bilancio dello Stato. La maggior parte di questi soldi, in particolare per quanto riguarda la Libia, sono gestiti in modo poco trasparente e senza meccanismi adeguati di accountability in materia di Diritti Umani – spiega Lorenzo Figoni, policy advisor di ActionAid -. Il Parlamento svolge un ruolo marginale: vota i finanziamenti attraverso l’istituzione di fondi ad hoc in Legge di Bilancio, ma non chiede mai conto di questa spesa, così come delle strategie e delle politiche che di volta in volta le diverse compagini governative senza soluzione di continuità hanno adottato negli ultimi anni in materia di politiche migratorie esterne. È urgente che il Parlamento torni a svolgere una necessaria funzione di controllo di questa spesa e che, anziché rafforzare la cooperazione con la Libia sul fronte del controllo migratorio come recentemente annunciato dalla Presidente Meloni in visita a Tripoli, si abbandonino finalmente le fallimentari politiche di esternalizzazione, a partire dalla cancellazione del Memorandum di Intesa con Libia, riportando i diritti dei migranti al centro delle politiche migratorie”. 

Contro il rinnovo del Memorandum Italia-Libia protestano innanzitutto le ong che operano nel salvataggio in mare. L’ong spagnola Open Arms alle 14 (in concomitanza con la discussione in Aula) sarà in piazza Montecitorio con una piccola delegazione per un’ azione dimostrativa.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)