Migranti, Comitato contro tortura: paesi Ue proteggano e non respingano

Il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa invita i governi europei a "proteggere i cittadini stranieri privati della libertà secondo la...

Migranti, Comitato contro tortura: paesi Ue proteggano e non respingano

Il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa invita i governi europei a "proteggere i cittadini stranieri privati della libertà secondo la legislazione sull'immigrazione da qualsiasi maltrattamento e a porre fine ai respingimenti alle frontiere terrestri o marittime, in particolare ai confini dell'Unione europea". Lo comunica il Cpt in occasione della pubblicazione del rapporto annuale 2022 su sette visite periodiche (Croazia, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e San Marino) e nove visite per esaminare questioni specifiche (Azerbaigian, Belgio, Cipro, Grecia, Montenegro, Repubblica di Moldova, Romania, Turchia e Regno Unito).

Dal 2009 il Cpt ha raccolto "numerose denunce di maltrattamenti nei confronti di cittadini stranieri da parte della polizia e delle guardie di frontiera". Un numero crescente di persone dichiara di essere stato oggetto di "respingimenti-allontanamento violento", senza considerare la situazione personale, durante intercettazioni in mare, nelle zone di transito, nelle stazioni di polizia e di guardia di frontiera.

Alan Mitchell, presidente del Cpt, ha dichiarato: "Diversi Paesi europei devono affrontare sfide migratorie molto complesse alle loro frontiere, ma questo non significa che possano ignorare i loro obblighi in materia di diritti umani. I respingimenti sono illegali, inaccettabili e devono finire. I governi- esorta Mitchell- devono disporre di garanzie efficaci per proteggere le persone detenute in base alle leggi sull'immigrazione e mettere in atto meccanismi per prevenire qualsiasi tipo di maltrattamento alle frontiere".

Negli anni il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) ha identificato "maltrattamenti nei respingimenti dei migranti con percosse al momento dell'arresto (pugni, schiaffi, colpi di manganello) da parte della polizia, delle guardie di frontiera o delle guardie costiere, che a volte rimuovono i loro cartellini di identificazione e le insegne della polizia per nascondere la loro identità".

Nel suo rapporto annuale 2022, il Cpt denuncia inoltre forme di trattamento disumano come "sparare proiettili vicino al corpo delle persone mentre giacciono a terra, spingerle nei fiumi, togliere loro vestiti e scarpe". Il Cpt esprime preoccupazione per "le famiglie con bambini, per i minori non accompagnati e per le persone vulnerabili, spesso detenute in condizioni disumane o degradanti".

Il rapporto invita i governi a "rafforzare le garanzie per ridurre significativamente il rischio di maltrattamenti e i respingimenti collettivi alle frontiere". Ogni cittadino straniero intercettato o fermato alla frontiera "dovrebbe essere identificato e registrato individualmente, sottoposto a uno screening sanitario e a una valutazione della vulnerabilità, e dovrebbe avere la possibilità di chiedere asilo". Il Cpt ricorda che "la detenzione per immigrazione dovrebbe essere utilizzata solo come misura di ultima istanza per i cittadini stranieri che attraversano le frontiere ed esprime preoccupazione per il tentativo di alcuni Stati membri del Consiglio d'Europa di introdurre misure che mirano a legalizzare le pratiche di respingimento". (www.agensir.it) (DIRE)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)