Migranti. A Roma "controvertice" sull'Africa: no sostegno a dittatori

Ad animarlo attivisti africani con Refugees in Libya e Mediterranea Saving Humans. L'evento è stato organizzato in concomitanza con il vertice tra il governo italiano e diversi capi di Stato africani, che si è tenuto ieri nella capitale

Migranti. A Roma "controvertice" sull'Africa: no sostegno a dittatori

In concomitanza del vertice tra il governo italiano e diversi capi di Stato africani, che si è tenuto ieri a Roma, le realtà associative Refugees in Libya e Mediterranea Saving Humans hanno promosso - sempre nella giornata del 23 luglio - l''Africa Counter Summit', un controvertice che ha visto la presenza di portavoce e attivisti rifugiati provenienti da diversi Paesi dell'Africa. In una nota gli organizzatori di questo appuntamento riferiscono: "La disamina dei memorandum, degli accordi militari e commerciali tra Unione Europea e Italia, che sostengono i regimi dittatoriali e antidemocratici dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo e dei paesi subsahariani, in cambio del 'blocco' in stato di detenzione di donne, uomini e bambini, sono stati al centro della giornata di lavoro del Counter Summit".
In una nota si legge: "'Africa Counter Summit' ha il preciso scopo di contrapporre alla narrazione governativa sul Mediterraneo e sull'Africa, basata sul sistematico occultamento della violazione dei diritti umani operata dai regimi al potere in questi Paesi, le dirette testimonianze di persone che ci sono nate e sono state costrette a fuggire, a causa delle insostenibili condizioni di vita". "Non possiamo parlare di accordi di sviluppo - commenta David Yambio, portavoce del movimento Refugees in Libya - se questi accordi non prevedono una libertà di movimento. Il tema centrale degli accordi tra Europa e Africa dovrebbe essere il rispetto dei diritti umani, ma così non è".
Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, ha riportato le parole di Papa Francesco, pronunciate durante l'Angelus di ieri. "E adesso desidero attirare l'attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell'Africa. Migliaia di essi, tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità".
"I miei compagni in Tunisia - racconta Majdi Karbai, ex parlamentare tunisino in esilio - sono accusati di cospirazione per aver incontrato l'ambasciatore italiano, ma il governo italiano corre ad abbracciare Saied, che ha proiettato il suo fallimento politico, economico e sociale su un capo espiatorio: i migranti sub-sahariani". "Le politiche di esternalizzazione delle frontiere da parte dell'Europa - continua l'attivista egiziano Noureldein Khalil che ha lasciato prima il dibattito per andare ad accogliere a Bologna il suo amico Patrick Zaki - hanno delle caratteristiche comune in tutto il Nord Africa. L'Egitto, come anche gli altri paesi, ricevono delle chiare istruzioni di controllo violento alle proprie frontiere che significa la morte e la scomparsa di migliaia di persone migranti nel deserto. I contratti politici e commerciali tra l'Ue e i paesi governati da dittatori non portano nessun beneficio alle popolazioni".
Dello stesso avviso anche l'attivista del Niger Moctar Dan Yayé (Alarm Phone Sahara) che dichiara "se il Mediterraneo è un cimitero a cielo aperto, il Sahara è una scena del crimine. Quello a cui noi assistiamo ai confini sempre più esternalizzati dell'Europa sono immagini di puro orrore, dove la vita degli esseri umani non vale nulla". I lavori dell'Africa Counter Summit si sono svolti presso l'auditorium di Spin Time Labs (Roma, Via di S. Croce in Gerusalemme, 55) e sono fruibili sui canali Youtube e Twitch di Mediterranea Saving Humans. Le nazionalità rappresentate nel Counter Summit sono state: Sudan (Kalid Abaker, Lam Magok); Egitto (Noureldein Khalil, Ahmed Arafa); Tunisia (Majdi Karbai); Gambia (Sullay Jallow); Sud Sudan (David Yambio); Benin (Koffi Michel Fadonougbo); Burkina Faso (Abu Traore); Senegal (Ibrahima Lo); Marocco (Hassane Ammari); Niger (Moctar Dan Yayé); Eritrea (Desemble). A chiusura degli interventi c'è stato un video-collegamento con un rifugiato sudanese fuggito dalla guerra e appena arrivati in Libia.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)