Migrazioni sanitarie, Casamica: in un anno + 25% di richieste di accoglienza per cure mediche in Lazio e Lombardia

Attraverso sei strutture distribuite tra Milano, Roma e Lecco, nel 2023 l’organizzazione ha aperto le porte circa 6mila persone, offrendo quasi 43mila notti di accoglienza

Migrazioni sanitarie, Casamica: in un anno + 25% di richieste di accoglienza per cure mediche in Lazio e Lombardia

Il fenomeno della migrazione sanitaria è in crescita. A confermarlo sono le rilevazioni dell’organizzazione di volontariato CasAmica che, in un solo anno, ha registrato un aumento del 25% delle richieste di accoglienza nelle proprie strutture dedicate alle persone costrette a sottoporsi a cure mediche fuori dalla propria regione e ai loro familiari. Nel 2023 l’organizzazione, attraverso sei strutture per migranti della salute distribuite tra Milano, Roma e Lecco, ha aperto le porte a circa 6mila persone, offrendo quasi 43mila notti di accoglienza. In quasi 40 anni di attività, CasAmica ha accolto complessivamente 100mila migranti della salute, provenienti principalmente dalle regioni del Sud Italia.

Come risulta da un recente report sulla migrazione sanitaria pubblicato da Fondazione Gimbe, la Lombardia (18,7%) è in testa alle regioni che coprono quasi la metà del totale della mobilità sanitaria attiva nel nostro Paese, seguita da Emilia-Romagna (17,4%), Veneto (12,7%) e Lazio (9,5%). Quasi tutte le Regioni meridionali hanno, invece, elevati indici di fuga, evidenziando un divario fra Nord e Sud in termini di servizi che ha un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle loro famiglie. Secondo il sondaggio Doxa Pharma e Bva Doxa “Curarsi lontano – uno sguardo sulla migrazione sanitaria”, infatti, circa 400.000 tra pazienti e accompagnatori hanno vissuto grandi difficoltà durante il percorso di cura, sia in termini emotivi che di costi. Lo stesso sondaggio stima che il tempo di permanenza media delle persone costrette a spostarsi per curarsi lontano dalla propria città è di 6 giorni e che nel 69% dei casi deve effettuare più di un viaggio per affrontare le cure. Nonostante tutte le difficoltà che sono costretti ad affrontare i pazienti migranti, l’85% delle persone non conosce associazioni come CasAmica che si occupano di dare supporto proprio a chi deve curarsi lontano da casa. Chi invece è entrato in contatto con queste realtà, ne riconosce l’utilità e le reputa un valido aiuto in un momento complesso come quello in cui si è costretti ad affrontare la malattia lontano da casa propria e spesso anche dalla propria famiglia.

Per rispondere a questo aumento di richieste, CasAmica, che dal 1986 si occupa di accogliere in Lazio e Lombardia i migranti della salute e i loro parenti, sta realizzando alle porte di Milano una nuova struttura che potrà ospitare fino a 60 persone al giorno. La nuova casa – che verrà realizzata nei pressi di importanti poli di eccellenza sanitaria quali l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Istituto Neurologico Carlo Besta e l’IRCSS Ospedale San Raffaele di Milano – rappresenterà un’importante risorsa per gli oltre 140.000 migranti della salute  che ogni anno raggiungono il capoluogo lombardo per sottoporsi a cure mediche spesso salvavita.  Per sostenere la realizzazione della nuova struttura dedicata a chi è costretto a curarsi lontano da casa CasAmica ha lanciato una campagna con numerazione solidale: fino all’11 maggio è possibile fare una donazione con un sms o chiamata da rete fissa al 45591. L’avvio dei lavori è previsto prima dell’estate.

“La nuova struttura ci permetterà di ampliare la nostra capacità di accoglienza e di offrire nuovi servizi alle tantissime persone costrette a spostarsi per curarsi», spiega il direttore generale di CasAmica Stefano Gastaldi –. In quasi 40 anni di attività – aggiunge – abbiamo accolto migliaia di persone, offrendo loro non solo un posto in cui stare, ma anche il calore di una famiglia. Tutto questo è possibile grazie al supporto di oltre 120 volontari e agli operatori di CasAmica, che garantiscono i servizi e l’accoglienza nelle nostre case per 365 giorni l’anno. Tutte le strutture offrono non solo un aiuto concreto nelle questioni pratiche, ma anche sostegno psicologico ed emotivo agli ospiti e alle loro famiglie che devono affrontare un percorso di cura lontano da casa e spesso anche dai propri affetti”, conclude.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)