Nicaragua verso il voto, il presidente Ortega arresta gli oppositori. “Brutale repressione”

Ortega, in carica da 14 anni, si prepara alle elezioni di novembre cercando di assicurarsi ancora una volta la guida del paese. Negli ultimi giorni arrestati politici, giornalisti e uomini d’affari, tra cui anche possibili pretendenti alla presidenza. Le critiche dell’Onu e di altre organizzazioni internazionali

Nicaragua verso il voto, il presidente Ortega arresta gli oppositori. “Brutale repressione”

Daniel Ortega si prepara alle elezioni di novembre arrestando e perquisendo gli oppositori, con l’obiettivo di assicurarsi ancora una volta la presidenza del Nicaragua, che guida dal 2007. Una situazione così grave che ha già fatto scattare le critiche da parte di 59 Paesi, Alto commissariato Onu per i diritti umani e altre organizzazioni internazionali.

In manette. Gli arresti si sono intensificati negli ultimi giorni, con 17 persone tra politici, giornalisti, uomini d’affari ed ex sandinisti finite dietro le sbarre per “incitamento all’ingerenza straniera”. In vista del voto, sono stati presi anche i possibili pretendenti alla presidenza. È stata arrestata Cristiana Chamorro, figlia dell’ex presidente Violeta Barrios de Chamorro, indagata per un ipotizzato coinvolgimento in un giro di riciclaggio di denaro. È stato preso poi Arturo Cruz, sospettato di "attentare contro la società e i diritti del popolo". Così come altri due possibili candidati alle prossime elezioni: Juan Sebastian Chamorro e Felix Madariaga. L’ultimo arrestato è stato Miguel Mora, giornalista.

Il contesto. Ortega guida il Paese da ormai 14 anni. Ha potuto farlo per una sentenza della Corte suprema e, in seguito, con un emendamento alla Costituzione che ha cancellato i limiti alle ricandidature. Il presidente controlla tutti gli apparati dello Stato e ha già represso le contestazioni con violenza nel corso degli anni (nel 2018 sono morte 300 persone, 2.000 sono rimaste ferite e centinaia sono state arrestate). Inoltre, all’interno del Consiglio elettorale supremo siedono sette componenti vicini al suo partito: lo scorso maggio questo organo ha deciso che una coalizione d’opposizione non potrà candidarsi a novembre.
Il commento. Per José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watch, “non c'è praticamente alcuna possibilità per i nicaraguensi di esercitare i loro diritti fondamentali alla libertà di espressione, riunione e associazione, né di votare e candidarsi a cariche pubbliche, essendo visti come oppositori del partito al governo". Per Vivanco “la gravità e l'escalation della brutale repressione del governo Ortega nei confronti dei critici e dei membri dell'opposizione nelle ultime settimane richiede una maggiore pressione internazionale" e “sulla base delle misure già adottate dall'Onu, è essenziale che il Segretario generale faccia leva sulle azioni dell'Onu e presenti la situazione al Consiglio di sicurezza".

L’articolo integrale di Luigi Spera (da Rio de Janeiro, Brasile), Nicaragua: Ortega arresta i candidati alle elezioni, l’Onu accusa il regime, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)