Organizzazione meteorologica mondiale: in 51 anni oltre 2 milioni di morti per fenomeni estremi

Tra il 1970 e il 2021 sono quasi 12 mila i disastri dovuti a eventi climatici e idrici estremi in tutto il mondo. Solo in Europa si sono verificati 1.784 eventi di questo tipo che hanno causato oltre 166 mila morti, ma sono i paesi meno sviluppati a pagare il prezzo più alto

Organizzazione meteorologica mondiale: in 51 anni oltre 2 milioni di morti per fenomeni estremi

Gli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi hanno causato 11.778 disastri dal 1970 al 2021, con oltre 2 milioni di vittime e perdite economiche di 4,3 trilioni di dollari. È quanto afferma un nuovo studio dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni unite pubblicato oggi. Secondo l’indagine, le perdite economiche sono aumentate in modo drastico, ma il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto drasticamente il bilancio delle vittime umane nell'ultimo mezzo secolo.  I decessi registrati per il 2020 e il 2021 (22.608 in totale) hanno indicato un'ulteriore diminuzione della mortalità rispetto alla media annuale del decennio precedente. Le perdite economiche sono aumentate, la maggior parte delle quali attribuite alla categoria delle tempeste. Oltre il 90% dei decessi segnalati in tutto il mondo si sono verificati nei paesi in via di sviluppo. Solo in Europa tra 1970 e 2021 si sono verificati 1.784 disastri che hanno causato 166.492 morti e oltre 500 miliardi di dollari di perdite economiche. Sempre tra il 1970 e il 2021, in Europa si è verificato l'8% dei decessi segnalati in tutto il mondo, mentre le temperature estreme sono state la principale causa dei decessi segnalati mentre le inondazioni sono state la principale causa di perdite economiche. Tuttavia sono i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo ad aver subito un costo sproporzionatamente elevato rispetto alle dimensioni delle loro economie. Il bilancio peggiore in termini di vite umane è quello che si registra in Africa e in Asia. Tra il 1970 e il 2021, in Africa si sono verificati 1.839 disastri climatici che hanno causato 733.585 morti e 43 miliardi di dollari di perdite economiche. La siccità ha rappresentato il 95% dei decessi segnalati. In Asia, invece, sono stati segnalati 3.612 disastri attribuiti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme, con 984.263 morti e 1,4 trilioni di dollari di perdite economiche. Tra il 1970 e il 2021, l'Asia ha rappresentato il 47% di tutti i decessi segnalati in tutto il mondo, con i cicloni tropicali come principale causa di decessi segnalati. Il Bangladesh ha il bilancio delle vittime più alto in Asia con 520.758 morti a causa di 281 eventi. In Sud America sono stati segnalati 943 disastri attribuiti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme, di cui il 61% inondazioni. Hanno provocato 58.484 morti e 115,2 miliardi di dollari di perdite economiche.

In Nord America, America centrale e Caraibi sono 2.107 i casi segnalati legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche, e hanno provocato 77.454 morti e perdite economiche per 2 trilioni di dollari. Tra il 1970 e il 2021, la regione ha rappresentato il 46% delle perdite economiche segnalate in tutto il mondo. Gli Stati Uniti da soli hanno subito 1,7 trilioni di dollari, pari al 39% delle perdite mondiali negli ultimi 51 anni. La maggior parte delle perdite economiche segnalate sono state attribuite a disastri legati alle tempeste e, più specificamente, ai cicloni tropicali. Nel sud-ovest del Pacifico sono stati segnalati 1.493 disastri dovuti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme. Hanno provocato 66.951 morti e 185,8 miliardi di dollari di perdite economiche. I cicloni tropicali sono stati la principale causa di morte. “Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all'acqua", spiega Petteri Taalas, segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale. "La tempesta ciclonica Mocha ne è un esempio - spiega -. Ha causato devastazioni in Myanmar e Bangladesh, colpendo i più poveri tra i poveri. In passato, sia il Myanmar che il Bangladesh hanno subito decine e persino centinaia di migliaia di vittime". Grazie agli allarmi precoci e alla gestione dei disastri, tuttavia, "questi tassi di mortalità catastrofici sono ora per fortuna storia passata. Gli allarmi precoci salvano vite”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)