Overdose, morte in 5 anni oltre 40 mila persone in Ue

Oggi la giornata della sensibilizzazione. “Il naloxone da portare a casa può salvare vite umane”: l'Oedt lancia un questionario on line e nuovi dati pubblica sui 12 paesi interessati al programma. L'esperienza di Villa Maraini

Overdose, morte in 5 anni oltre 40 mila persone in Ue

Negli ultimi cinque anni più di 40mila persone sono morte per overdose correlata all'uso di droga nell'Unione europea e nel Regno Unito; circa l'80% è collegato all'uso di eroina o altri oppioidi. Lo ricorda oggi, in occasione della Giornata internazionale di sensibilizzazione sull'overdose, l'agenzia europea per la droga (OEDT), sottolineando che con un intervento efficace queste morti avrebbero potuto essere prevenute e lanciando una nuova serie di risorse online, per comprendere meglio le overdose di droga in Europa e gli interventi in atto per prevenirle, attraverso programmi di riduzione del danno.

“Il naloxone da portare a casa può salvare vite umane”

“Molte persone vanno in overdose in presenza dei loro partner o coetanei. – spiega l’Oedt - Consentire ad amici, familiari e altri spettatori di agire in modo efficace, prima che i servizi di emergenza arrivino sulla scena, può quindi salvare vite umane”. I programmi di prevenzione del sovradosaggio, che combinano la formazione di primo soccorso con la fornitura del farmaco anti-overdose naloxone, furono sperimentati in Europa alla fine degli anni '90. Ora disponibili a livello locale o nazionale in 12 paesi europei, i programmi di naloxone da portare a casa (THN) sono destinati ai consumatori di oppioidi a rischio e a coloro che potrebbero essere testimoni di un'overdose.
L'Oedt pubblica i profili dei paesi aggiornati e le schede informative dei 12 paesi interessati, fornendo una panoramica dello stato dell'arte dei programmi THN in Europa. Questi mostrano come i “programmi siano stati migliorati grazie alla disponibilità di nuovi prodotti a base di naloxone pronti per l'uso (es. Siringhe preriempite e spray nasali di naloxone), che possono essere utilizzati da non professionisti al di fuori delle strutture sanitarie.

Un nuovo questionario online su overdose e naloxone da portare a casa

L'Oedt lancia anche un nuovo questionario online sul sovradosaggio e sul naloxone da portare a casa. L'obiettivo principale del questionario è “aggiornare le conoscenze degli intervistati sugli oppioidi, sui rischi di overdose e sul ruolo del naloxone da portare a casa come parte della risposta generale alle morti per overdose. Il questionario può essere utilizzato come strumento pratico da coloro che implementano la prevenzione dell'overdose e la formazione sulla risposta con persone che fanno uso di droghe, nonché con i loro parenti più prossimi, il personale dei centri di trattamento della droga o la polizia e il personale carcerario. Il questionario affronta una serie di questioni riguardanti l'eroina e altri oppioidi; sovradosaggio da oppioidi; rischio di overdose; e miti e fatti sul sovradosaggio e sul naloxone da portare a casa. Disponibile in quattro lingue (spagnolo, tedesco, inglese e francese), il questionario consiste in una serie di affermazioni vere con un formato di risposta "Lo sapevo già" o "Questo è nuovo per me". Ciò consente ai partecipanti di "imparare facendo" e valutare e aggiornare il proprio livello di conoscenza. Clicca qui per testare le tue conoscenze.

Naloxone, l’esperienza di Villa Maraini

Villa Maraini 40 anni fa, nel 1980, lanciava per la prima volta l'idea di effettuare interventi di primo soccorso con il farmaco Naloxone (antagonista degli oppiacei) da parte di personale non medico. Nella giornata mondiale del contrasto all’overdose, il ricordo di Giancarlo Rodoquino, operatore di Villa Maraini a capo dell’Unità di Strada, che ha salvato da solo oltre 500 persone da overdose.  “Sono stato uno dei fondatori del servizio Unità di Strada di Villa Maraini, nato per attuare quella politica di riduzione del danno che ora è riconosciuta a livello internazionale, ma che allora era vista come una sorta di connivenza con chi faceva uso di sostanze. Invece si attuano buone prassi come consegnare all’utente siringhe sterili, ritirando quelle usate, oltre ad essere pronti a salvare vite con il Naloxone, ma soprattutto stabilire un primo contatto con chi non pensa di essere malato”, si legge nel sito dell'organizzazione.  “Quando siamo scesi in strada l’80% dei tossicodipendenti era positivo all’Hiv e/o all’Epatite C, ora dopo un lavoro di oltre 20 anni sia nostro, che di tante altre realtà che in giro per il paese hanno preso spunto dalla nostra iniziativa, si è invertita la proporzione: solo il 20% sono positivi di cui molti sono stati inseriti in percorsi di cura presso strutture Ospedaliere.”  Ad ispirare il lavoro, conclude Giancarlo Rodoquino, "i 7 principi di Croce Rossa, ma la motivazione me l’hanno data gli utenti come Marco, che ho salvato 3 anni fa nei campi di Tor Bella Monaca ed ora dopo il percorso comunitario ha seguito il nostro esempio divenendo lui stesso operatore.” 
Villa Maraini ricorda che in Ue sono oltre 9.400 i morti da overdose nel 2019 e che l’84% casi di overdose è mortale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)