Pallalpiede - Clodiense, il calcio in cui a segnare è l'amicizia

Un’amicizia, la loro, iniziata quasi 40 anni fa. Al tempo compagni di squadra al Bassano, era allora Serie D. Un campionato assieme, partite, allenamenti e soprattutto lo spogliatoio, quella quotidianità il cui ricordo ti porti inevitabilmente dentro e non a caso è proprio lo spogliatoio quel che quasi sempre ti viene a mancare quando smetti, non tanto il campo, quel terreno di gioco che rimane comunque un luogo democratico: lì dentro, chi sa, sa. Ebbene, dentro quello spogliatoio a Bassano c’era pure il sottoscritto e dunque è stato bello vederli assieme, rivederli e rivederci. 

Pallalpiede - Clodiense, il calcio in cui a segnare è l'amicizia

Antonio Andreucci è l’allenatore della Clodiense, la categoria è la Serie D, sulla carta dilettanti ma di fatto sostanzialmente dei professionisti. Fernando Badon è l’allenatore della Pallalpiede, formazione messa assieme con i detenuti del Due Palazzi che partecipa al campionato di Terza categoria padovana.

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 Al mattino, lì a Chioggia hanno fatto allenamento, squadra un po’ sorpresa da questa “amichevole in trasferta” ma Andreucci dubbi non ne ha avuti, «vedrete che ne varrà la pena». Era da tempo che i due mister parlavano di questa possibilità e dai e dai – l’ok definitivo è arrivato quasi all’ultimo – sul terreno di gioco del Due Palazzi (altro che tappeto erboso…), come si suol dire sono scese in campo le due formazioni. Pomeriggio certo molto diverso per il gruppo della Clodiense (con al seguito pure presidente, team manager e direttore sportivo), ma pure particolare per la Pallalpiede, comunque compartecipi della forza e della semplicità del calcio, quell’essere sostanzialmente lo stesso, dalla Terza categoria su su sino alla serie A: undici contro undici, due porte. Con la possibilità, chissà, di potersi “dimenticare” – specie per i detenuti? – di dove stanno giocando. 

Un pomeriggio filato via, il riscaldamento fatto assieme col preparatore atletico e il preparatore dei portieri ospiti, un primo tempo giocato a squadre miste, con le casacche di diverso colore sopra la propria maglia e un secondo tempo davvero Pallalpiede-Clodiense, chiudendo con una lunga serie di rigori, in cui proprio tutti, portieri inclusi, ne hanno tirato uno. 

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Partita che in sé è stata quasi un pretesto: per i detenuti soprattutto un pomeriggio diverso dal solito (loro che si allenano due volte la settimana, il martedì e il giovedì, tassativo il rientro in cella per le 16.30, oltretutto perché il campo non è illuminato); per i chioggiotti quel che si dice davvero un’esperienza e significativo, verrebbe da dire semplice, quel formarsi spontaneo di gruppetti: il calciatore marocchino della Clodiense assieme ai connazionali reclusi, idem per gli albanesi e gli italiani. A raccontare, a spiegarsi, a domandare, probabilmente a riflettere. 

L’omaggio per gli ospiti è stata una bellissima e buonissima torta al cioccolato, preparata lì in carcere, naturalmente con su scritto: “Forza Clodiense”. 

Alla fine – sempre quelle 16.30 da rispettare – via verso l’uscita. Lì c’è proprio il bivio: i detenuti che salgono alle loro celle; tutti gli altri verso un altro cancello, verso fuori. Ancora una volta, come tutte le altre volte dopo una visita al carcere, anche se quasi indistinto, comunque il sollievo di uscire, sì. 

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