Piattaforma di Porto Viro. Strategie e futuro del rigassificatore

Come cambiano gli interessi sulla piattaforma al largo del Comune di Porto Viro, una delle principali porte di accesso in Italia per il gas naturale liquefatto

Piattaforma di Porto Viro. Strategie e futuro del rigassificatore

Aleggia il riserbo che accompagna sempre le grandi manovre societarie intorno alle vicende del rigassificatore di Rovigo, l’impianto inaugurato nel 2009 che per primo mise in discussione la dipendenza nazionale dal gas russo. Il gas liquefatto che viene trattato nel rigassificatore posto quindici chilometri al largo della costa rodigina, infatti, arriva in Veneto da tutto il mondo nelle stive delle navi gasiere. A rifornire i serbatoi, se così si può dire, concorrono Paesi come l’Egitto, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale e Norvegia ma anche il Qatar. È proprio il Paese del Golfo al centro non solo degli approvvigionamenti ma anche delle rinnovate attenzioni del pubblico sugli assetti societari di Adriatic Lng. Un dossier che il giornalista Carlo Festa non esitava a definire «strategico» in un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore lo scorso 2 febbraio: «Sul piatto c’è la quota azionaria del 70 per cento del gruppo, dove sono in uscita alcuni grandi soci come ExxonMobil Italiana gas, società del gruppo americano ExxonMobil, e Qatar Terminal Company Limited». Con i qatarioti al 22 per cento e gli americani al 70 per cento delle quote, al terzo posto con il 7,3 c’è l’italiana Snam che è controllata dalla Cassa depositi e prestiti. Secondo le stime riportate dal Corriere della Sera nell’agosto scorso, il valore delle quote in capo a ExxonMobil sarebbe compreso tra gli 800 e i 900 milioni di euro con gli italiani interessati a far salire la loro presenza nella società fino al 30 per cento delle azioni. Un risiko importante che va di pari passo con gli stoccaggi di gas nel mare Adriatico attualmente in capo a Edison e che sarebbero nel mirino di Snam che, dopo l’abbandono del gas russo, vede nel rinnovato mercato del gas liquefatto l’alternativa più praticabile per assicurare gli approvvigionamenti nazionali. Una partita da un miliardo di euro che si fa più interessante considerando anche l’imminente attivazione del rigassificatore “mobile” di Vado Ligure e quello al largo di Ravenna, sempre di Snam, che si inserirebbe in quell’infrastruttura adriatica di cui fanno parte tanto gli stoccaggi quanto il rigassificatore storico di Adriatic Lng di fronte alle coste di Porto Viro, oggetto di un ulteriore potenziamento durante la primavera di quest’anno.

Se da un lato la questione della rigassificazione sembra, almeno sulle coste adriatiche, in via di riassetto e risoluzione, rimane dirimente la questione delle trivellazioni in alto mare che potrebbero contribuire a ridurre la dipendenza energetica dall’estero. «I primi giorni di settembre presento un decreto energia dove all’interno ci metterò tutta una serie di interventi vari che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po’ il quadro energia» aveva dichiarato lo scorso luglio il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Frattin, riferendosi anche alle nuove trivellazioni per estrarre gas e idrocarburi. Una posizione, quella del Governo, a cui non è ancora seguito un decreto ma che sconta l’opposizione tanto delle associazioni ambientaliste quanto della Regione Veneto. Nella primavera 2023, poi, si è fatta sentire anche la voce dei tre vescovi di Chioggia, Adria-Rovigo e Ferrara-Comacchio che avevano organizzato un convegno sul tema: «Sentiamo che il problema delle trivellazioni mette in seria discussione la resistenza del territorio soprattutto del Delta del Po – avverte il vescovo di Chioggia, mons. Gianpaolo Dianin – Ci sta a cuore il problema di questa zona. Noi come vescovi sentiamo il desiderio di prenderci cura del nostro territorio e della gente che vi abita». Uno dei pericoli principali è l’abbassamento dei fondali marini, la cosiddetta subsidenza provocata proprio dall’attività estrattiva, che può mettere a rischio tanto l’ecosistema quanto l’economia di territori che hanno fondato anche sul turismo balneare il loro sviluppo.

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