Povertà: Russo (Alleanza), “il rischio in Italia è il più alto d’Europa. Servono subito misure di contrasto efficaci”

“Nei prossimi mesi, se non si interverrà con determinazione e con misure efficaci, non potrà che esserci un aggravamento della situazione, con un ulteriore aumento della povertà assoluta”.

Povertà: Russo (Alleanza), “il rischio in Italia è il più alto d’Europa. Servono subito misure di contrasto efficaci”

Lo afferma Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà in Italia, commentando i contenuti del Rapporto Bes 2023 diffuso ieri dall’Istat. “La povertà assoluta è in aumento ed è sempre più strutturale: lo certifica il Rapporto Bes 2023”, sottolinea Russo, per il quale “due dati mi sembrano particolarmente allarmanti, all’interno dei tanti contenuti nel Rapporto”. “Primo – spiega –, il rischio povertà in Italia è significativamente superiore rispetto alla medie europea: 20,1% in Italia , contro il 16,5% dell’Ue27”. “Il secondo – prosegue – riguarda l’incidenza individuale della povertà assoluta: questa ‘dal 2019 al 2023 (serie storica ricostruita secondo la nuova metodologia di stima) presenta una crescita – si legge nel Rapporto –. Nel 2019 era scesa al 7,6%, in concomitanza con l’introduzione del Reddito di cittadinanza, trasferimento monetario non indicizzato all’inflazione come le altre prestazioni socio-assistenziali; nel 2020, l’incidenza riprende a crescere, arrivando al 9,1% e rimanendo stabile nel 2021. Nel 2022, l’incidenza torna ad aumentare al 9,7%, in larga misura a causa della forte accelerazione dell’inflazione, che ha colpito in particolar modo le famiglie meno abbienti e rimane sostanzialmente stabile con 9,8% nel 2023′”. “Questi dati – osserva Russo – confermano l’aumento cronico della povertà assoluta già evidenziato, le scorse settimane, sempre da Istat, nelle ‘Stime preliminari povertà assoluta e spese per consumi – 2023’: in Italia le famiglie in povertà assoluta erano, nel 2023, circa 2 milioni e 234 mila: l’8,5% del totale. Un ‘lieve aumento’ rispetto al 8,3% del 2022, ma un cronico aumento, rispetto a 10 anni fa: nel 2014, le famiglie in povertà assoluta erano infatti il 6,2%. Mai la povertà assoluta aveva raggiunto un’incidenza così alta nel nostro Paese”.
Russo evidenzia poi che l’inflazione ha costretto le famiglie a rinunce e sacrifici, che “riguardano anche l’ambito sanitario: come documentato, ancora, nel rapporto Bes appena diffuso da Istat, nel 2023 il 4,2% degli italiani hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici: l’1,3% in più rispetto al 2022”.
La preoccupazione è quindi alta, anche guardando al futuro: “Le nuove misure di contrasto alla povertà hanno smantellato il principio dell’universalismo selettivo e, dividendo i poveri in categoria, di fatto hanno escluso dal sostegno milioni di persone. Attualmente, l’assegno di inclusione ha raggiunto 589mila famiglie: meno della metà rispetto a quelle che, fino a luglio 2023, hanno trovato nel reddito di cittadinanza un riparo contro la povertà assoluta”. “La priorità – ammonisce Russo – è sottrarre alla povertà assoluta centinaia di migliaia di famiglie italiane”. Auspicando un’interlocuzione con la ministra Calderone che finora non c’è stata e sottolineando che “l’Istat ci consegna questa nuova, preoccupante fotografia, che evidenzia quanto in Italia il rischio povertà sia maggiore rispetto a tutto il resto d’Europa”, come Alleanza contro la povertà – conclude Russo – “confidiamo che la lotta alla povertà diventi una priorità nell’agenda del governo e che in questa agenda possa trovare spazio un incontro costruttivo e operativo con le associazioni che di questo si occupano ogni giorno, avvalendosi di studiosi, esperti e professionisti specializzati”.

Alberto Baviera

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Fonte: Sir