Qualità dell’aria, Legambiente: “Troppe città italiane sotto scacco dello smog”

La denuncia in occasione della Giornata mondiale della Terra: mobilità sostenibile, verde urbano e scelte alimentari più rispettose dell’ambiente le tre azioni su cui i cittadini possono dare il loro contributo

Qualità dell’aria, Legambiente: “Troppe città italiane sotto scacco dello smog”

“La cura e il benessere della Terra passano prima di tutto da una buona qualità dell’aria. Per avere un Pianeta con aria pulita e città più vivibili e sane, serve un impegno collettivo che coinvolga nella lotta contro lo smog, non solo le istituzioni, ma anche i cittadini. Non si può restare in apnea, respirare è vivere. Ognuno di noi può dare il suo contributo scegliendo una mobilità e un’alimentazione sostenibile e contribuendo a più verde urbano in città”. È questo, in sintesi, il messaggio che Legambiente lancia oggi in occasione della 54esima Giornata Mondiale della Terra promossa dalle Nazioni Unite, portando in primo piano il tema dell’inquinamento atmosferico che soffoca sempre più le città italiane minando anche la salute dei cittadini e quella del Pianeta. A dimostrarlo i dati del primo trimestre del 2024 sulla qualità dell’aria in città raccolti dall’associazione ambientalista: da gennaio a marzo 2024 sono già 8 le città fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, Frosinone (scalo) 38, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36. Al limite Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni di sforamento, Modena (Giardini), Milano (Senato), Monza (Via Machiavelli), Rovigo (Centro) 34. Da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno (nonostante la primavera renda il problema meno acuto e sentito da amministrazioni e cittadini) per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti.

I dati sulla qualità dell’aria sono stati diffusi oggi da Legambiente anche in vista dell’ultima plenaria (22-25 aprile) in programma a Strasburgo per l’approvazione finale sulla revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria. Per l’associazione ambientalista è importante che l’Italia metta in campo interventi più concreti e promuova azioni sempre più sostenibili. Per questo in occasione della Giornata mondiale della Terra, sprona i cittadini ad essere sempre più attivi indicando tre aree di intervento dove possono davvero a fare la differenza: più mobilità sostenibile, verde urbano e scelte alimentari più attente e rispettose dell’ambiente. Tre pilastri che permettono tra l’altro di avere un’impronta più sostenibile e che possono contribuire ad un’aria più pulita e sana.

Ad esempio, l’impronta di chi scegli di mangiare meno carne, secondo un team di ricerca dell’università di Oxford, è almeno il 30% più bassa in termini di emissioni di gas serra, uso del suolo, consumo di acqua e impatto sulla biodiversità. Più alberi e piante in città. Gli alberi trattengono gli inquinanti atmosferici (le polveri sottili), incrementano la permeabilizzazione del suolo, costituiscono un rifugio fondamentale per la fauna. Inoltre, se piantati nelle vicinanze degli edifici possono ridurre la necessità di utilizzo dei condizionatori d’aria permettendo di risparmiare dal 20 al 50% di energia e abbassando i rumori fino al 70%. Lo Special Report on Climate Change and Land del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) suggerisce che sia necessario un aumento di 1 miliardo di ettari di foreste per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5°C entro il 2050. In fatto di mobilità sostenibile, secondo diversi studi l’introduzione delle zone 30 nelle città consente la riduzione del 10% di emissioni di anidride carbonica, del 20% di ossido di azoto e di oltre il 30% di polveri sottili.

La situazione dell’inquinamento atmosferico nei primi 91 giorni del nuovo anno - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - è davvero preoccupate. Per questo in occasione della Giornata mondiale della Terra vogliamo tornare sul tema della qualità dell’aria e chiedere a tutti un impegno collettivo. Serve un maggiore impegno e azioni concrete non più rimandabili, efficaci e ad ampio respiro, che vedano integrarsi politiche urbane, regionali e nazionali su temi trasversali legati ai principali settori emissivi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie. Ma anche i cittadini possono concretamente fare il proprio dovere e dare il buon esempio, a cominciare da un cambio di abitudini che prevedano un minor utilizzo della macchina per tragitti brevi e facilmente percorribili a piedi o con la bicicletta o collegati dal trasporto pubblico; interventi per rendere più efficienti energeticamente le nostre case e scelte consapevoli sulla spesa alimentare che mirino ad una riduzione dei consumi di quei prodotti derivanti da allevamenti e agricoltura intensivi;  contestualmente serve anche aumentare la quantità di verde nelle nostre città, mettendo a dimora alberi, avendo cura degli spazi pubblici che devono diventare i polmoni delle nostre città per tornare a respirare aria pulita”.

Focus picchi polveri sottili, giornate alle stelle: I primi mesi dell’anno nuovo sono stati caratterizzati da picchi clamorosi di polveri sottili, con medie giornaliere ampiamente sopra i limiti normativi. Il 69% delle centraline di monitoraggio analizzate (109 su un totale di 168 di cui si aveva il dato disponibile) hanno avuto almeno una giornata con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc (contro il limite di legge giornaliero di 50 µg/mc) fino ad un massimo registrato di oltre 200 µg/mc; una concentrazione giornaliera elevatissima che non solo ha doppiato il limite consentito (in 23 delle 109 centraline addirittura triplicato!), ma che soprattutto si è ripetuta in più occasioni. Ad esempio, a Venezia (Via Beccaria) sono state 12 le giornate con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc; A Rimini (Flaminia), Milano (Senato), Padova (Mandria), Piacenza (Giordani Farnese) e Modena (Giardini) 8; Verona (Borgo Milano), Bologna (Porta S. Felice), Ravenna (Zalamella) e Ferrara (Isonzo) 7. Se filtrate con la soglia di 75 µg/mc (una volta e mezza il limite giornaliero), le centraline che hanno ripetutamente oltrepassato questo valore per almeno 10 giorni (sui 91 totali) sono 27.

In tema di lotta all’inquinamento atmosferico, Legambiente ha anche da poco lanciato l’iniziativa “Apnea against pollution” con l’evocativa e suggestiva installazione e performance a Milano dell’ex primatista mondiale di apnea, medico e coach sportivo Mike Maric. Obiettivo chiedere al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog e per invitare i cittadini a firmare la petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” L'inquinamento atmosferico colpisce e danneggia anche gli ecosistemi naturali. Per questo Legambiente partecipa al progetto europeo LIFE MODERn (NEC) – Nuovo sistema di Monitoraggio per rilevare gli effetti della riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla adozione direttiva NEC- guidato dai Carabinieri del CUFA, con l’obiettivo di migliorare il sistema di valutazione degli impatti dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi forestali e d’acqua dolce in Italia.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)