Rom in Europa. Unicef: “Per i bambini alti livelli di deprivazione”

Secondo un nuovo rapporto, almeno tre quarti dei bambini delle comunità rom in Kosovo, Montenegro e Serbia non dispongono di un alloggio adeguato. “L’accesso limitato a istruzione, assistenza sanitaria e condizioni di vita adeguate stanno mettendo la salute e il benessere dei bambini a rischio”

Rom in Europa. Unicef: “Per i bambini alti livelli di deprivazione”

Secondo il nuovo Rapporto pubblicato oggi dall’Unicef, i bambini delle comunità rom in quattro paesi e territori europei affrontano molteplici privazioni. Un rapporto sui bambini e le donne rom in Kosovo, Montenegro, Macedonia settentrionale e Serbia rileva che i bambini delle comunità rom hanno una bassa copertura vaccinale e tassi di frequenza e completamento scolastico inferiori rispetto alle medie nazionali. Almeno tre quarti dei bambini rom vive in abitazioni classificate come umide, buie, con infiltrazioni o deteriorate, o abitazioni senza accesso a servizi igienici o docce. In Kosovo, circa l’85% dei bambini che vivono in insediamenti rom vive in case inadeguate. “Già dalla nascita, i bambini delle comunità rom continuano a essere sistematicamente privati dei loro diritti di base. L’accesso limitato a istruzione, assistenza sanitaria e condizioni di vita adeguate stanno mettendo la salute e il benessere dei bambini a rischio”, ha dichiarato Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale. “Sono fondamentali un’azione concertata da parte dei governi e investimenti per creare sistemi sanitari, scolastici e sociali inclusivi per porre fine a disuguaglianze di lunga data vissute dai bambini delle comunità rom in Europa”. Meno della metà dei bambini di età compresa tra i 24 e i 35 mesi appartenenti alle comunità rom, ashkali ed egiziane in Kosovo sono stati completamente vaccinati, rispetto ai tre quarti dei bambini in generale. Il Rapporto rileva anche una diminuzione dei tassi di vaccinazione tra i bambini delle comunità rom della Macedonia del Nord. In tutti e quattro i Paesi e territori descritti nel rapporto, i bambini delle comunità rom hanno minori probabilità di andare e di rimanere a scuola e di raggiungere le competenze minime in lettura e calcolo, rispetto ai bambini delle comunità non rom.  Il Rapporto rileva che l'istruzione precoce può migliorare la preparazione dei bambini alla scuola primaria. Ad esempio, in Kosovo, la frequenza alla prima classe della scuola primaria tra i bambini delle comunità rom, ashkali ed egiziane che hanno partecipato a un programma di formazione per la prima infanzia durante l'anno precedente è aumentata dal 54% nel 2013 al 73% nel 2019. In Montenegro, si registra un aumento dal 24% del 2013 al 45% del 2018.  Nonostante le privazioni persistano tra le comunità rom, negli ultimi anni si sono registrati alcuni progressi. Sebbene le donne delle comunità rom non dispongano ancora di un'assistenza prenatale e postnatale sufficiente, è aumentata l'assistenza alle madri durante il parto. Si è registrato anche un aumento della registrazione delle nascite dei bambini sotto i cinque anni e un aumento dell'accesso all'assicurazione sanitaria tra i bambini. Il rapporto rileva anche miglioramenti nell'accesso alla scuola, all'elettricità, all'acqua potabile e ai trasferimenti sociali in denaro.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)