Sanità, Nursing Up: “Escalation di aggressioni negli ospedali italiani tra Natale e Capodanno”

La denuncia del sindacato degli infermieri: circa 130mila casi denunciati all’Inail ogni anno, 3 aggressioni su 4 riguardano le donne. De Palma: “I pronto soccorso sono diventati una polveriera”

Sanità, Nursing Up: “Escalation di aggressioni negli ospedali italiani tra Natale e Capodanno”

Un vero e proprio bollettino di guerra. Una escalation di violenze senza fine che vede gli infermieri italiani trasformarsi ancora una volta nelle vittime sacrificali della rabbia di una parte della collettività. La denuncia parte da Nursing Up, il sindacato autonomo degli infermieri che punta il dito contro “una pericolosa mala cultura, subdola come un cancro, che nulla a che a vedere con un paese civile come il nostro”. In una nota per la stampa Nursing Up denuncia l’escalation di aggressioni negli ospedali italiani tra Natale e Capodanno. “Non bastava la carenza di personale, non bastavano i turni massacranti e le ferie saltate – dichiara Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up –. In particolare i pronto soccorso, con l’afflusso di pazienti diventato nella maggior parte dei casi ingestibile, si sono trasformati in una vera e propria polveriera. Quello che vi raccontiamo, ricostruito con il solido supporto dei cronisti locali con cui siamo costantemente a contatto, è un bilancio davvero drammatico. Sei le aggressioni fisiche ufficiali denunciate nell’arco dei pochissimi giorni che hanno caratterizzato queste feste di fine anno. Numeri che portano alla luce una situazione gravissima, giunta più che mai ad un punto critico. Calci, pugni, schiaffi, minacce – puntualizza De Palma –: scenari che facciamo sempre fatica a descrivere, tale è lo sdegno, quanto l’assurdità di quello che accade ogni giorno e che si è drammaticamente ripetuto, negli ultimi giorni, nelle corsie dei nostri ospedali”.

Le aggressioni di fine anno contro gli infermieri

Sono sei i casi di aggressione verificatisi tra Natale e Capodanno e riportati dal sindacato degli infermieri. Il 28 dicembre a Napoli un infermiere del Cto è stato preso a calci (si tratta della 62esima aggressione ufficiale dall’inizio dell’anno nel contesto cittadino. Nello stesso giorno a un infermiere è stato aggredito e minacciato al pronto soccorso del Pediatrico di Bari, svenendo in seguito allo stress per l’aggressione. Il 27 dicembre un infermiere e altri operatori sanitari sono stati aggrediti nel pronto soccorso dell’ospedale di Livorno. Il 26 dicembre, al pronto soccorso del San Paolo di Napoli, un infermiere e una dottoressa sono stati presi a schiaffi dai parenti di un paziente appena deceduto che danno in escandescenza. Nello stesso giorno, a Cassino, un infermiere è stato aggredito da paziente con disturbi mentali, che gli ha scagliato contro un contro un monitor. Mentre il 24 dicembre, a Vicenza, un infermiere del 118 preso a pugni.

130 mila i casi di aggressione denunciati ogni anno

“Pensate davvero sia finita qui? Se tutto questo è quanto si sa ufficialmente del periodo che va da Natale a Capodanno, chissà quanti sono gli episodi di violenza che finiscono nel mare magnum del sommerso, che non vengono denunciati per paura oppure, anche peggio, a causa di quella che potrebbe diventare una pericolosa assuefazione a fatti gravi come questi: la consuetudine. Tutto questo non possiamo accettarlo”, commenta De Palma. Secondo Nursing Up, le aggressioni fisiche e/o verbali sul posto di lavoro colpiscono in un anno circa un terzo degli infermieri, la categoria professionale più numerosa in assoluto del Servizio sanitario nazionale e della Sanità in generale: il 33%, circa 130mila casi con un sommerso non denunciato all’Inail di circa 125mila casi l’anno. Il 75% delle aggressioni riguarda donne.

“Nel caso dei nostri professionisti della salute, poi, è palese che siamo di fronte ad una escalation di aggressioni che solo la politica può contribuire ad arginare con interventi ad hoc – conclude De Palma –. Interventi strutturali atti anche a far comprendere, a tutti i livelli, che gli infermieri non sono i nemici contro cui combattere, contro cui sfogare rabbia e angoscia, ma rappresentano quei professionisti che nell'esercizio delle loro conoscenze, competenze e responsabilità, si prendono cura della collettività, e che sempre più spesso il loro apporto caratterizza fortemente la riuscita degli interventi sanitari ed assistenziali ai vari livelli”.

Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)