Sindrome feto-alcolica e Chernobyl: in Ucraina paura anche nelle strutture per disabili

La testimonianza ricevuta dalla Fondazione Don Gnocchi, che sostiene il centro di accoglienza “Dim Myloserdia” per bambini disabili di Chortkiv, regione di Ternopil. La presidente Dubyna: “Sono rimaste tre persone dello staff, 30 minori residenti e 40 adulti con bambini. Tutta la notte sono risuonate le sirene. Siamo pronti ad accogliere profughi e vittime di guerra”

Sindrome feto-alcolica e Chernobyl: in Ucraina paura anche nelle strutture per disabili

“La notte è passata, siamo ancora vivi”: è il messaggio inviato stamattina alla fondazione don Gnocchi da Tetyana Dubyna, presidente di “Dim Myloserdia”, il centro di accoglienza per bambini disabili di Chortkiv, regione di Ternopil, nell’Ucraina sud occidentale. La “Casa della Misericordia”, costruita su iniziativa del Vescovo locale e di proprietà della Diocesi di Buchach, è attiva dal 2016 e sostenuta dal 2018 dalla Fondazione Don Gnocchi, nell’ambito dei progetti di solidarietà internazionale: accoglie un centinaio di minori con disabilità prevalentemente intellettiva, sia in forma residenziale, sia in trattamento ambulatoriale diurno. Oltre ad essere l’unica struttura nella regione per la presa in carico della disabilità in età evolutiva, la Casa è un centro di riferimento per una comunità piagata da alcolismo, violenza familiare e povertà estrema. La Regione di Ternopil, nell’Ucraina sud-occidentale, non è toccata direttamente dagli scontri ma più o meno indirettamente ne subisce le conseguenze: sono molti infatti gli uomini che partono per il fronte abbandonando le famiglie e che, talvolta, tornano a casa gravemente feriti o menomati.

Ora, con la guerra che bussa alle porte, la struttura continua ad essere “casa”, nonostante la grande paura e l'incertezza per il futuro. “All’interno della nostra 'Casa della Misericordia' sono rimaste tre persone dello staff, 30 minori residenti e 40 adulti con bambini – riferisce ancora Dubyana - Chi abita nella campagne circostanti è impossibilitato a muoversi e resta in casa. La benzina è finita, le scorte d’acqua sono poche, i negozi chiusi o senza rifornimenti, code lunghissime alla farmacie. Sono stati predisposti dei bunker sotterranei per rifugiarsi in caso di necessità. La rete internet funziona solo a intermittenza, le linee telefoniche per ora non sembrano dare problemi. Per tutta la notte sono risuonate le sirene. Ci attende il peggiore dei periodi. Il vescovo e la diocesi ci stanno preparando all’accoglienza dei profughi e delle vittime di guerra, insieme con la Caritas locale. Dobbiamo farci trovare pronti, anche se già stavamo vivendo un momento di profonda crisi”.

Intanto, “stiamo seguendo le notizie sull’evacuazione dalle grandi città, Kiev in particolare ma anche Leopoli. L’aeroporto di Ivano-Frankivsk, a cento chilometri da Chortkiv, è stato bombardato. Non abbiamo notizie neanche su media locali di evacuazioni in zone rurali come la nostra, dove non dovrebbero esserci obiettivi sensibili, ma nulla ormai può essere escluso”.

La guerra scoppia in un contesto già fragile e provato e aggrava una situazione di grande difficoltà, che perdura da tempo: “Da alcuni mesi - prosegue Tetyana – viviamo una situazione di grande difficoltà per recrudescenze della pandemia da Covid che colpisce minori con disabilità e operatori, per l’inflazione impazzita e il rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità, delle medicine e del gas per il riscaldamento. A causa dell’emergenza bellica, sono stati congelati e dirottati altrove i contributi pubblici dagli enti locali, di cui normalmente usufruiva la nostra struttura. Questa è la situazione che stanno vivendo da settimane i bambini con disabilità e le loro famiglie”.

“Dim Myloserdia”, dalla sindrome feto-alcolica a Chernobyl

Il progetto della Fondazione è volto all’accompagnamento del Centro, per il miglioramento della presa in carico sanitario-riabilitativa degli utenti, della formazione del personale e della gestione organizzativa e amministrativa. Nel circondario di Chortkiv si segnala un alto numero di patologie congenite, dovute in parte ancora al disastro di Chernobyl (distante circa 500 km) e probabilmente anche alla diffusa sindrome feto-alcolica: in città sono noti 334 bambini entro i 18 anni con disabilità (di cui il 40% con patologia malformativa) su 12 mila minori totali. Considerato il contesto socio-economico e sanitario è evidente che si tratti di una stima per difetto. A Chortkiv sono presenti infatti solo 10 medici pediatri, l’unico specialista della riabilitazione pediatrica della regione si trova a Ternopil, pochi altri sono a Lviv e Kiev a centinaia di chilometri di distanza. Nella Casa della Misericordia i minori accolti soffrono di patologie quali rachitismo, disturbi dello spettro autistico, sindrome di Down, paralisi cerebrali infantili, ritardi nello sviluppo psico-fisico, disabilità mentale.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)