Smog, niente blocco con la scatola nera. Approvato in Veneto il nuovo strumento che offre opportunità di viaggiare anche a vetture inquinanti

Approvato in Veneto lo strumento che permette, a chi lo installa, di poter circolare entro un tetto di chilometri anche con vetture inquinanti durante gli stop invernali

Smog, niente blocco con la scatola nera. Approvato in Veneto il nuovo strumento che offre opportunità di viaggiare anche a vetture inquinanti

Basterà una scatola nera per salvare le automobili più vecchie dai blocchi del traffico: una marcia indietro, quella innestata dalla Regione Veneto, il cui Consiglio ha approvato martedì 5 settembre la modifica della Legge regionale “Norme a tutela dell’ambiente” e che la allinea a Piemonte e Lombardia in un’iniziativa che di fatto deroga le precedenti norme, consentendo una certa libertà di movimento alle vetture meno recenti a condizione che le percorrenze dei veicoli inquinanti rimanga sotto una certa soglia e sia tracciata con precisione. Un’idea non originale in assoluto perché da anni soprattutto le compagnie assicurative utilizzano sistemi analoghi per monitorare il parco auto dei loro clienti, fornendo talvolta sconti premio a chi abbia guidato nel modo migliore. Sono le cosiddette “scatole nere”, nome evidentemente mutuato dall’esperienza aeronautica, che al loro interno contengono un trasmettitore Gps capace di localizzare la posizione del veicolo e monitorarne con precisione ogni dato ritenuto interessante. Nel caso di Move-in – acronimo di Monitoraggio veicoli inquinanti – ciò che conta per la Regione è soprattutto la strada percorsa. «Ci auguriamo che la Giunta regionale non copi però anche gli errori commessi da Regione Lombardia e abbassi le soglie concesse che sono decisamente troppo elevate – spiega in una nota Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente Veneto – L’obiettivo deve restare quello dell’eliminazione delle emissioni inquinanti prodotte dai motori diesel, che è bene ricordare sono tra le più importanti fonti di inquinamento atmosferico».

Per Lucas Pavanetto, consigliere di Fratelli d’Italia, questo passaggio «rende giustizia a un sistema che, in maniera orizzontale colpiva tanto chi fa pochi chilometri e non ha necessità di cambiare la macchina, ma soprattutto chi l’auto non può cambiarla». Le percorrenze consentite in Lombardia in effetti sono piuttosto varie e decisamente elevate: si va dai mille chilometri in deroga per le vetture a benzina Euro 0 fino ai 10 mila delle automobili a gasolio Euro 4. Gli standard Euro esistono da oltre 30 anni e l’ultimo, l’Euro 6, accompagna l’omologazione dei veicoli dal settembre 2015, mentre il protocollo successivo Euro 7 è atteso fra mille polemiche solo nel 2025. Nel 2022, secondo le stime di Aci, circolavano in Italia oltre 40,2 milioni di autovetture e di queste circa il 33 per cento rispettava gli standard più recenti. Oltre 6,7 milioni di vetture erano invece adeguate agli standard Euro 5, cioè immatricolate tra il 2008 e il 2014, ma ben il 17 per cento del totale erano conformi ai soli protocolli Euro 2 o inferiori. Si tratta di poco meno di 7 milioni di vetture immatricolate prima del 2000 alle quali sarebbe opportuno aggiungere i 3,8 milioni di macchine Euro 3 che, superati ormai di slancio i vent’anni, tutto si possono definire tranne che ecologiche in termini di emissioni inquinanti. Non stiamo parlando di automobili storiche o di pregio ma di macchine semplicemente vecchie, obsolete che nel Nord Est sfiorano il milione di vetture totali, un numero ragguardevole ma comunque inferiore a quelli registrati in Calabria, Campania e Sicilia dove le percentuali sono esponenzialmente più alte. Ma quante di queste vetture percorrono effettivamente abbastanza strada da rappresentare un problema reale in termini di inquinamento? Lasciando per un istante da parte il tema della sicurezza attiva e passiva, la vulgata comune vuole le vetture più datate relegate a un utilizzo occasionale, magari affidate proprio a un conducente anziano che non può, non vuole o semplicemente non sente il bisogno di cambiarle perché vi percorre pochi chilometri, esclusivamente in città o nei paesi. Move-in da questo punto di vista potrebbe aiutare a tracciare una linea e a confermare o smentire questa percezione, permettendo così al legislatore di modulare politiche anti-inquinamento più efficaci.

Rivolto a chi fa poca strada in città

«Chi fa poca strada e ha un’auto vecchia, ma non può cambiarla, su base volontaria potrà installare il dispositivo e usufruire di un bonus di chilometri», ha spiegato l’assessore Gianpaolo Bottacin.

5o euro per l’iscrizione e 20 per il canone

In Lombardia, il proprietario verifica qual è il limite annuo che deve rispettare. Per vetture a benzina e gasolio Euro 0: mille chilometri. Per Euro 1: 2 mila. Per Euro 2: 4 mila. Per Euro 3: 7 mila. Per Euro 4: 10 mila. In caso di sforamento, per il quale è ammessa una tolleranza del 3 per cento, fino alla fine dell’anno l’auto non può più circolare in nessun giorno della settimana.

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