Successo e fallimento. Giovani a teatro a Torino e giovani in piazza a Pisa e Firenze

Attendono una risposta i giovani e quanti con loro credono che la democrazia e la libertà non abbiano bisogno di idee e di dialogo non di randelli e di scudi

Successo e fallimento. Giovani a teatro a Torino e giovani in piazza a Pisa e Firenze

Millecinquecento ragazze e ragazzi d’età inferiore ai 30 anni hanno partecipato lunedì 19 febbraio al Teatro Regio di Torino alle prove del “Ballo in Maschera” di Giuseppe Verdi con la direzione di Riccardo Muti.

Uno spettacolo nello spettacolo in cui si è avuta la conferma che ci sono giovani capaci di guardare più in alto e più lontano di quanto gli adulti riescano a fare e pensare. Non formano un’élite di cultori della musica classica, ma sono persone che cercano quella bellezza che aiuta a respirare, a sognare, a vivere con gioia. Sono giovani che chiedono spazi e soprattutto chiedono adulti, non malati di giovanilismo, con i quali condividere pensieri e sogni.

“Non è vero – ha affermato uno dei ragazzi al termine della serata torinese – che la cultura non interessa a noi giovani, siamo aperti verso nuove esperienze e verso la magia dell’arte”.

Riccardo Muti sapeva di aver di fronte un pubblico che lo avrebbe messo alla prova non solo sotto il profilo artistico e ha accettato la sfida.

I ragazzi lo hanno capito. “Non conoscevo Muti ma questa sera l’ho adorato non solo come direttore ma anche come persona” ha commentato una di loro mentre un altro ha aggiunto “ci ha avvicinato a una musica che erroneamente è ritenuta per vecchi”.

I giovani, un luogo, un maestro, la musica: è accaduto a Torino in una sera a teatro quando bellezza e pensiero si sono intrecciati e dove la comunicazione tra le diverse età si è mossa con intensità provocando una vibrazione nel cuore e nella mente.

Venerdì 23 febbraio in altre due città, Pisa e Firenze, gruppi di giovani che si sentono sempre più stretti dai social sono scesi in piazza per esprimere le loro idee e i loro giudizi sulla tragedia che si sta consumando tra Palestina e Israele. Fermarli e respingerli addirittura con i manganelli come è avvenuto è stato un bastonare alla cieca la comunicazione tra generazioni. La ferita potrà essere curata ma nelle due piazze toscane si è visto un fallimento educativo come lo ha immediatamente e pubblicamente definito il presidente della Repubblica nel chiedere di conoscere i motivi di questo agire contro persone disarmate e volto scoperto. Nel frattempo, occorre prendere atto che c’è una politica che non intende assumersi la responsabilità del fallimento, ma come può questa stessa politica chiedere di essere amata dai giovani quando è lei stessa per prima a non amarli?

Attendono una risposta i giovani e quanti con loro credono che la democrazia e la libertà non abbiano bisogno di idee e di dialogo non di randelli e di scudi.

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Fonte: Sir