Tratta di esseri umani, l’Europa chiede alla Romania sanzioni efficaci contro i responsabili

In Europa la Romania è il paese dove la situazione è più critica: lo sfruttamento sessuale resta il più diffuso, seguito da quello lavorativo. Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa non ha ritenuto sufficienti le misure prese negli ultimi tempi da Bucarest, che ha messo mano al Codice penale per aumentare la pena minima nel caso di tratta di minori e ha adottato una nuova strategia nazionale

Tratta di esseri umani, l’Europa chiede alla Romania sanzioni efficaci contro i responsabili

Ancora troppe cose da mettere a punto nella guerra alla tratta in Romania. A sottolinearlo è il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, che ha chiesto al paese sanzioni efficaci e dissuasive contro i responsabili, oltre a un adeguato accesso alle misure compensative. Non sono state ritenute sufficienti dunque le misure prese negli ultimi tempi da Bucarest, che l’anno scorso ha messo mano al Codice penale per aumentare la pena minima nel caso di tratta di minori e ha adottato una nuova strategia nazionale in materia.
Il contesto. In Europa la Romania è il paese dove la situazione è più critica. Perlopiù le vittime restano all’interno del paese, ma sono tante anche quelle trafficate all’estero, con destinazione soprattutto Germania, Italia, Spegna e Gran Bretagna. In totale si parla di 2.613 persone nel periodo 2016-2019: un trend in calo, ma ancora troppo consistente. In tre casi su quattro le vittime sono donne e la metà sono bambini. Lo sfruttamento sessuale resta il più diffuso, seguito da quello lavorativo. Un rapporto della Commissione Ue del novembre scorso, inoltre, conferma la peggiore posizione in materia di Bucarest: in Romania ci sono 74 vittime per milione di abitanti, contro le 64 dell’Ungheria.
Oltre i numeri. I dati già di per sé allarmanti, secondo le ong sentite dal Greta sono persino più bassi di quelli reali. Il baco starebbe nell’intercettazione mancata di chi viene sfruttato a scopo lavorativo. Infatti, sostengono le organizzazioni, la Romania avrebbe fatto fronte alla mancanza crescente di forza lavoro concedendo decine di migliaia di permessi di lavoro temporanei a persone in arrivo da Etiopia, Eritrea, Filippine, Sri Lanka e Vietnam, che sarebbero quindi andati a rinfoltire le schiere dei lavoratori sfruttati.
La giustizia fatica a muoversi come dovrebbe a Bucarest. Stando alla nuova relazione del Gruppo di esperti, infatti, sono ancora troppe le sentenze che finiscono con l’essere sospese o prescritte e i patteggiamenti vengono usati in modo troppo diffuso. Ciononostante, è arrivata nelle settimane scorse una buona notizia: i deputati rumeni hanno approvato l’eliminazione della prescrizione per vari reati, tra i quali la tratta di esseri umani e la schiavitù, e non appena il presidente Klaus Iohannis firmerà la modifica al Codice penale questa norma entrerà in vigore.
Altre criticità su cui ha mosso rilievi il Greta riguardano i risarcimenti alle vittime, la mancanza di rispetto della loro privacy, una inadeguata protezione dei minori e indagini poco efficaci.

L’articolo integrale di Alessia Ferri, "Tratta di esseri umani: Romania fanalino di coda in Europa", può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)