Una svolta difficile. Una direttiva europea mette al bando le caldaie alimentate a fonti fossili, insomma a metano

Il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che obbliga i Paesi membri a ridurre fino ad azzerare le emissioni da parte degli immobili già costruiti e in costruzione

Una svolta difficile. Una direttiva europea mette al bando le caldaie alimentate a fonti fossili, insomma a metano

È uno dei caposaldi della svolta green dell’Unione Europea, semmai verrà riconfermata nella prossima legislatura che inizierà a giugno: troppi segnali stanno ad indicare una possibile retromarcia. Comunque il Parlamento europeo ha intanto approvato una direttiva che obbliga i Paesi membri a ridurre fino ad azzerare le emissioni da parte degli immobili già costruiti e in costruzione. Una sfida colossale, e vediamo perché.
Sarà più facile agire sul mattone futuro: si comincia dagli edifici pubblici, che dovranno essere realizzati con criteri ecologici e, ove possibile, essere autosufficienti energeticamente. Ci sarà poi da mettere mano a quelli attuali, che spesso sono inefficienti e vere e proprie centrali di spreco energetico: si pensi a scuole, ospedali, case di riposo, caserme, municipi, uffici pubblici…
Ci sono poi degli ottimi propositi – sarà complesso però realizzarli – relativi alla neutralità climatica degli edifici esistenti: solo in Italia si calcola siano circa 5 milioni quelli in classe G, la peggiore nella scala di valutazione dell’indice di prestazione energetica. Sarà un traguardo difficile da raggiungere, in Italia, per il solo fatto che gli incentivi economici degli ultimi quattro anni (110%, bonus facciate…) hanno fatto spendere allo Stato 140 miliardi di euro, ad oggi, mettendo a norma nemmeno l’1 per cento degli edifici…
Lasciamo perdere le percentuali da raggiungere – ambiziose – previste da tale direttiva e relative appunto all’efficientamento energetico degli edifici entro quella o quell’altra data. Alla fine, sono appunto numeri per fissare un orizzonte: basterà un niente per modificarli, se del caso. Toccherà invece tutti noi una norma contenuta in questa direttiva, che mette al bando le caldaie alimentate a fonti fossili, insomma a metano. Niente più incentivi pubblici al loro acquisto dal 2025; stop alla produzione e vendita dal 2040.
Gli è che l’Italia funziona a metano (in Nord Europa ci si scalda invece soprattutto con elettricità e carbone), per decenni è stata estesa una vasta rete di condutture e allacci agli immobili, non sarà certo facile sostituire questo efficiente sistema di riscaldamento con l’elettricità. Già, saranno le pompe di calore a sostituire le caldaie. Ma come produrremo quella valanga di elettricità da fonti assolutamente “pulite”? E come la trasporteremo, se non cambiando migliaia di chilometri di tralicci? E come rivoluzioneremo radicalmente le utenze domestiche, oggi servite da ridicoli contatori a 3 kw?
Tutta la nostra rete elettrica è stata concepita e realizzata al tempo in cui in casa erano le lampadine la fonte più energivora, assieme poi al frigorifero. Nel frattempo sono arrivati nelle nostre case almeno una ventina di elettrodomestici ad alto consumo. Quindi: o è la classica “vorrei ma non potrò” (e si arrangino i futuri eletti), oppure questa direttiva è il più grosso impegno che l’Europa si prende nei prossimi decenni. Con lei, l’Italia.

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Fonte: Sir