“Gesù ci accompagna nell’oscurità”. Alla via Crucis della Gmg di Lisbona amore e commozione

«Vi faccio una domanda: piangete a volte? Ci sono cose nella vita che fanno piangere? Là c'è Gesù perché ci accompagna nell'oscurità. Gesù con la sua tenerezza vuole colmare la nostra solitudine, le nostre paure oscure, con la sua consolazione».

“Gesù ci accompagna nell’oscurità”. Alla via Crucis della Gmg di Lisbona amore e commozione

Queste parole, pronunciate da papa Francesco nella Via Crucis nel Parque Edoardo VII di Lisbona, venerdì 4 agosto, sottendono uno dei messaggi più ripetuti di questa GMG, quello di un Dio che chiama per nome, che sceglie singolarmente, che offre tutto per amore. Elisa Dall’Agnol, di Fastro, da queste parole si è sentita particolarmente interpellata: «Qui ripenso alla mia storia, alle mie ferite e sento che c’è un filo rosso che le tiene, che si chiama Dio».
«”Gesù cammina per dare la sua vita per me, e nessuno ha più amore di chi dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo”. Con queste parole il papa ha con concluso il suo discorso e sento proprio che il mio cuore è sussultato», aggiunge Elisa, «Così come ha fatto dopo quando eravamo seduti ad ascoltare a testimonianza di José vittima di bullismo. E mi sento chiamata in causa, perché conosco bene quelle situazioni e il male che c’è e che fa. Sussulto di gioia perché se sono qui e il mio cuore sta guarendo è perché l’amore è più forte, vince sul tempo e sullo spazio, cura le ferite. E che l'anima torni a sorridere».

«Non posso riassumere in una parola sola tutte le emozioni che mi ha trasmesso questa Via Crucis – racconta Fiorella Ferro, 18 anni di Villa Estense – né posso provare a spiegare tutto ciò che mi è arrivato, tanto è grande. Innanzi tutto è stato magnifico vedere come tutti noi giovani ci siamo preparati per quello che sarebbe seguito, quasi un silenzio riempiva il parco, ognuno seguiva la Via Crucis nella propria lingua, non volendone perdere nemmeno una parola». «Tutto è stato reso più forte della musica che accompagnava ogni stazione – aggiunge – era carica di sentimenti e ti aiutava a comprendere il peso del momento. Noi eravamo seduti per terra, ma proiettati in un altro luogo, tutti come assorti, era magico. Tuttavia il momento che più mi ha emozionato è stato quando all'inizio della dodicesima stazione, ovvero la morte in croce di Cristo. Molti giovani di nazionalità diversa si sono inginocchiati uno accanto all'altro, piegando il capo, e pregando insieme. Vedere quanto l'Amore per Cristo ci legasse, superando ogni barriera mi ha commosso profondamente. Una frase è stata per me più significativa, ovvero “Nascondimi nelle tue piaghe d'Amore, Signore”. Questa Via Crucis lascerà un segno più o meno grande dentro di noi e le testimonianze di sofferenze sopportare grazie alla fede in Dio e alla vicinanza degli altri ci aiuteranno nell'affrontare la vita quotidiana».

Anche Elena Bottaro conferma l’emozione: «A me è piaciuta molto la scenografia: i temi li ho trovati molto attuali e vicini alla mia esperienza di vita. I temi sono stati trattati in modo veritiero e profondo, perché ho percepito che non era la solita elaborazione stereotipata sui giovani. Non pensavo di vivere una via crucis così intensa». La visione d’insieme di una moltitudine «tutta qui, unita da un’ideale, unita dalla voglia di stare insieme», per Filippo della Madonna Incoronata rimane comunque «una delle cose che mi è rimasta più impressa e che mi poterò a casa da questa GMG».

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