L’emozione della veglia. Le parole del Papa, ma anche il silenzio in ginocchio davanti all’Eucarestia per i giovani padovani
Emozione, incanto, silenzio di fronte al Santissimo Sacramento. La veglia della GMG di Lisbona, sabato 5 agosto, è destinata a restare nella memoria per il milione e mezzo di giovani della “gioventù del Papa”. Tra loro anche i padovani: oltre 1200 con la spedizione diocesana, molti altri con gli scout, gli ordini religiosi, i frati del Sant’Antonio che viaggiano con il busto con le reliquie del Santo nativo di Lisbona ma legato indissolubilmente alla città di Padova.

«Mi sono emozionato. L'atmosfera è stata speciale, mentre il papa parlava la gente attorno era incantata», racconta Leonardo. «È stato bellissimo! Un milione di persone in silenzio, tutti zitti, nessuno fiatava ma tutti abbiamo pregato. È piaciuta a tutti», gli fa eco Tommaso. «L'atmosfera molto bella, accogliente. Ci siamo sentite parte di qualcosa di grande. È stata così coinvolgente che avremmo voluto durasse di più», aggiungono Alessia, Giorgia e Anna.
«Il Papa ha dato delle parole di incoraggiamento per chi pensa che non ci sia soluzione», nota Elisa, «stasera ho vissuto un momento molto forte, ho proprio sentito una Presenza: non so se sia stata la mano del mio amico che era sulla mia spalla o la presenza della nonna mancata, ma so che Lui c’era».
«Siamo rimasti colpiti dai riferimenti del cadere e rialzarsi – aggiunge sorella Francesca Vinciarelli delle Discepole del Vangelo – e dal guardare dall'alto in basso l'altro solo in un momento quando si vuole aiutarlo a rialzarsi. Le testimonianze aiutano in questo clima di festa ad aprire lo sguardo realista verso le tante situazioni che l'umanità sta vivendo, anche nella fatica o sofferenza».
I gruppi delle parrocchie, al termine della veglia, hanno dedicato del tempo, mentre scendeva la notte, ad approfondire il mistero appena vissuto. «Valentina di Montà – racconta don Alberto Pastorello – dice di aver sentito vere le parole di un testimone, che ha detto: “Sono qui perché ho ricevuto una chiamata dal Signore, anche se non so ancora darle un volto preciso”». «Sono momenti emozionanti – ha proseguito Valentina – che danno una carica di fede immensa, ma che ci portano anche a porci domande sulla nostra vocazione». «Al termine – spiega don Alberto Pastorello – abbiamo concluso affidando tutto il milione di giovani presenti al Signore e ho invitato i ragazzi a vivere lo spirito della Trasfigurazione, perché possano essere anche loro come Pietro e i discepoli che dicono a Gesù: "Signore, è bello per noi stare qui!”».
«Riflettendo tra noi – rivela Sofia di Pernumia – la parola che è emersa di più è inaspettato. Ed effettivamente questa veglia lo è sia per la quantità di giovani che si vedono intorno a noi, sia per l'ottima organizzazione, sia per le emozioni intense che ci ha regalato la serata. Ci auguriamo e promettiamo di portarci a casa la gioia di queste ore non solo per noi ma anche e soprattutto per le persone che ci stanno attorno, facendo tesoro delle parole di Papa Francesco».
Don Fernando Fiscon conferma: «”Bella” è il termine più usato dai ragazzi per commentare la veglia. Alcuni hanno aggiunto: "Mi ha fatto venire i brividi", "Peccato che fosse così corta", "Il silenzio di più di un milione e mezzo di persone in ginocchio davanti all'Eucaristia è stato impressionante; il momento più toccante”».
Andrea Canton