Autovelox. La sicurezza stradale vale più di qualche Fleximan all’opera

Autovelox Deterrenti o casse per i Comuni? Se si rispettassero le regole stradali e i limiti di velocità già esistenti, non ci sarebbe bisogno di falsi eroi

Autovelox. La sicurezza stradale vale più di qualche Fleximan all’opera

A Venezia sono giorni di carnevale e tra le calli vive di maschere e frittelle, è apparso anche uno che impugnava un simil-autovelox divelto, con passamontagna in testa e dunque non riconoscibile. Fleximan, così è stato soprannominato l’uomo (o gli uomini) senza identità che in queste settimane sta (o stanno) abbattendo i rilevatori di velocità in Veneto, generando emulazione in Piemonte, Lombardia, Puglia. “Eroe” è stato etichettato da alcuni, sono state stampate anche delle magliette e allora, rimodulando una citazione presa in prestito dal cinema, possiamo affermare che «non è l’eroe di cui abbiamo bisogno, ma è quello che meritiamo». «Questi atti rasentano la delinquenza, sono vergognosi e vanno condannati non esaltati, non hanno una giustificazione: se si vuole protestare ci sono modalità più civili per avanzare le proprie istanze». Non usa mezzi termini Paolo Battistini, referente nel Padovano e Veneziano dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, che smonta l’ideale del Robin Hood giustiziere delle macchine da soldi dei Comuni: «Offende la sensibilità di persone che sono state coinvolte in incidenti stradali, che hanno subito conseguenze a causa della velocità. Oltre al danno economico, rimango sconcertato soprattutto per la non consapevolezza: perché magari quel rilevatore di velocità è posizionato in quell’incrocio o lungo quella strada che altrimenti sarebbero pericolosi». Per molti automobilisti, in realtà, i rilevatori di velocità sarebbero solo strumenti per rimpinguare le casse delle amministrazioni; sono volutamente posizionati in aree dove si tende ad accelerare o vengono piazzati in punti “nascosti”. Ma questa è solo una campana perché il fine ultimo alla base di questi strumenti è fungere da deterrente. Il punto è: quanto la presenza di questi dispositivi riesce a diminuire gli incidenti? Non è così facile stabilirlo: l’Italia, secondo i dati dell’azienda specializzata Coyote group, è il Paese europeo con il maggior numero di rilevatori di velocità, nel 2021 erano attivi 14.297 sistemi e negli ultimi tre anni sono aumentati del 40 per cento. «Eppure in Veneto nel 2022 si sono registrati 321 morti e oltre tredicimila feriti di cui non sappiamo quanto gravi e con danni permanenti – insiste Paolo – Siamo stabili, nonostante tutto non abbiamo un riflesso positivo. L’Europa ha fissato l’obiettivo di ridurre del 50 per cento i morti e i feriti gravi per incidente stradale entro il 2030, ma di questo passo non ce la faremo. E questo perché abbiamo dimostrato che siamo un popolo che ha bisogno di essere controllato: pur essendoci i limiti di velocità, noi non rispettiamo le regole. Basterebbe questo per non essere sanzionati. Anche per questo le amministrazioni locali e le forze politiche devono insistere: non si può leggere di un sindaco che “asseconda” le proteste e decide di non re-installare un autovelox segato: deve mettere in primo piano la sicurezza dei cittadini». La vita di Paolo è cambiata per sempre quando nel 2004 ha perso suo figlio di 15 anni, Andrea, travolto da un furgone che andava al doppio della velocità consentita in quel tratto. Da allora prova a sensibilizzare i giovani collaborando con le scuole e la polizia locale, ed è per questo che prova amarezza e rabbia nel vedere ragazzi esaltarsi per Fleximan: «Insisto sull’informazione adeguata, ci vuole un’educazione stradale continua nelle scuole e le scuole guide devono cambiare il modo di formare i neopatentati. Lo faccio per il senso di giustizia nei confronti di mio figlio: noi pensiamo sempre che possa capitare agli altri, ma in mezzo a questa situazione ci siamo tutti, perché la strada è di tutti ed è una libertà quella di muoversi. Muoversi in sicurezza. Occorre far capire la gravità delle conseguenze: non c’è un tasto replay o un riavvolgimento del nastro. Non si torna indietro».

In Veneto almeno 15 autovelox saltati in otto mesi

In Veneto, da Treviso a Padova passando per Rovigo, sono stati distrutti almeno 15 dispositivi negli ultimi otto mesi. A Cadoneghe, ad agosto è distrutto con un ordigno un rilevatore di velocità, installato, solo a giugno, lungo la strada del Santo.

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