Come sarà il nuovo anno dipende anche da noi
Tante sfide attendono il mondo. Non lasciar sopire le speranze che portiamo nel cuore, ma trasformarle in progetti concreti di cambiamento, è l'unica strada possibile per costruire spazio di bene nelle nostre vite
Inizia un nuovo anno, e chissà se sarà davvero nuovo? C’è la magia del passaggio nell’ultima notte di dicembre che apre l’alba alle speranze… già sopite al risveglio in chi attende il cambiamento senza nulla cambiare, già mutate in progetto in chi desidera il cambiamento mettendo la sua parte.
Si combatteranno le guerre e aumenteranno i conflitti. Persevereranno gli operatori di pace nelle trattative ufficiali e nei gesti di eroica quotidianità, anche tra le macerie. Crescerà la forza dei nazionalismi e si inaspriranno le divergenze. Resisteranno i compositori di unità e i tessitori di differenze, che credono in un mondo solidale, in un’Europa collaborativa, in un’Italia.
Si scioglieranno i ghiacciai e avanzeranno i deserti. Non si stancheranno di marciare i profeti annunciatori di sostenibilità e testimoni, anche nei summit internazionali, che stili ecologici si possono adottare, che energie pulite si possono utilizzare. Aumenteranno i nostri rifiuti. E sempre ci saranno cuori materni che difenderanno la salute di tutto il creato, compresa la nostra e quella dei posteri.
Sarà calpestata la giustizia nei tribunali e le sentenze porteranno condanne, mentre uomini giusti cercheranno la verità e mediatori sapienti ripareranno le ferite tra le parti. Rimbomberanno le nostre orecchie di insulti e falsità mediatiche. E insieme non mancheranno penne colte e fedeli alla verità, che ci consegneranno la storia.
Chiuderanno aziende in cerca di migliori profitti. Non mancheranno imprese capaci di rischiare tutto per produrre e offrire servizi senza prescindere dal lavoro e dal lavoro giustamente retribuito. Rimbalzeranno i giovani da un tirocinio all’altro accumulando più frustrazioni che competenze. Ci saranno imprenditori attenti a inserire tra i colleghi gli “ultimi arrivati” e ad accompagnarne l’apprendimento, perché esprimano al meglio le loro abilità.
Prevarrà lo “status singol” e le culle saranno sempre più vuote, mentre il coraggio dell’amore continuerà a generare fedeltà tra coppie amanti della vita. Si marcheranno i contrasti generazionali e si cristallizzeranno le incomprensioni. Ci saranno ancora giovani in cerca di adulti significativi e adulti che si porranno al loro fianco per crescere insieme.
Continueremo a portare a spasso i nostri cani e a insudiciare le strade, mentre con vigore le spazzeranno i richiedenti amicizia. Continueremo a pensare che non ne vale la pena, mentre il seminatore uscirà a seminare…
Tutto potrà cambiare e prendere il volto della vita, se custodiremo in cuore il seme della riconoscenza, che è capace di aprire il nostro sguardo sul bene che già esiste e sulla sua capacità di trasformare persone, gruppi e strutture sociali economiche e politiche. E non resteremo solo a guardare, ma continueremo a realizzare il bene di cui siamo capaci, a correggere il male che agiamo e a generare nuovo bene.
Non resteremo seduti, avvolti nelle coperte di tante paure, che ci preservano nell’isolamento delle nostre mura domestiche e dei centri commerciali, piccole fortezze cui hanno accesso quasi esclusivo i prodotti, la rete internet, le onde radio della televisione. Ci leveremo per incontrare il vicino di casa, per stringere relazioni, per ricomporre conflitti, per ascoltare bisogni, per sostenere sogni, per lavorare sodo, per accogliere fragilità, per resistere alle prepotenze, per uscire dal silenzio, per condividere valori, per smettere di lamentarci, per attivare processi di bene, per esistere… e vivere realmente.
suor Francesca Fiorese
direttore ufficio pastorale sociale e del lavoro