Decreto affido, “non sia svalutato un istituto prezioso per l'interesse del minore”

L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Garlatti: “Bene le previsione della banca dati, ma come sarà possibile a costo zero? I tribunali sono in affanno. E non si svaluti l'affido, necessario quando la famiglia è disfunzionale”

Decreto affido, “non sia svalutato un istituto prezioso per l'interesse del minore”

“L'affido dei minori è un istituto fondamentale e prezioso e non vorrei che fosse svalutato. Il suo scopo non è separare il minore dalla sua famiglia, ma creare le condizioni perché possa ritornarvi”: lo sottolinea Carla Garlatti, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, non nascondendo le proprie preoccupazioni dopo l'approvazione, ieri sera in Consiglio dei ministri, del decreto per la tutela tutela dei minori in affidamento. Una denominazione che non convince Garlatti, perché “sembra frutto, appunto, di una svalutazione dell'affidamento, necessario proprio per la tutela dell'interesse del minore. Le famiglie disfunzionali infatti esistono: l' affido si rende necessario in questi casi e può essere declinato in molti modi diversi, come specificato nelle Linee d'indirizzo precedentemente approvate in seno alla Conferenza Stato-Regioni: penso all'affido diurno, o alla famiglia d'appoggio. Se è vero che il minore ha il diritto di crescere nella propria famiglia, è altrettanto vero che ha diritto anche a una protezione sostitutiva, in caso di famiglia d'origine disfunzionale”.

E poi, c'è da dire che l'Italia vanta il record minimo di affidi: “In Europa, siamo il Paese che allontana meno – ricorda Garlatti – Molto meno di Paesi come la Francia e la Germania. Questo non è necessariamente un dato positivo – precisa – perché potrebbe essere conseguenza di una mancanza nei servizi nel cogliere il disagio della famiglia in modo precoce”. Ora, il nuovo decreto rischia di “scoraggiare le famiglie che si mettono a disposizione per accogliere temporaneamente i minori in difficoltà: e questo mi preoccupa. Come mi preoccupa la mancanza di risorse che spesso viene denunciata dalle comunità che accolgono i minori: un universo differenziato, con tanti esempi virtuosi e altri più carenti, che avrebbe bisogno di essere sostenuto, anche per superare la disomogeneità territoriale oggi fortissima”, aggiunge Garlatti.

Proprio la mancanza di investimenti è un altro aspetto del decreto che preoccupa la Garlatti: “Da un lato è molto positiva la previsione di una banca dati, la cui mancanza più volte anche noi abbiamo segnalato. E' importante un monitoraggio, finalizzato alla verifica delle a permanenza delle condizioni di disagio che hanno reso necessario l'allontanamento, il quale – lo ribadisco – deve sempre essere l'ultima spiaggia. Ma come si potranno realizzare registri, banche dati e osservatorio, a costo zero? Il decreto contiene infatti la clausola d'invarianza finanziaria. Ma i tribunali sono già in affanno: come potranno far fronte a questa nuova incombenza?”, di domanda infine Garlatti.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)