Kiev come Sarajevo, Aleppo, Kabul. Cosa ci aspetta dopo la guerra scatenata da Vladimir Putin

Anche la guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina prefigura cerchi concentrici di conflitti, emergenze, esodi.

Kiev come Sarajevo, Aleppo, Kabul. Cosa ci aspetta dopo la guerra scatenata da Vladimir Putin

«Si bombarda ovunque. Ma non si può rimanere in silenzio» esordisce Claudia Bettiol, collaboratrice di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa. «La capitale dell’Ucraina è sotto attacco in un’invasione su larga scala. E in queste ore diventa impossibile stimare con certezza il numero delle vittime, degli sfollati e dei profughi» continua al telefono, «Chi può scappa soprattutto verso la Polonia. In auto, verso la frontiera d’Europa più vicina. Code chilometriche con i primi profughi dalla guerra. Non serve nemmeno il visto d’ingresso, perché l’Ucraina concede 90 giorni di soggiorno nell’Unione europea. Ma il flusso interessa anche Ungheria, Romania e Moldavia. E’ legittimo immaginare che si ripeta, sette anni dopo, la stessa enorme migrazione dalla guerra in Siria...». Claudia Bettiol traccia a voce il quadro della guerra: «L’obbiettivo è Kiev: la Russia vuol far cadere il governo. Finché gli ucraini resistono, si combatte. Gli scenari però sono difficili da prevedere. C’è la mobilitazione nazionale decretata dal presidente Volodymyr Zelensky: tutti gli uomini fra i 18 e i 60 anni sono invitati a non lasciare l’Ucraina. Tuttavia, molti di quelli che sono in fuga hanno disattivato la geo-localizzazione dei loro cellulari. E possono incappare nei controlli ai confini». Zelensky incarna l’Ucraina che resiste allo Zar di Mosca con un profilo che non è noto a tutti: «Era un comico. Da attore ha interpretato la serie televisiva Il servitore del popolo. Un successo, tant’è che è diventato il nome del suo partito» racconta Claudia Bettiol, «Nel 2019 è stato eletto al vertice dell’Ucraina con il 73% dei voti. Aveva promesso di riportare la Crimea a casa e la pace
nel Donbass. E ha scelto la via diplomatica, fino in fondo, per non capitolare con la Russia». Infine, l’esponente di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa rilancia l’appello della ong ucraina Vostok-SOS che dal 2014 si preoccupa dell’emergenza umanitaria. Tutti i dettagli qui:

https://vostok-sos.org/en/ukraine-under-fire-support-vostok-sos-aid-operation/

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