Save the Children: "Un miliardo di minori a rischio per crisi climatica, 450 milioni in zone di guerra"

Seconda giornata dell'evento "Impossibile 2022". Secondo l'organizzazione, conflitti, pandemie, crisi climatica hanno un impatto devastante sulla vita, il benessere e i diritti delle nuove generazioni, aumentando tra le altre cose le disuguaglianze, con un incremento del numero di persone in povertà e di coloro che hanno bisogno di assistenza umanitaria e forzando spesso i minori a lasciare i propri Paesi

Save the Children: "Un miliardo di minori a rischio per crisi climatica, 450 milioni in zone di guerra"

Conflitti, pandemie, crisi climatica hanno un impatto devastante sulla vita, il benessere e i diritti delle nuove generazioni, provocando siccità e gravissime insicurezze alimentari, aumentando le disuguaglianze all'interno delle comunità, con un incremento del numero di persone in povertà e di coloro che hanno bisogno di assistenza umanitaria e forzando spesso i minori a lasciare i propri Paesi per trovare un futuro possibile e sicuro altrove. Lo afferma Save the Children, che in questi giorni promuove a Roma l'evento "Impossibile 2022".

"Si stima che già oggi 1 miliardo di bambine e bambini vivano in Paesi a rischio a causa della crisi climatica, che 450 milioni vivevano in zone di conflitto già prima della guerra in Ucraina - dalla quale sono fuggiti dal 24 febbraio 6,3 milioni di persone, di cui quasi la metà bambini -, che 35,5 milioni di minori nel 2020 siano migranti o rifugiati fuori dai propri Paesi e altri 23,3 milioni gli sfollati interni, con un aumento di quasi 10 milioni rispetto al 2015. Queste crisi globali, spesso interconnesse, - afferma l'organizzazione - rappresentano un acceleratore di disuguaglianze, un moltiplicatore di minacce e rendono la crescita delle nuove generazioni un vero percorso a ostacoli. Due anni di pandemia, le conseguenze sempre più evidenti della crisi climatica e il dilagare dei conflitti hanno interrotto e messo fortemente a rischio i lenti, ma significativi progressi degli ultimi decenni. I diritti fondamentali che dovrebbero essere sempre garantiti restano ancora, per la vita quotidiana di milioni di bambini e bambine, solo degli slogan vuoti".

L'evento "Impossibile 2022", che è stato inaugurato ieri a Roma, continua oggi con il contributo di istituzioni, del mondo della ricerca e della comunicazione, del terzo settore, delle professioni, del mondo privato e, soprattutto, dei diretti protagonisti, i ragazzi e le ragazze e con l'obiettivo di avanzare proposte e azioni per interpretare questo orizzonte incerto e per promuovere concretamente i diritti dei bambini. "Perché non si può permettere che, in questo momento storico tanto difficile, i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza subiscano un così grave arretramento", afferma Save the Children.

"Per poter creare un mondo nel quale i diritti dell'infanzia sono tutelati a prescindere dal luogo nel quale si risiede è fondamentale assumere impegni coraggiosi e non più rimandabili. Mai come in questo momento è necessario incrementare le risorse per l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo e raggiungere l'obiettivo dello 0.7% del PIL entro il 2030, reintegrando i fondi utilizzati per il sostegno ai rifugiati e per l'assistenza umanitaria in Ucraina. Al contempo bisogna assicurare, inoltre, finanziamenti flessibili e di lungo periodo per prevenire, dare risposte tempestive e rafforzare la resilienza delle comunità alle crisi, siano esse climatiche, legate a conflitti armati o di altra natura - dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children -. Le nuove sfide ci pongono di fronte al bisogno di prospettive differenti, a partire all'introduzione di criteri ambientali e sociali minimi estesi a ogni tipo di opere, beni e servizi, all'aumento dei finanziamenti per il clima e alla creazione di un nuovo meccanismo di finanza climatica. E poi ci sono i ragazzi, che rischiano di essere le principali vittime di guerre non volute da loro o di una crisi climatica che non hanno provocato, ma che hanno voglia di partecipare al processo di cambiamento, è da loro che dobbiamo partire, per esempio attraverso l'istituzione permanente dello Youth4Climate e il monitoraggio dell'effettiva partecipazione giovanile".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)