#ioconlafrica, sui social network e nell'impegno quotidiano con il Cuamm

Medici con l'Africa Cuamm. Un hastag richiama alla responsabilità di tutti per il grande continente dimenticato dal mondo. Sabato 10 novembre a Bologna l'appuntamento annuale dell'ong padovana è l'occasione per stilare un bilancio delle campagne in corso.

#ioconlafrica, sui social network e nell'impegno quotidiano con il Cuamm

Sabato 10 novembre a Bologna. È l'appuntamento annuale del Cuamm Medici con l'Africa. Sentiamo forte il dovere di dare conto, alla gente e alle istituzioni che credono in noi, di quanto fatto nel corso dell'anno. Mostrare a tutti i risultati ottenuti, successi e difficoltà. L'impegno è quello di raggiungere in 5 anni 320 mila parti assistiti (comprese le emergenze ostetriche come il taglio cesareo e la trasfusione di sangue) e 60 mila bambini malnutriti.

Crediamo in una Cooperazione fatta di cambiamenti concreti, miglioramenti misurabili e trasparenti. È il modo più credibile per dire grazie ai tanti che ci sostengono. E poi vogliamo dire ad voce alta che, oggi più che mai, dobbiamo “fare di più e meglio con l'Africa”. Qualcuno declama «aiutiamoli a casa loro». Io rispondo: facciamolo davvero!! Dobbiamo fare di più con l'Africa!! Noi lo facciamo dal 1950 e continuiamo a farlo con passione e determinazione quotidiane, con l'aiuto di molti. Crediamo davvero che il sostegno alle popolazioni povere passi attraverso investimenti seri e consistenti lì dove nascono e vivono. Anche per il dovere che abbiamo di restituire, almeno un po’, quanto abbiamo depredato e tolto. 

Notare che non siamo noi a chiedere questo; sono i giovani africani che chiedono di essere aiutati lì dove è la loro famiglia e vita. Penso al Sud Sudan e alla Repubblica Centrafricana. Scappano da malattie, fame, da un futuro che non c'è. Chiedono di essere aiutati a non fuggire, a crescere e progredire. Qualcuno magari pensa che tanto le cose non cambieranno, pensa che siano soldi buttati via. Ci sono esempi concreti che dimostrano il contrario. Come il caso dell'Uganda. Il Paese è politicamente stabile, negli ultimi anni ha investito in risorse umane, come i medici. Ora ha 300 medici laureati all'anno e, dal punto di vista della salute di base, se dieci anni fa era assistito un parto ogni cinque, adesso lo sono quattro su cinque. La malnutrizione è calata e il Pil cresce del 5 per cento l'anno. Nel 2017 non c'è stato un ugandese che abbia attraversato il Mediterraneo e, a vedere il registro dei richiedenti asilo, da quel Paese sono meno di 500.

Dobbiamo mobilitarci tutti, in ogni modo, anche attraverso il mondo dei social media. Per questo in vista del 10 novembre abbiamo lanciato l'hashtag #ioconlafrica. Non ci interessano gli slogan o gli hashtag fini a se stessi, ci interessa l'impegno concreto di ciascuno, la determinazione ostinata a fare la propria parte. Proprio per questo, vorremmo che più persone possibile facessero sentire la propria voce, anche attraverso questo canale. Si tratta di un piccolo gesto: basta scattarsi una foto, con la mano aperta vicina al volto – gesto che nel linguaggio dei segni significa “Africa” – e poi condividerla nei propri profili social con l’#ioconlafrica. Più siamo, più possiamo far sentire la nostra voce. 

Partiamo dalla piazza virtuale, ma arriveremo a quella reale. Molti dei volti fotografati daranno vita a un’installazione partecipativa che verrà collocata nella Piazza del Nettuno, nel cuore di Bologna. Sarà presentata al termine del nostro incontro annuale il 10 novembre. È il nostro impegno, la nostra passione, quello in cui crediamo e per il quale ci battiamo: #ioconlafrica.

Sarà l'hashtag dell'evento ma primariamente sarà il nostro modo di dire a tutti la profonda convinzione che ci anima e ci tormenta: fare di più e meglio, con l'Africa. Dire a tutti che crediamo nell'Africa e nei suoi giovani e che un futuro più giusto e bello per tutti, è possibile!!

don Dante Carraro
Medici con l'Africa Cuamm

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