A Padova il 27 aprile la 2° "Festa dei Cammini e dei Camminatori al Santo"

Una giornata dedicata a pellegrini, runners, camminatori e maratoneti, con benedizione “delle scarpe” e focus sull'ampliamento del Cammino di S. Antonio nelle tratte Milazzo/Messina-Assisi-Padova e nelle nuove Gemona-Padova e Forlì-Castrocaro-Montepaolo

A Padova il 27 aprile la 2° "Festa dei Cammini e dei Camminatori al Santo"

La 2° edizione della “Festa dei Cammini e dei Camminatori al Santo”, presentata quest’oggi nella “città di Antonio”, si svolgerà sabato 27 aprile a Padova, nel complesso della Basilica del Santo. Sarà un momento d'incontro dei tanti pellegrini e di chi ama mettersi in cammino, un’occasione per conoscere più da vicino alcuni splendidi itinerari di pellegrinaggio “a piedi” del Veneto e di altre regioni italiane, per fare il punto sui nuovi tracciati del Cammino di Sant’Antonio che intendono rinnovare e completare i passi del Santo da sud a nord della penisola: Milazzo/Messina-Assisi-Padova, avviato nel 2018, e i nuovi tratti Gemona-Padova e Forlì-Castrocaro-Montepaolo.

Agli aggiornamenti di questi tre percorsi che stanno suscitando un grandissimo interesse nelle singole località sarà dedicato uno specifico incontro in Sala dello Studio teologico alle ore 12.00 (vi parteciperanno i sindaci di Castrocaro T., Chiusi della Verna, Cosenza, Gemona del Friuli, Messina, Mira e Padova, il presidente della Provincia di Padova e il presidente nazionale dell’UNPLI). Enti, regioni, comuni della penisola hanno infatti aderito formalmente o stanno via via aderendo al progetto da Capo Milazzo a Padova, via Assisi, lanciato giusto un anno fa dai chiostri antoniani della Città del Santo in occasione della prima edizione della “Festa dei Cammini e dei camminatori”.

E altri si stanno proponendo autonomamente per estendere il Cammino di Sant’Antonio nei propri territori.

È il caso di Gemona del Friuli (UD), la cui amministrazione comunale ha avanzato la sua legittima candidatura come ulteriore punto di arrivo del Cammino di Sant’Antonio. La cittadina friulana, che ha per patrono sant’Antonio, è infatti la sede del più antico santuario antoniano nel mondo consacrato nel 1248, 62 anni prima dell’apertura al culto della Basilica di Padova, avvenuta nel 1310. Gli storici hanno confermato la presenza di frate Antonio in Friuli negli anni tra 1227 e 1230: in quel periodo egli era superiore provinciale dei Frati minori dell’Italia settentrionale e, in quella veste, visitò le fraternità del patriarcato di Aquileia sotto la sua giurisdizione, tra cui anche quella di Gemona, attiva fin dal 1219.

Recentemente, infine, sono state le amministrazioni locali di Forlì, Castrocaro e Montepaolo a chiedere ai frati della Basilica di Sant’Antonio un collegamento al Cammino esistente che già passava unicamente per Montepaolo. Si tratta di pochi chilometri che ripercorrono il breve viaggio che il giovane frate Antonio intraprese quando, nel 1222, dall’eremo di Montepaolo, sua prima dimora in Italia, fu inviato appunto a Forlì a predicare nell’Abbazia di San Mercuriale. Fu qui dove egli rivelò inaspettatamente le sue straordinarie doti di predicatore ed evangelizzatore, e dove, da allora innanzi, svolse questo compito a tempo pieno, lasciando l’amato eremo di Montepaolo.

Ma l’appuntamento di fine mese promosso da Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Associazione “Il Cammino di sant’Antonio”, in collaborazione con Arciconfraternita del Santo e Veneranda Arca di S. Antonio, vuole essere soprattutto un giorno di festa per tutti i pellegrini, camminatori, runners, maratoneti – molti saranno in città per la PadovaMarathon del giorno seguente – che si ritroveranno accanto alla Tomba del Santo per vivere un giorno di letizia e fraternità, invocare l’aiuto e la benedizione per le prossime partenze e imprese, condividere esperienze di vita.

Per questo motivo la festa sarà evidenziata da uno spazio di danze popolari (ore 14.00, sagrato della basilica), da un pranzo “pellegrino” al sacco, da stand informativi sui vari cammini che attraversano l’Italia, da bookshop con libri e guide “su” e “di” cammini (tutto il giorno nei chiostri), con testimonianze di pellegrini e autori. Tra questi, Angela Serracchioli, famosa pellegrina e ideatrice-promotrice del cammino “Di qui passò Francesco” dalla Verna ad Assisi, che racconterà la sua esperienza nell’ambito di una conferenza con i rappresentanti di altri quattro Cammini italiani: il Fogazzaro Roi, la Romea Germanica, il Cammino di Dante, Il Cammino celeste (ore 9.30, Sala Studio teologico). Il giovane Matteo Bergamelli (29 anni), autore del Diario di un pellegrino Rosso (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2019), presenterà invece il libro che ha scritto sulla sua esperienza di cammino lungo la Via Micaelica, da Salerno a Monte Sant’Angelo (ore 15.00, Sala Studio teologico): un pellegrinaggio intrapreso volutamente senza soldi, confidando esclusivamente sulla Provvidenza, che non è mancata.

La “Festa dei cammini e dei camminatori al Santo” sarà anche l’occasione di rivedere, e per molti - soprattutto giovani - vedere per la prima volta, il docufilm “700 anni” che Ermanno Olmi realizzò nel 1963 in occasione del 7° centenario antoniano, con la rievocazione dell’Ultimo cammino del Santo da Camposampiero a Padova (ore 15.40 - 16.40, Sala Studio teologico). Prodotto dalla milanese XXII Dicembre, è il primo documentario realizzato per la Rai da Olmi sui fedeli di sant’Antonio di Padova.

La giornata si concluderà con una messa in basilica alle ore 17.00 celebrata dal rettore della Pontificia Basilica del Santo, padre Oliviero Svanera, con la speciale benedizione finale rivolta a tutti i pellegrini, runners, camminatori, marciatori e maratoneti presenti, invitati a calzare, per l’occasione, le scarpe utilizzate nei cammini o che calzeranno nelle loro prossime imprese.

L’ingresso alla “Festa dei Cammini e dei camminatori al Santo” è libero. La manifestazione è stata resa possibile grazie al contributo di Enaip Veneto e di IN’s Mercato.

Info: Ufficio informazioni della Basilica, www.santantonio.org  - infobasilica@santantonio.org - Tel. 049 8225652.
Associazione “Il Cammino di Sant’Antonio”, www.associazioneilcamminodisantantonio.org  - Tel. 392 8852228.

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IL PROGETTO DI COMPLETAMENTO DEL CAMMINO DI SANT’ANTONIO

Il Cammino di Sant’Antonio, unico cammino proposto e organizzato da un ordine religioso, i frati minori conventuali, una volta completato nei tratti mancanti attraverserà l’Italia, da sud a nord, tra fede, natura e cultura. Un percorso di circa 1.750 chilometri sulle orme del Santo da Capo Milazzo (ME) a Padova via Assisi, con un prolungamento da Padova a Gemona del Friuli.

Il progetto di Provincia Italiana di S. Antonio di Padova (PISAP) dei Frati Minori Conventuali, Pontificia Basilica del Santo di Padova e Associazione “Il Cammino di Sant'Antonio” vuole unire i singoli tratti esistenti e individuarne di nuovi per ricreare un unico itinerario che ripercorra i passi di Antonio lungo l’Italia nel corso della sua breve e intensa esistenza terrena.

Si tratta, quindi, al momento di più percorsi brevi o medi, alcuni compiuti, altri in via di riscoperta, che opportunamente uniti nelle parti mancanti e attrezzati daranno vita a un lungo cammino a piedi.

I PERCORSI REALIZZATI

da Camposampiero (PD) a Padova o “Ultimo Cammino” (percorribile dal 2000) – Alta padovana, 25 km. Ricorda l’ultimo viaggio terreno di Antonio nel giorno della morte, 13 giugno 1231. Il percorso è oggetto della Guida al Cammino di Sant'Antonio (ed. EMP - Terre di Mezzo, 2018).
da Padova direzione Assisi, via La Verna, o Cammino dei Luoghi antoniani (percorribile dal 2010) – Attraversa Veneto, Emilia Romagna e Toscana - Ripercorre alcuni dei luoghi toccati dalla predicazione e dal magistero di Antonio dopo il 1221. Congiunge Padova con il Santuario della Verna (AR); dal 2017 è inserito nell'Atlante digitale dei Cammini d'Italia promosso dal MiBACT. Dal Santuario della Verna si può raggiungere Assisi, centro di irradiazione del francescanesimo, seguendo un tratto della Via di Francesco, anch'esso inserito nell’Atlante digitale del MiBACT. Anche il Cammino dei Luoghi antoniani è inserito nella Guida al Cammino di Sant'Antonio (ed. EMP - Terre di Mezzo, 2018).
da Venezia a Padova – Parte da Venezia e attraversa la Riviera del Brenta seguendo il percorso che ha effettuato una delle più insigni reliquie di sant’Antonio (l’ulna dell’avambraccio sinistro) che da Padova giunse nel 1652 su richiesta del Senato della Serenissima fino alla Basilica della Madonna della Salute, dove è ancora oggi conservata.

I PERCORSI IN VIA DI DEFINIZIONE O IN CORSO

da Capo Milazzo via Messina ad Assisi o Primo Cammino (in corso dalla primavera 2018) – Attraversa Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria - Rievoca il primo cammino di Antonio in Italia da Capo Milazzo, dove naufragò (o approdò) all’inizio del 1221, ad Assisi, dove giunse a piedi il 30 maggio del 1221, per partecipare al Capitolo delle Stuoie. Obbiettivo dei promotori è che questo nuovo tratto sia percorribile per la primavera del 2021, nell’800° anniversario dell’arrivo di Antonio in Italia. Il percorso è quasi tutto da definire e infrastrutturare: la parte meridionale da Capo Milazzo a Capua è interamente da realizzare lungo la romana via Popilia; da Capua ad Assisi continua lungo assi già consolidati per i moderni pellegrini e viandanti, ovvero il Cammino di Benedetto e la Via di Francesco; da Assisi a Padova segue ancora la Via di Francesco, fino al Santuario della Verna, e da lì lungo l’esistente Cammino dei Luoghi antoniani fino a Padova.
da Gemona del Friuli (UD) a Padova (in via di definizione da fine 2018). Il percorso è in via di definizione e potrebbe congiungere Padova e Camposampiero con Conegliano (TV), Sacile (TV), Polcenigo e Fanna (PN) e da qui giungere a Gemona del Friuli.
da Forlì a Castrocaro e Montepaolo (avviate le trattative per l’adesione). Prosecuzione di un tracciato esistente che passa per Montepaolo, sui passi del giovane Antonio che dall’eremo di Montepaolo venne inviato a Forlì a predicare.

In generale i percorsi individuati dai promotori sono quelli di un Cammino di pellegrinaggio a piedi che: 1) abbia tutti i requisiti per essere inserito nell’Atlante digitale dei Cammini d’Italia de MiBACT; 2) sia pienamente fruibile dai pellegrini del XXI secolo, ovvero sia infrastrutturato e dotato dei servizi essenziali; 3) siano unici non solo per la loro meta, ovvero si cammina “verso” la tomba del Santo a Padova, ma anche perché si cammina “con il Santo”.

ADESIONI ISTITUZIONALI

La campagna di adesione istituzionale al progetto di ampliamento del Cammino di Sant’Antonio sta coinvolgendo i Comuni e le Regioni attraversate dal percorso, a cui è stato proposto un atto deliberativo formale contenente una dichiarazione di intenti, promossa dalla Pontificia Basilica del Santo, Comune di Padova e Comune di Camposampiero e sottoscritta il 9 novembre 2018 a Padova. Questo documento è stato recepito fino a oggi dalle giunte municipali dei Comuni di: Milazzo (ME), Messina, Pizzo Calabro (VV), San Marco Argentano (CS), Reggio Calabria, Palmi (RC), Rosarno (RC), Lamezia Terme (CZ), Morano Calabro (CS) e dalla città di Cosenza (le adesioni alla tratta siculo-calabra sono perciò al completo), Assisi (PG), Chiusi della Verna (AR), Dozza (BO), Padova, Camposampiero (PD) e Gemona del Friuli (UD). I comuni di Forlì, Castrocaro, Montepaolo hanno manifestato il loro interesse e sono in corso i contatti per l’adesione formale. Le regioni Calabria e Sicilia appaiono disponibili ad aderire al progetto, la seconda tramite un protocollo di intesa, in corso di perfezionamento, con la Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova. La regione Veneto e la regione Emilia Romagna hanno aderito con lettera, mentre la regione Umbria con una DGR del 28 febbraio scorso. Le determinazioni delle regioni sono fondamentali per far inserire il nuovo percorso del Cammino di Sant’Antonio da Capo Milazzo a Padova all’Atlante digitale dei Cammini d’Italia, per questo i promotori hanno già presentato formale richiesta all’OdG della Commissione interregionale per il Turismo.

Per disegnare un percorso ottimale sono state coinvolte numerose associazioni locali (ad esempio in Sicilia e Calabria l’Associazione del Cammino di San Francesco di Paola, l’Associazione della via Popilia, l’Associazione dei Cammini del Sud, l’Associazione dei Cammini Peloritani, l’Associazione della via Francigena del sud) e nazionali. È stato infatti firmato un protocollo di intesa il 22 febbraio 2019 tra l’UNPLI - Unione nazionale Pro Loco d’Italia e la Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova.

I tracciati in via di realizzazione o ancora di definizione si svilupperanno considerando quattro parametri essenziali: la concordanza filologica, la compatibilità con l’assetto infrastrutturale esistente, i necessari requisiti di sicurezza e fruibilità, l’individuazione dei maggiori siti di devozione antoniana attraverso una mappatura dei territori.

Per far conoscere il progetto i promotori stanno organizzando una serie di presentazioni pubbliche: dopo Dozza, Padova, Lamezia Terme e Mira, le prossime già fissate saranno a Messina il 31 maggio, Gemona del Friuli il 3 giugno con il patrocinio del Centro Studi Antoniani, San Marco Argentano il 12 settembre.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Appare evidente che un cammino nel nome di sant'Antonio di Padova, attraversando da sud a nord l'Italia, ha valenze non solo devozionali, ma anche storiche e culturali. Il nuovo e lungo itinerario che coprirà tutta la penisola da sud a nord consente anche un'opportunità di crescita e di sviluppo economico, di turismo lento, sostenibile, esperienziale in aree e territori lontani dai flussi turistici prevalenti, che porta a scoprire, attraverso il Cammino, i piccoli borghi dell'Italia. Il Cammino può quindi diventare una grande opportunità in particolare per le regioni meridionali attraversate - Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania -, e per le piccole comunità meno coinvolte dai flussi turistici in ogni regione attraversata, quindi anche Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Ma c’è di più. Sono molti gli interrogativi che suscita nell’era iperdigitale l’interessa per un cammino a piedi, in lentezza e nel silenzio. Perché il pellegrino del XXI secolo vuole raggiungere la tomba del Santo a Padova? Qual è il significato della devozione antoniana nel mondo contemporaneo? E il camminare è forse metafora della vita e di un cammino interiore? A questi interrogativi, ha cercato di rispondere padre Luciano Bertazzo, direttore del Centro Studi Antoniani, nella rivista quadrimestrale «Il Santo» di fine 2018: «È interessante come tra le nuove vie del pellegrinaggio, con le sue proprie caratteristiche di essenzialità e di imprevisto, da alcuni anni si sia costruito anche il Cammino di sant’Antonio. Frate Antonio: lui stesso “peregrinus” non tanto alla volta di santuari, ma per le città e borghi d’Italia e Francia, Antonio da Lisbona, in un movimento che dal Portogallo, passando per il Marocco e la Sicilia, lo ha fatto diventare “di Padova”. Lo si è voluto proporre come opportunità per mettersi in cammino, quale testimonianza di un bisogno in cui l’elogio della lentezza si offre come opportuno antidoto alla nevrosi della vita, in compagnia di frate Antonio».

Ufficio Stampa - "Messaggero di Sant' Antonio" Editrice

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Fonte: Comunicato stampa