Un valore economico (80 miliardi di euro), ma soprattutto sociale: è il terzo settore che in Italia è intrappolato da norme contraddittorie
Mappe 07 – Il Terzo settore – maggio 2022
Il terzo settore è la spina dorsale dell’Italia e anello di congiunzione tra Stato e comunità. Ma oneri burocratici e insidie legislative affossano il sistema
Immaginiamo di costruire un grande organo a canne realizzando un pezzo all’anno.
Metti un’emergenza e mettici anche l’impossibilità per molti volontari, che per indole si attivano proprio durante le criticità, a raggiungere i luoghi dove c’è bisogno di aiuto.
Dal 2006, il 5 per mille è divenuto uno dei pilastri su cui si regge finanziariamente il grande mondo del sociale e del volontariato italiano: nel 2021 lo Stato ha erogato contributi per oltre 518 milioni di euro a poco meno di 69 mila enti, in aumento del 3,7 per cento sull’anno precedente.
La prima immagine delle associazioni di volontariato attive in provincia di Padova offerta dal report annuale curato dal Csv riguarda la loro distribuzione geografica in ragione della dimensione: se a livello generale è netta la preponderanza delle piccole associazioni, ovvero quelle con entrate inferiori ai 30 mila euro, nella città di Padova le grandi realtà superano le medie.
Terzo settore in versione culturale. Un patrimonio che, in Veneto, si rispecchia nei beni pubblici: 3.970 ville venete, 1.236 archivi, 461 spazi teatrali, 270 musei, 976 biblioteche, 12 mila eventi artistici annui (censimento del portaleculturaveneto.it). Ma il terzo settore è anche una presenza invisibile, rimossa, sminuita.