Carcere, alla Dozza pestaggi e alcol. Sinappe: “Servono subito educatori"

Risse, aggressioni, uso improprio di medicinali, produzione di distillati alcolici nell'istituto di Bologna: “No a reparti-ghetti in cui buttare i più disperati. Urgente il reperimento di funzionari della professionalità giuridico-pedagogica. Determinate condotte sono l’inevitabile effetto a catena di disfunzioni operative e logistiche”

Carcere, alla Dozza pestaggi e alcol. Sinappe: “Servono subito educatori"

L’appello – l’ennesimo – è rivolto all’amministrazione: nella casa circondariale di Bologna mancano funzionari della professionalità giuridico-pedagogica. Mancano educatori. E il loro reperimento, a detta del Sinappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, non può più essere rimandato. L’evento scatenante, ancora una volta, è stato un grave episodio violento accaduto al primo piano giudiziario A, a seguito del quale un agente di polizia penitenziaria ha riportato una prognosi di 35 giorni. “Chi subisce una condanna – scrivono in una nota Anna La Marca e Nicola D’Amore, vice segretari regionali della sigla e agenti penitenziari – deve pagare un debito con la società e il carcere svolge il doppio ruolo di punizione e opportunità. Per il quantum della punizione c’è la magistratura, per il modus della stessa ci siamo noi, tutti gli operatori dell’amministrazione penitenziaria che dobbiamo adoperarci affinché le opportunità siano create per ognuno, plasmate sulla personalità del singolo e offerte. Non è un lavoro facile. Richiede impegno, empatia, energie talvolta davvero sopra ogni limite umano per cui il tutto risulta essere sfiancante e a tratti impossibile. Eppure ci proviamo, ognuno per la propria competenza, e fino alla fine dell’ultimo giorno di punizione dobbiamo ‘essere presenti’, in primis a noi stessi, comprendendo che siamo chiamati a rispondere al bisogno del detenuto, e in secondo luogo alla società stessa che dovrà riaccogliere l’ex detenuto”.

Un compito, spiegano, finalizzato ad accorciare la distanza tra i principi costituzionali e la realtà detentiva. Un compito che, per essere assolto, richiede la massima attenzione: “Ecco perché è importante evitare che in uno stesso reparto ci siano tanti, troppi ristretti che presentano problematiche simili sia di dipendenza sia di disagio psicologico, a meno che quel reparto, così organizzato, non sia presidiato da un congruo numero di agenti, in tutte le ore, e da specialisti del settore pronti a contenere eventuali crisi. Si deve evitare che reparti simili possano, anche solo lontanamente, essere paragonati a ghetti sociali in cui buttare i più disperati”.

La proposta del Sinappe è costruire una progettualità di recupero con la collaborazione di poliziotti, istituzioni di corsi e laboratori, volontari e associazioni. “Prestare attenzione a chi soffre di dipendenze, dall’alcol all’abuso di sostanze psicotrope passando anche per l’uso improprio di medicinali è di fondamentale importanza se si vuole evitare il proliferare di condotte delinquenziali anche dentro il carcere. Il primo piano giudiziario, a oggi, è una sorta di sala d’attesa, di parcheggio per i tanti soggetti che presentano dipendenze, dediti alla produzione di distillati alcolici il cui uso porta a degli scompensi comportamentali che si riversano sul personale che paga, in termini di aggressione il prezzo più alto”. Il quadro che tratteggia il sindacato è critico, tra frequenti episodi di pestaggi tra detenuti, principi di risse, aggressioni al personale di servizio, ritrovamento di alcolici “che ha smascherato il già citato sospetto di trame delinquenziali consolidate in alcuni bracci detentivi, in particolare nel reparto giudiziario. Un organo efficiente non è quello in grado di risolvere qualsiasi problema, ma quello che ha la prontezza e la competenza di prevenirli”.

Secondo La Marca e D’Amore, la carenza di figure educative alla Dozza comporta una sostanziale amplificazione di tutte le problematiche non risolte, “incentivando situazioni limite che in altri contesti potrebbero essere, invece, prevenute e spente. Determinate condotte sono l’inevitabile effetto a catena di disfunzioni operative e logistiche”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)