Diritti dei minori, l’accesso ai servizi è una “lotteria geografica”

I dati nel rapporto del Gruppo Crc presentati oggi. Quasi dieci milioni i minori in Italia, Saulini (Stc): "Hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascano e crescono". Dalla povertà alla protezione, l'analisi regione per regione

Diritti dei minori, l’accesso ai servizi è una “lotteria geografica”

Sono quasi dieci milioni (9.287.462) i minori che vivono in Italia e l’attuazione dei loro diritti è condizionata dalle diseguaglianze sociali, economiche e culturali che caratterizzano i vari territori, in una “vera e propria lotteria geografica”. E’ quanto emerge dalla fotografia della seconda edizione del Rapporto “I dati regione per regione 2021”, presentata oggi, a tre anni dalla prima, dal Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo Crc). Il network è composto da 100 soggetti del terzo tettore che da oltre vent’anni si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ed è coordinato da Save the Children Italia.

Organizzata in schede regionali, la pubblicazione, che affianca l’analisi nazionale sviluppata nel rapporto annuale di monitoraggio vuole “sensibilizzare le istituzioni pubbliche circa la necessità di una raccolta puntuale, sistematica e disaggregata di informazioni necessarie a programmare interventi efficaci e sostenibili per bambini, adolescenti e le loro famiglie” e “favorire il dialogo nei territori, fornendo utili materiali di confronto”, anche attraverso incontri mirati.
A partire dai contenuti dei rapporti annuali di monitoraggio, sono stati individuati sette raggruppamenti tematici, due in più rispetto alla prima edizione, e, per ognuno, selezionato un set di indicatori che, seppur limitato, anche in considerazione della difficoltà di reperire dati disaggregati per la fascia 0-17 anni a livello regionale, possa rappresentare la condizione dell’infanzia nei diversi territori per le specifiche aree tematiche. Per un totale di 164 indicatori.

"In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi, e nell’incidenza della povertà, che di fatto significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascano e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia sull’infanzia e adolescenza. - commenta Arianna Saulini, di Save the Children, coordinatrice del Gruppo Crc - Con questo lavoro le associazioni del Gruppo Crc  intendono contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizioni dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute”.
Ecco in dettaglio le sette aeree oggetto di analisi, che offrono alcuni dati “inediti” su base regionale: ad esempio quelli relativi alla povertà, ai minori con genitore detenuto, alcuni dati relativi alla scuola dell’infanzia e quelli relativi ai reati con minorenni vittime di abusi.

Tasso di natalità in diminuzione

Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione, ed in particolare hanno un tasso sotto la media nazionale (6,8 per mille abitanti): la Sardegna con 5,1, seguita da Molise e Liguria con 5,7; la Provincia di Bolzano con un tasso di 9,6 ha invece il tasso più elevato in Italia. La popolazione minorile rappresenta il 15,7% della popolazione totale, con la provincia di Bolzano (18,8) e la Campania (17,4) che sono le regioni con una percentuale di minorenni maggiori (ma solo altre tre superano la media nazionale Calabria (15,9%), Sicilia (16,5%), e Trento (17%). All’opposto Liguria (13,4%) e Sardegna (13,3%).

Risorse, "disuguaglianze tutt’ora enormi"

L’area di analisi rispetto alle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza è stata aggiunta in questa edizione e ripropone quella pubblicata a maggio 2021 nel Dossier Risorse Infanzia. “Nella consapevolezza che si tratta di dati limitati, che forniscono solo una fotografia parziale, - spiegano gli osservatori - è stato ritenuto importante dare visibilità all’allocazione di adeguate risorse all’infanzia e all’adolescenza in quanto ha un’importanza enorme nel garantire a tutti i bambini e a tutti gli adolescenti l’effettiva attuazione dei diritti. Le disuguaglianze sono tutt’ora enormi se si guarda l’ammontare complessivo dei fondi e l’impatto che hanno sulla condizione dei minorenni rispetto all’offerta di Servizi”.

Povertà materiale ed educativa

Oltre ai dati sulla povertà economica, il rapporto utilizza nuovi indicatori “che consentono una visione più completa del fenomeno della povertà minorile, che è multidimensionale e non può non tenere in considerazione anche la povertà educativa”. L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda poco più della metà dei ragazzi/e (51,9%), con significative differenze regionali (-16 punti in Calabria e + 13,9 in Emilia Romagna). La percentuale di ragazzi/e che nel tempo libero praticano sport è 59,8%, ma anche in questo caso con marcate differenze regionali (-18,4 punti in Campania e + 14,4 a Bolzano). Infine rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet da casa varia dal 67,7% della Calabria all’85,2% della Provincia di Bolzano, mentre i ragazzi/e più disconnessi, cioè che non utilizzano Internet, vivono in Campania (22,3%) e Puglia (19%).

Minori "fuori famiglia"

Le informazioni relative al numero delle persone di minore età che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare e in comunità di accoglienza, "continuano ad essere non adeguati sia temporalmente (i dati disponibili si riferiscono al 2017), sia rispetto alle caratteristiche del percorso di accoglienza".
Le dichiarazioni di adottabilità delle persone di minore età per l’adozione nazionale (2019) sono state 1237, di cui 193 da genitori ignoti (58 delle quali in Lombardia), rispetto alle 1199 del 2016. La Lombardia con il 19,9% e la Puglia 17,1% rispetto al totale nazionale sono le due regioni con il numero maggiore, seguite da Campania (8,5%), Lazio (8,6%), Sicilia (8,7%); all’opposto Umbria (0,2%) e Friuli-Venezia Giulia (0,3%).
Con riferimento all’adozione internazionale i minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia sono stati 1.205 nel 2019, mentre erano 1.874 nel 2016, quindi con un trend decisamente in calo.
Infine, rispetto alle persone di minore età con genitore detenuto la percentuale di colloqui con minori sul totale colloqui vede la Calabria con 35,9% e l’Umbria con il 30,2% con la percentuale più alta.

Educazione, gioco e attività culturali

Il numero di posti nei servizi educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni è in aumento a livello nazionale (26,9 mentre era di 22,8 nella precedente edizione), e praticamente in tutte le regioni. Tuttavia permangono forti differenze regionali che vanno dal 43 dell’Umbria, al 10,4 della Campania e 10,9 della Calabria. Rispetto alla scuola dell’infanzia, se rassicura il dato nazionale del 96% di bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia o il primo anno di scuola primaria, fanno riflettere le forti differenze regionali rispetto agli iscritti alle sezioni antimeridiane, che rappresentano il 10,53% a livello nazionale ma con divari che vanno dal 0,56% in Friuli e 1,30% in Lombardia, al 43,41% in Sicilia, 21,84% in Puglia,17,36% del Lazio. Anche il dato relativo alla percentuale di classi della scuola primaria (statali) senza tempo pieno, il 70,47% a livello nazionale, mette in evidenza la forti differenze regionali: Abruzzo, Campania, Molise, Puglia e Sicilia sono di oltre 10 punti sopra la media.
Uno specifico approfondimento del Rapporto riguarda il diritto all’istruzione per gli alunni con disabilità e per gli alunni stranieri, nella consapevolezza che l’opportunità di frequentare ambienti educativi inclusivi faccia la differenza nei processi di integrazione. Le scuole statali e non statali con barriere fisiche non accessibili (A.S. 2018-2019) sono 47, 1 ma si passa dal 40,1 della Lombardia al 57,2 della Basilicata o 57,1 della Calabria. Gli insegnanti per il sostegno selezionati dalle liste curriculari per regione (Anno scolastico 2018-2019. Valori per 100 insegnanti per il sostegno della stessa regione) vanno da 51,6 Toscana e 50,6 Piemonte al 16,1 in Calabria e 16,4 Campania (rispetto ad una media nazionale di 35,6).

Salute e servizi di base

Permane la presenza di numerose e profonde diseguaglianze regionali anche nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute: la mortalità infantile (2,88 a livello nazionale in lieve aumento rispetto alla precedente edizione pari a 2,8, ma con tassi elevati e superiori al 3,8 in Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata all’opposto le Marche con 1,67); obesità e sovrappeso (la percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è in aumento a livello nazionale passando da 9,3 a 9,4, in particolare in alcune regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Campania dove supera il 15%); numero di parti cesarei (per i quali si conferma una media nazionale elevata del 31,7%, anche se in calo rispetto alla precedente edizione, e con notevoli differenze regionali che raggiungono il 50,3% in Campania, 39,9% in Sicilia e 39,2 in Puglia, 38% in Calabria).

La protezione dei minori

In questa ultima sezione sono riportati i dati relativi ai minorenni stranieri non accompagnati (il dato sui Msna presenti e censiti è in calo a livello nazionale, anche se in crescita in poche regioni tra cui il Friuli Venezia Giulia e la Puglia dove sono presenti rispettivamente il 10,65% e l’11,59% del totale); i dati dei minorenni inseriti nel circuito della giustizia minorile, per i quali ci sono dati disponibili in merito ai minori in stato di detenzione o sottoposti a misure alternative (con un trend in diminuzione rispetto ai dati raccolti nella prima edizione); e per la prima volta quest’anno sono stati inseriti i dati forniti dal Ministero dell’Interno rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento per una serie di reati, che in mancanza di qualsiasi altra informazione relativa al fenomeno della violenza a danno di minori, abbiamo ritenuto importante includere, nella consapevolezza che forniscono solo uno sguardo parziale sul fenomeno.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)