Etiopia, Tigrini: no ai negoziati con il governo se prosegue l'"assedio"

Il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf) rifiuta l'idea di negoziati col governo dell'Etiopia "mentre la nostra gente muore di fame" ed è "sottoposta a un assedio". Ad affermarlo su Twitter è Getachew Reda...

Etiopia, Tigrini: no ai negoziati con il governo se prosegue l'"assedio"

Il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf) rifiuta l'idea di negoziati col governo dell'Etiopia "mentre la nostra gente muore di fame" ed è "sottoposta a un assedio". Ad affermarlo su Twitter è Getachew Reda, uno dei portavoce delle formazione che guida la regione settentrionale del Tigray, epicentro da quasi due anni di un conflitto con Addis Abeba.

Il dirigente della formazione tigrina lo ha scritto commentando l'invito di Addis Abeba ad avviare negoziati "senza precondizioni", formulato la settimana scorsa dal consigliere per la Sicurezza del primo ministro etiope Abiy Ahmed, Redwan Hussien, nel corso di un incontro con rappresentanti di Stati Uniti e Unione Europea. I diplomatici si sono in seguito recati anche in Tigray, dove hanno avuto un colloquio con il presidente del Tplf Debretsion Gebremichael.

Reda ha affermato di "non avere idea" di quali siano le precondizioni a cui ha alluso Hussien, ma ha evidenziato che "le uniche precondizioni" che vede sono quelle di avviare delle mediazioni con "un assedio" in corso nel Tigray. Il riferimento è sia alle difficoltà nell'accesso umanitario alla regione per le agenzie internazionali, che però, dopo mesi di blocchi, ora riescono a portare aiuti alla popolazione, che al prolungato blocco all'erogazione di alcuni servizi essenziali, come quelli bancari e delle telecomunicazioni, che prosegue invece dall'inizio del conflitto. Nel corso della loro visita anche i rappresentanti di Usa e Ue hanno invitato Addis Abeba a "ripristinare" queste attività al più presto.

Dallo scorso marzo in Tigray vige una tregua umanitaria, che ha sostanzialmente retto fino a oggi. Le due parti belligeranti hanno annunciato nelle scorse settimane il prossimo avvio di negoziati per raggiungere una soluzione politica al conflitto. L'esecutivo etiope ha già reso nota la composizione della sua delegazione, costituita da sette persone e guidata dal vice primo ministro e ministro degli Esteri Demeke Mekonnen, mentre secondo quanto riferito dal quotidiano etiope The Reporter, il consiglio di sicurezza dell'Unione Africana avrebbe già espresso la volontà di includere Bruxelles e Washington nella squadra di mediatori ai colloqui. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)