I lavoratori delle Ipab incrociano le braccia. La Cisl del Veneto chiede la riforma

Per tutelare l’assistenza agli anziani, migliorare la qualità del lavoro e salvaguardare il patrimonio di solidarietà che ha sempre caratterizzato la storia del Veneto, è necessaria la riforma delle Ipab in ritardo di 18 anni. Ne è convinta la Cisl del Veneto che ha indetto per oggi una giornata di sciopero generale dei 10.000 lavoratori dipendenti delle oltre 100 Ipab - Case di Riposo venete. «Con la nostra mobilitazione – osserva Marj Pallaro, segretaria regionale della Funzione Pubblica Cisl – chiediamo maggior riconoscimento della professionalità dei lavoratori invece del loro sfruttamento, ricordando che gli ospiti delle Case di Riposo non subiranno alcun disservizio. I lavoratori che devono garantire il servizio porteranno però una fascia al braccio per dichiarare la loro adesione ideale allo sciopero. Per gli altri l’appuntamento è a Venezia, per la manifestazione regionale davanti a Palazzo Ferro Fini».

I lavoratori delle Ipab incrociano le braccia. La Cisl del Veneto chiede la riforma

Per chiedere la riforma, le delegazioni della Cisl di tutto il Veneto sfileranno in corteo da piazzale Roma fino ai giardinetti di San Marco e si riuniranno in presidio davanti a palazzo Ferro Fini. Ci sarà anche l’Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl. «Sono 18 anni – sottolinea la segretaria regionale Vanna Giantin – che la Regione (peraltro sempre con la stessa maggioranza al governo) deve recepire la legge dello Stato sulla trasformazione delle Ipab in aziende pubbliche di servizi alla persona. Diciotto anni in cui, invece, ha favorito il libero mercato concedendo accreditamenti con troppa facilità. Il risultato è ora davanti agli occhi di tutti: la quota alberghiera delle tariffe è diventata insostenibile per le famiglie ed è in aumento il numero dei “letti freddi”, cioè i posti vuoti all’interno delle strutture». Nella delegazione padovana, Michele Roveron, segretario della Cisl Funzione Pubblica Padova Rovigo

«Tra le nostre richieste – precisa – c’è la riduzione dell’Irap, una tassazione che oggi incide per l’8,50% per le strutture pubbliche e per il 3,90% per gli istituti di diritto privato. Vanno inoltre implementate le quote delle impegnative di residenzialità finanziate a livello regionale, ferme al 2009, mentre le esigenze delle famiglie sono fortemente aumentate. Nel caso la riforma non venga approvata entro la fine della legislatura promuoveremo una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare». 

Per il segretario generale della Cisl Veneto Gianfranco Refosco, «questa legge di riforma, bloccata in Commissione, la consideriamo la cruna dell’ago dell’autonomia regionale, che è esercizio effettivo e responsabile delle prerogative disponibili, specie su temi di grande rilevanza sociale. E’ una questione di coerenza tra il dire e il fare: abbiamo fatto un referendum per poter decidere più cose in Veneto e continuiamo ad amministrare il nostro patrimonio storico della solidarietà sociale con le norme di Re Umberto Primo e di Francesco Crispi!».

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Parole chiave: Ipab (8), Cisl (40)
Fonte: Comunicato stampa