Il Sud abbandonato. Una riflessione a partire dal Focus Istat sul ritardo del Mezzogiorno

E' una questione di sistema Italia e come sistema andrebbe affrontata.

Il Sud abbandonato. Una riflessione a partire dal Focus Istat sul ritardo del Mezzogiorno

Il sistema sociale del Mezzogiorno in Italia – afferma l’Istat – ha accumulato un ritardo molto grave, non solo rispetto al resto del Paese. L’area è anche quella economicamente più debole in Europa. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrebbe, allora, essere l’occasione giusta per dare un forte impulso e per attivare il motore attraverso riforme strutturale, un tema che nel dibattito pubblico e nell’agone politico non sembra essere centrale, come se il problema del Mezzogiorno, fosse esclusivamente meridionale. Eppure non è così, è una questione di sistema Italia e come sistema andrebbe affrontata.
Con “I divari territoriali nel PNRR: dieci obiettivi per il Mezzogiorno” l’Istat prova a fornire alcune indicazioni sui punti principali da affrontare. Innanzitutto si evidenzia la tendenziale stabilità del divario produttivo tra il Centro Nord e il Sud, la distanza del Pil pro-capite (la produzione ripartita per abitante) rimane sempre tra i 14 e i 15 punti percentuali negli ultimi 20 anni. Non c’è però solo il lato economico. Anche la media del livello di istruzione della popolazione è più bassa: nel Meridione tra le persone di età compresa tra i 25 e i 49 anni il 32,8% ha conseguito al massimo il diploma di scuola secondaria inferiore (contro il 24,5% del Centro Nord). Ma soprattutto c’è una vasta area del Mezzogiorno (il 50% delle province) nella quale la bassa istruzione risulta molto diffusa. Un altro aspetto da evidenziare è il difficile contesto per i giovani: il Mezzogiorno si segnala per un basso livello di occupazione (solo 5 giovani su 10 lavorano) e un alto livello di emigrazione giovanile (oltre 1 milione di persone tra il 2010 e il 2019 si sono trasferite verso il Nord).
Ma perché questi elementi non sono esclusivamente “un problema” del Mezzogiorno?
Gli altri punti evidenziati mostrano le carenze infrastrutturali che non sono risolvibili dalle singole regioni, ma che hanno bisogno di una strategia nazionale e statale: per colmare il digital divide, per ammodernare le reti idriche, per rinnovare le linee ferroviarie serviranno investimenti importanti in opere pubbliche, ed è un’illusione che privati possano sobbarcarsi spesse simili. A questi si dovrebbe aggiungere l’attenzione al sistema sanitario e al sistema educativo. Un’altra tipologia di emigrazione riguarda i malati, coloro che hanno bisogno di cure importanti e se lo possono permettere finiscono per andare in altre regioni. Inoltre nel Meridione ci sono pochissime strutture socio-educative per l’infanzia, inoltre il sistema scolastico offre medie di livelli di apprendimento delle competenze inferiori alla media nazionale. Così non solo ci sono livelli di istruzione più bassi, ma le persone che escono da quelle scuole hanno competenze meno appetibili per la nostra società, rispetto ai pari grado.

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Fonte: Sir