Imprevisti di Natale. Nella caotica offerta di titoli sul Natale c’è la scommessa Lux Vide-Netflix “Odio il Natale”
Una serie brillante con protagonista Pilar Fogliati. Sullo sfondo Chioggia e la Laguna.
La grande abbuffata. No, non è il film di Marco Ferreri del 1973, ma l’istantanea di titoli iper-zuccherosi che affollano l’offerta delle piattaforme, sperando di intercettare il favore del pubblico con storie marcate da dolcezza, sentimento ed evasione. Racconti avvolgenti, che spesso rischiano di inciampare nella ripetitività, a causa di una formula narrativa ormai abbastanza standardizzata nel segno del “happily ever after”. Tra le novità c’è una proposta interessante targata Italia, la miniserie “Odio il Natale” prodotta dalla Lux Vide (“Doc”, “Non dirlo al mio capo”), in arrivo su Netflix dal 7 dicembre. L’abbiamo vista in anteprima.
“Odio il Natale”, ha raccontato il produttore Luca Bernabei, Ad Lux Vide, “mette a tema la ricerca di una famiglia, che vuole tornare insieme, e al contempo è il ritratto di una donna che ritrova se stessa”. Ha poi aggiunto: “La scelta di girare a Chioggia segue il desiderio di valorizzare pienamente il nostro territorio. Abbiamo scelto infatti la città e la Laguna veneta, messe oggi in risalto anche dal ‘New York Times’, con la volontà di offrire uno sguardo sul Natale di matrice mediterranea”. Protagonista della serie è Pilar Fogliati (“Corro da te”, “Un passo dal cielo”, “Cuori”) e del cast fanno parte anche Nicolas Maupas e Marco Rossetti.
Pene d’amore. Chioggia oggi, Gianna è un’infermiera trentenne, felice del proprio lavoro ma insoddisfatta a livello sentimentale. Dopo la rottura della sua ultima relazione, non ha stimoli nel voltare pagina. In famiglia tutti la tormentano per il suo essere sola, inconcludente, così Gianna si mette in testa di trovare l’uomo giusto in tempo per Natale.
Pros&Cons. “Odio il Natale” è un adattamento locale della fortunata serie norvegese, sempre Netflix, “Natale con uno sconosciuto” (“Hjem til jul”, 2019-20, 2 stagioni). A firmare il copione della versione italiana è Elena Bucaccio – insieme a Viola Rispoli e Silvia Leuzzi –, che ha voluto mantenere la cifra sentimentale-brillante dell’originale, trovando comunque una chiave tipica per il nostro Paese. Costruita su sei episodi da circa 30-40 minuti, “Odio il Natale” presenta una struttura leggera, tenendo fede al racconto di una Bridget Jones apprezzata sul lavoro ma sottovalutata in casa. Giocata sul meccanismo della commedia degli equivoci, nella tradizione della “screwball comedy”, “Odio il Natale” mette a tema il cammino della trentenne Gianna nei ventiquattro giorni che precedono il Natale, quasi un calendario dell’Avvento di sentimenti ed emozioni. Più che l’uomo ideale, Gianna comprende ben presto che i veri obiettivi della sua ricerca sono ascoltarsi, accettarsi e custodire il suo tessuto familiare. Non tutto gira in maniera fluida nel racconto, qua e là emergono soluzioni “telefonate” e mielose, ma nell’insieme il risultato è godibile, con sguardi di senso su famiglia e Natale. Consigliabile, problematico-semplice.