Inclusione e lotta alla povertà, trasmesso alla Commissione Europea il Piano nazionale italiano

È stato formalmente trasmesso alla Commissione europea il Programma Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”. Ne dà notizia il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che sottolinea come il Programma abbia una dotazione finanziaria di oltre 4 miliardi euro e includa anche gli interventi di contrasto alla deprivazione materiale che in precedenza erano sostenuti dal Fondo di aiuti europei agli indigenti

Inclusione e lotta alla povertà, trasmesso alla Commissione Europea il Piano nazionale italiano

È stato formalmente trasmesso alla Commissione europea il Programma Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”, “definito nell’ambito di un fruttuoso e costruttivo dialogo tra il ministero del Lavoro e Politiche Sociali – Divisione III (Autorità di Gestione del Programma), partenariato socio-economico (Anci, parti sociali, partenariato Fead) e istituzionale (Regioni, a livello politico e tecnico, Dipartimento per le pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Unar-, Dipartimento per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Istruzione, Anpal) ivi incluse alcune Direzioni Generali del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Immigrazione e politiche di integrazione, Terzo settore e responsabilità sociale delle imprese, Innovazione tecnologica, risorse strumentali e comunicazione, Politiche previdenziali e assicurative, ecc.)”. Lo rende noto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo il quale il nuovo Programma nazionale (PN), cofinanziato per la prima volta sia dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) sia dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), ha una dotazione finanziaria complessiva di oltre 4 miliardi euro e include anche gli interventi di contrasto alla deprivazione materiale che in precedenza erano sostenuti dal Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead).
Il Programma nazionale di lotta alla povertà si articola in 6 priorità: Sostegno all’Inclusione Sociale e Lotta alla Povertà; Child Guarantee; Contrasto alla deprivazione materiale; Interventi infrastrutturali per l'Inclusione Socio-Economica; Assistenza tecnica FSE+; Assistenza tecnica FESR.

“Rispetto alla programmazione precedente, il PN 2021-2027 valorizza i seguenti aspetti – continua la nota del ministero -: ampliamento del campo di intervento e maggiore specializzazione degli interventi per target, nel senso di estenderne il raggio di azione dalle fragilità conclamate alle nuove fragilità. “Si tratta, in particolare, di agire nell’ottica della prevenzione del rischio che - soprattutto per effetto della crisi socioeconomica - nuove e ampie fasce di popolazione si collochino in situazioni di difficoltà strutturale e cronica. Il Programma interviene a sostegno di cittadini di paesi terzi e delle comunità a rischio di marginalizzazione, persone a rischio di povertà, persone in condizione di marginalità estrema e persone senza dimora, donne vittime di violenza, minori, persone in esecuzione penale e in contesti territoriali e sub territoriali quali le grandi e medie aree urbane e le loro periferie”; finanziamento di servizi o attività innovativi e/o non ancora strutturati che gradualmente andranno a costituire la base anche per la definizione di nuovi livelli essenziali in ambito sociale, con conseguente passaggio a forme di finanziamento strutturale; raccordo e stretto coordinamento con gli interventi dei servizi sociali finanziati con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e in capo ad altri soggetti/amministrazioni titolate”.

Ulteriore elemento di novità rispetto al precedente PON FSE 2014-2020 è la governance come pilastro della strategia di intervento del PN, segnando un cambio di passo nella gestione di meccanismi e procedure attuative, nell’ottica di un miglioramento della performance.
Il processo di attuazione agisce anche per il tramite di conferimento di delega di funzioni, contemplando forte responsabilizzazione e crescita di capacità gestionale, amministrativa e digitale da parte delle amministrazioni nazionali e regionali nell’ottica del rafforzamento e della valorizzazione degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS)”, conclude il ministero.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)