Israele ordina la demolizione della “scuola di gomme” per 160 bambini
La Corte Suprema Israeliana ha decretato la demolizione della “scuola di gomme” realizzata anche con il contributo di architetti e ingegneri laureate all’Università di Pavia
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”(Luca, 25), il resto lo ricordiamo. Ora è una strada a doppia carreggiata, in 20 minuti sei a Gerico. Poco prima del museo del buon Samaritano sulla sinistra della strada che scende verso Gerico vive la comunità beduina di Khan al Ahmar, alcune centinaia di persone. Tende, qualche orto striminzito, un po’ di animali, terra arida, dura, siamo nel deserto di Giuda. Ma i beduini ti invitano sempre per un te caldo. Grazie alla Ong “Vento di Terra” da una decina d’anni i ragazzini possono frequentare una scuola fatta di gomme e di malta, la ‘scuola di gomme’. Prima la scuola era alla periferia di Gerusalemme e i bimbi dovevano percorrere parecchi chilometri lungo una strada a scorrimento veloce. Ci sono stati molti incidenti, anche mortali.
Ma perché di gomme? Siamo in area C e secondo gli accordi di Oslo del 1993 lì i palestinesi non possono fare costruzioni in cemento e dotate di fondamenta. La scuola ha avuto finanziamenti dalla Cooperazione italiana, dalla Conferenza episcopale, da molte agenzie Onu e dall’Unione europea; è stata visitata da molte persone. Nel maggio 2010 una delegazione dell’Università di Pavia guidata dal rettore Angiolino Stella ha visitato Università israeliane e palestinesi. Ci si è fermati alla scuola di gomme, perché c’è li un po’ di Pavia. Il progetto della scuola è di un gruppo di giovani architetti e ingegneri appena trentenni della nostra Università e del Politecnico di Milano che hanno dato vita alla cooperativa ARCò, Architettura e Cooperazione.
Lavorando con la comunità beduina sono state realizzate aule i cui muri sono fatti con i copertoni usati recuperati dai beduini stessi e poi riempiti di terra.
Un progetto bello, innovativo, frutto di un incontro fra persone e realtà molto diverse e terribilmente necessario, aule con 160 bambini.
Il 24 maggio la Corte Suprema israeliana ha decretato la demolizione della scuola. Ad est di Gerusalemme dove vivono queste comunità beduine ci sono già tanti insediamenti, ma il governo Israeliano ne prevede molti altri. Questi insediamenti dovrebbero essere realizzati in un’area nota come E1 che chiuderebbe la città di Gerusalemme da tutti i lati; spezzettando ancora di più il territorio Palestinese. Sarebbe quasi impossibile andare da Betlemme Ramallah ed a Nablus, nel nord della Palestina. La comunità di Al Ahmar verrà trasferita in un wadi, un canalone che da Gerusalemme scende verso il Mar Morto, ai piedi di Maale Adumim, uno dei più grandi insediamenti israeliani. Maale Adumim ha cinema, piscine e prati verdi; più di 40.000 abitanti e sempre in espansione.
In quello stretto e arido canalone ai suoi piedi c’è anche la discarica dell’insediamento stesso.
Vento di Terra e altre Ong hanno lanciato una campagna per salvare la scuola di gomme. Chissà?
I giovani di ARCò e molte altre persone hanno incontrato i loro samaritani a Khan Al Ahmar; c’è sempre un Samaritano, un altro, o che passa o che ti aspetta. Terra arida, dura quella dei beduini, ma era la loro terra. Terra di un colore giallo-ocra, eppure se scendi a Gerico in una giornata d’inverno la puoi vedere ricoprirsi di una sottile peluria di erba verde.
Gianni Vaggi