Mese del seminario. Nuove proposte dopo la chiusura del Minore: adolescenti nel cuore

Nuove proposte. Dopo la chiusura del Minore, prende corpo la pastorale dedicata ai ragazzi. Gli uffici diocesani dedicati ai giovani e alle vocazioni operano già in sinergia e guardano al territorio

Mese del seminario. Nuove proposte dopo la chiusura del Minore: adolescenti nel cuore

Quest’anno il seminario diocesano ha fatto parlare un po’ di sé. Con la chiusura del Minore, in particolare, mi è capitato da più parti di sentirmi chiedere: “E adesso?”. Questa domanda è comprensibile da parte di chi, vedendo anche i numeri dei sacerdoti ordinati negli ultimi anni, si sta chiedendo se sia un ulteriore segno della fatica di accompagnare i giovani a scoprire la voce del Signore che chiama. Di certo segna una fatica, la fatica di uno schema, di un’abitudine, di un passato che davamo per scontata. Ma credo che in questa fatica si possa vedere anche un’opportunità. Tutti nella vita facciamo esperienza di una realtà che entra, irrompe diversa da quella che ci si aspettava, e ci costringe a cambiare i piani, a uscire dalle abitudini, a cercare un modo diverso di raggiungere i nostri obiettivi. Così è della Pastorale vocazionale degli adolescenti o, meglio, della Pastorale degli adolescenti, visto che, come da più parti si sente dire, tutta la pastorale è (o dovrebbe essere) vocazionale, tanto più quella che accompagna un’età della vita così proiettata nel futuro. Finché c’è una Chiesa, ci sarà la preoccupazione di come accompagnare le nuove generazioni a scoprire il tesoro prezioso della fede e della vocazione, dell’azione misteriosa e stupenda di Dio nella vita di ogni persona. Ma allora dove sta l’opportunità? È quella di essere insieme responsabili e protagonisti nell’accompagnare i nostri ragazzi. Cosa c’è di più bello per una comunità di veder crescere i suoi figli, di trasmettere loro ciò che di più prezioso ha da donare, di essere al suo fianco quando muovono i loro primi passi, anche nella fede? Certo, esserci non è un impegno da poco, ma in questo tempo non è più possibile delegare a un luogo o a una persona il compito di raccontare l’azione di Dio nella vita degli uomini e cercare di coinvolgere in questo cammino. Certo, però si può camminare insieme, aiutarsi, sostenersi, consigliarsi! Questo è proprio quello che stanno cercando di fare l’ufficio di Pastorale dei giovani e quello di Pastorale delle vocazioni. Negli scorsi anni ci siamo interrogati e abbiamo provato a stendere alcune linee guida per affrontare questo settore, “Il tesoro nascosto”, che si può trovare su www.giovanipadova.it/tesoronascosto. Da questo testo abbiamo preparato alcuni strumenti. Un primo strumento è la disponibilità degli uffici ad accompagnare con  la supervisione la programmazione delle équipe di animazione degli adolescenti o il confronto che possono avere su questo tema le comunità cristiane con i loro organismi. Un secondo strumento sono alcuni incontri di formazione che l’ufficio di Pastorale dei giovani sta organizzando per gli educatori che animano un gruppo di ragazzi adolescenti in Diocesi. La comunità cristiana, insieme alla famiglia, è un elemento importantissimo nella maturazione della fede di un ragazzo. Cercare di curare la formazione degli educatori significa provare a dare loro strumenti e motivazioni per essere il volto della Chiesa, Madre che genera, per i ragazzi che incontrano significa sostenerli nel curare sempre di più e poi trasmettere il dono prezioso della fede che per primi hanno ricevuto; significa aiutarli a vivere al meglio il comandamento dell’amore nei confronti dei loro fratelli più piccoli che in parrocchia sono affidati loro.

Poi capita che, per alcuni ragazzi, quello che vivono in parrocchia non basti, oppure che abbiano le carte per un cammino anche più intenso e stimolante nell’approfondire la loro fede. Qui entrano in gioco le esperienze vocazionali che Pastorale giovanile e vocazionale propongono: tempi e luoghi resi speciali non tanto dall’impegno di chi li conduce, ma dalla disponibilità di chi vi partecipa. Nella mia esperienza la grande differenza in questi incontri la fanno soprattutto i ragazzi: raramente capita di trovarsi in un gruppo di coetanei che hanno scelto di esserci con la disponibilità e, magari, anche l’interesse di approfondire la relazione personale con Gesù e interrogarsi su come questo possa coinvolgere la loro vita. Ma anche qui le comunità cristiane hanno un ruolo fondamentale. Prima di tutto perché è sempre più faticoso, lavorando con i ragazzi di quest’età, fare proposte uniche per tutta la Diocesi. Il desiderio, invece, è poter delocalizzare e rendere le proposte più vicine: provare a creare delle équipe che per un territorio possano accompagnare i ragazzi a vivere questa esperienza. Non sempre è facile scovare la disponibilità di un’équipe a iniziare un percorso così, quindi l’ufficio resta sempre disponibile a qualche candidatura. Un altro aspetto che rende fondamentale la comunità e il territorio è che spesso, poi, un ragazzo non sa nemmeno che esistano questi percorsi o, magari, nessuno gli ha mai fatto quell’invito, facendogli sentire che la proposta potrebbe fare per lui. Ecco che è fondamentale avere qualcuno di vicino che possa vedere, riconoscere e invitare chi potrebbe essere adatto a questo percorso. Tutte queste proposte e appuntamenti li potete trovare su pastoralevocazionale.diocesipadova.it/adolescenti e su www.giovanipadova.it/ado. Il Signore non smette di chiedere al suo popolo «Chi andrà per noi?», per poter arrivare a tutti gli uomini. La speranza è che sempre di più, sacerdoti, consacrate e consacrati, laici, possiamo rispondere con entusiasmo, come il profeta Isaia, «Eccomi, Signore, manda me!».

don Alberto Sonda
collaboratore dell’Ufficio di Pastorale dei Giovani, Settore Adolescenti

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